domenica 1 maggio
Inizialmente l’idea era quella di dedicare una giornata “marradese” a questo frate domenicano di cui non molto si conosce. Serafino Razzi nasce “casualmente” a Rocca San Casciano come i fratelli minori, dove il padre Populano Razzi era stato nominato Podestà della Signoria di Firenze. Per tutta la vita comunque, firmerà le sue opere, gli atti di governo dei conventi ed ogni documento con il nome Serafino Razzi Marradese, come a riconfermare costantemente l’appartenenza alle radici della sua famiglia. Durante la vita ecclesiastica verrà sempre indicato con il cognome che spesso all’epoca, veniva sostituito dal luogo di provenienza. Ma Marradi aveva già dato all’Ordine Domenicano uno dei suoi più illustri fratelli, “Fra’Silvestro da Marradi di Evangelista, morto nel 1517. Il nome di Serafino è giunto fino a noi, principalmente per la fama di cui ha goduto l’opera “Libro Primo delle Laudi Spirituali”, che ancor oggi è oggetto di studio per eminenti docenti universitari, ricercatori e musicologi di tutto il mondo. Il tentativo di tracciare un profilo biografico della sua vita ha però aperto un mondo inatteso che, principalmente noi suoi concittadini, non conoscevamoappieno.
La ricerca condotta tra l’Italia, la Croazia e la Francia, basata sui documenti autografi, le opere a stampa “Cinquecentine” e gli atti degli archivi storici dei conventi dell’ordine, hanno fatto riemergere un uomo straordinario. Serafino Razzi fu uno dei più illustri rappresentanti dell’Ordine Domenicano del suo tempo: la fama di studioso, insegnante teologo, storico, poeta, biografo perdurò per tutto il XVII secolo. Come molti che godettero di straordinaria fama in vita , sul finire del 1600 il ricordo di lui andò lentamente scemando, relegandolo al ruolo generico di compositore di Laudi Spirituali. La storia raccontata nel libro “Fra’ Serafino Razzi OP Dottore Teologo Marradese” è incentrata principalmente alla parte della sua vita relativa al Regno di Napoli e in Croazia, oltre naturalmente alla produzione poetica legata ai libri di Laudi e Poesie Spirituali.Questo perchè la vastità della documentazione raccolta ha imposto una divisione “geografica” della sua lunga vita. Attualmente Serafino Razzi, in Croazia, Dalmazia e in tutti i Paesi Slavi, gode di una fama sorprendente. Le sue opere sono studiate e utilizzate come fonte di informazione storica a livello universitario ed è annoverato, quantunque autore straniero, tra i più importanti umanisti di quei paesi. Dalle scuole medie alle Università di belgrado, Lubjana, DubrovniK, Zagabria, Spalato, Cattaro, Serafino Razzi è conosciuto fin dal 1587 con l’appellativo di “Frate Bianco”. Si deve a lui la prima ed unica opera mai scritta sulla storia di Dubbrovnik, all’epoca Repubblica di Raugia o Ragusa, e non esiste nessuna altra opera di questo tipo fino al XX secolo.
Il 28 maggio prossimo venturo, a Marradi, dopo la presentazione del libro, nel contesto della conferenza storica sulla vita, le opere ed i viaggi di Padre Serafino Razzi, sarà aperta la mostra che vedrà esposto a Palazzo Torriani la cui prima edificazione si deve proprio a Serafino Razzi, di tutto il materiale raccolto che proviene interamente da collezzioni private.
Domenica 29 maggio nella Chiesa delle Suore Domenicane di Marradi, verrà eseguito da Opera In-stabile Orchestra diretta, diretta dal M° Giacomo De Simonis, lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi, come ufficio in memoria. Il concerto sarà riproposto secondo la documentazione dell’epoca che riporta in dettaglio la prima esecuzione nella Cappella di San luigi al Palazzo di Napoli su commissione della Confraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori. Il testo poetico dello “Stabat Mater Dolorosa”, sequenza poetica di venti strofe ognuna di tre versi, legate a due a due dalla rima, risale al XIII secolo ed ha con molta propabilità una matrice francescana. Un tempo questo testo veniva attribuito a Jacopone da Todi, morto nel 1306. Alla fine del XVI secolo, nel periodo post-tridentino, lo “Stabat Mater” era regolarmente impiegato come inno nella preghiera delle ore canoniche. Nel 1727 Benedetto XIII lo introdusse ufficialmente nel Missale Romanum come Sequenza per la Solennità per i Sette Dolori di Maria.
Barbara Betti