Domenica 31 ottobre
Si è svolto a Firenze un Forum della CIU, a Palazzo Vecchio, sul tema “Creatività e innovazione: il ruolo delle professioni intellettuali nel nuovo Statuto dei lavori”, in cui sono intervenute diverse personalità e il rappresentante del Ministro della Funzione Pubblica e Innovazione, Dr. Rodolfo Ridolfi.
“La creatività, come sostiene l’Unione Europea, svolge un ruolo chiave nell’ambito della competitività internazionale fornendo valore “immateriale” ai “prodotti” ed ai “servizi”. Inoltre è universalmente considerata il motore della crescita sostenibile intelligente ed inclusiva – ha dichiarato nella relazione introduttiva il Presidente della CIU Corrado Rossitto -. Infatti l’economia creativa nell’ Unione Europea fornisce occupazione a circa 5 milioni di persone contribuendo al 2,6% del PIL (fonte: Libro Verde COM 2010/183 definitivo).
Mezzo indispensabile per far incrementare la “produttività”, nell’economia innovativa, è la formazione svolta nell’arco di tutta la vita professionale e non tanto la durata dell’orario di lavoro.
L’Italia, – ha proseguito Rossitto – non ha creduto nella formazione continua, diversamente dalla Francia che ha una legge che ne sancisce l’obbligo dal 1971 e dalla Germania che ha riorganizzato la produzione in base all’economia della conoscenza.
La Germania, divenuta modello industriale per l’Italia, ha investito molto nella formazione continua mentre da noi sinora i fondi sono stati riservati a finti corsi per dare stipendi alla clientela sindacale e politica con la connivenza delle grandi imprese.
Perciò noi della CIU – ha concluso Rossitto – chiediamo al Governo che nel nuovo “Statuto dei lavori” venga reso obbligatorio per legge, sia nel lavoro dipendente che in quello indipendente delle alte professionalità, l’Istituto della formazione continua, con sanzioni fiscali per gli inadempienti equiparate a quelle degli evasori in quanto arrecano un danno alla competitività del “Sistema Italia”. Nel contempo dobbiamo dire al Ministro del Tesoro che della preannunciata “riforma fiscale” dovrebbero usufruirne significativamente, nel lavoro dipendente e in quello indipendente, le categorie dell’economia creativa anche mediante incentivi alla internazionalizzazione e alla formazione continua”.
Peraltro la CIU ha fatto già approvare a Bruxelles al CESE, il 21 ottobre u.s., nel parere sull’”economia della creatività” (CCMI 074) un emendamento con cui sono state inserite le professioni intellettuali del lavoro dipendente (quadri, dirigenti, alte professionalità) e delle libere professioni che avranno un ruolo di rilievo, sia a livello territoriale (cluster culturali e creativi) che nello “spazio europeo ed italiano della creatività” partecipando al cambiamento economico, sociale professionale dettato dalle leggi della internazionalizzazione. Inoltre le professioni intellettuali possono contribuire ad un progetto pilota a rete in grado di attrarre i contributi creativi che pervengono anche dai soggetti che sono all’esterno dei confini dell’Unione Europea.