giovedì 30 giugno
E’ un vuoto incolmabile per la moglie Carla, per i suoi due figli e per tutti i suoi famigliari, ma lo è anche per tantissimi di noi e per chi scrive.
Maffo, lo chiamavamo così, secondo l’abitudine, tutta marradese, era un uomo di principi rigorosi ma gioviale, esprimeva subito simpatia per quel suo modo di porsi mai imbronciato, mai una parola sopra le righe, sempre disponibile e con il sorriso sulle labbra. Figlio degli indimenticabili Carlino e di Carla Montefiori, sempre attivo nella Parrocchia, nell’Associazionismo e nello sport, sorretto da una fede cristiana intimamente partecipata e vissuta con discrezione, è stato anche un esemplare dipendente pubblico. Quando fui Sindaco e Presidente del Consorzio Acquedotto Val Lamone, ho avuto l’onore di lavorare con lui, che era stato con Flavio Bellini il primo dipendente ed era quindi la memoria storica e la colonna amministrativa del Consorzio Acquedotto, ricavandone, oltre che la conferma delle sue doti umane, l’opinione netta della sua professionalità, della sua precisione nell’istruire gli atti e le delibere, della sua competenza del suo equilibrio e del suo amore per un istituto che sentiva come una seconda casa. Per Carla, mia amica di infanzia, e per i figli voglio aggiungere che hanno avuto un marito ed un padre straordinario e tutti insieme hanno rappresentato e rappresentano una bella famiglia alla quale tutti quelli che hanno conosciuto Maffo sono vicinini con affetto.
Rodolfo Ridolfi