venerdì 2 luglio
Quando Dino Campana entra per la prima volta nell’«antico palazzo rosso» del Liceo Torricelli non ha ancora compiuto tredici anni. Prima di lui un altro membro della sua famiglia ha frequentato quelle aule: lo zio paterno Francesco, magistrato a Firenze, vi ha seguito tutto il triennio liceale diplomandosi nel 1876. Ora siamo nel luglio del 1898; Dino, nato nell’agosto del 1885, è in anticipo di un anno sul normale corso di studi. Ha conseguito nel 1896 la licenza elementare; poi, troppo piccolo per lasciare Marradi, ha studiato privatamente in un anno le prime due classi ginnasiali sotto la guida del padre Giovanni e dello zio Torquato, entrambi maestri. Così, nel 1897 si è iscritto direttamente alla terza ginnasiale presso l’Istituto Salesiano di Faenza. Compiuto l’anno si presenta al Torricelli per convalidare nel Ginnasio Statale, anzi «Regio» il completamento del triennio inferiore e l’ammissione alla quarta. I candidati sono 14: undici provengono dall’Istituto Salesiano, tre «da scuola paterna». Nove, fra cui Dino, saranno promossi nella prima sessione, due ad ottobre, tre respinti. La commissione che l’8 luglio 1898 firma il registro è composta dal preside Flaminio Del Seppia, dai professori Leandro Casali (lettere al ginnasio inferiore), Luigi Mazzotti (lettere al ginnasio superiore), Cristiano Rodighiero (matematica) ed Enrico Toschi (francese).
Ecco i voti di Campana:
scritto | orale | |
Italiano | 6 | 7 |
Versione dal latino | 8 | 7 |
Versione in latino | 7 | |
Francese | 6 | 8 |
Geografia | 6 | |
Aritmetica | 8 |
Sono voti discreti, non di più. In particolare i voti di francese non confermano la nota attitudine di Dino per le lingue straniere. Un otto all’orale il professor Toschi, croce del preside per la sua eccessiva indulgenza, non lo nega a nessuno; allo scritto poi il sei è ben al di sotto della media del gruppo che registra un otto, tre nove e ben sette dieci.