“Volevano condannarci al silenzio con i soldi degli utenti, sono stati condannati ma faranno finta di nulla” Nel mio libro
mercoledì 5 settembre
Nel libro “Le Coop Rosse il più grande conflitto di interessi dell’Italia del dopoguerra” a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta con i contributi di Davide Giacalone e Tino Oldani, del 2007, al capitolo VI Hera Spa: il nuovo modello del capitalismo in rosso, affermo fra l’altro: “ Numerosi politici, studiosi e giornalisti, da anni denunciano come il sistema delle partecipazioni locali rappresenti un vero e proprio freno alle autentiche liberalizzazione dei servizi, configurando di fatto un monopolio ed un blocco alla libera concorrenza. Questo fenomeno è diffuso a tal punto da provocare un forte dissenso che si esprime da tempo con numerose iniziative di cittadini e associazioni dei consumatori, con interpellanze e interrogazioni nel Parlamento, nella Regione Emilia-Romagna, nei Comuni e nelle Province dove opera Hera Spa”. Molti episodi accaduti dopo la pubblicazione del libro hanno continuato a confermare e rafforzare quanto già ampiamente dimostrato” Dai 22 milioni di euro di multa dovuti da Hera spa al fisco, a causa dell’ingiunzione dell’Ue per le agevolazioni concesse nel triennio 1996/99, risultato dell’assoluta incapacità dei sindaci dei Comuni soci, che hanno accettato passivamente il ruolo di essere telecomandati per inseguire il business su servizi essenziali”. “ Già dieci anni orsono, quando la Consob nel 2002 lanciava i suoi segnali di avvertimento, era chiaro che sarebbe finita esattamente come sta finendo: con un danno di proporzioni gigantesche per le tasche dei cittadini, costretti a pagare per l’insipienza dei loro primi cittadini e la spregiudicatezza di consulenti e dirigenti di Hera, per di più profumatamente pagati”. Ho sempre sostenuto che una certa sinistra ha per lungo tempo giocato in borsa con i soldi dei cittadini e che gli intrecci giunte rosse, coop rosse, multiutility rosse sono sotto gli occhi di tutti ma pochi hanno avuto il coraggio di denunciare questa distorsione del nostro sistema economico ed istituzionale. Insieme a Renato Brunetta, Andrea Pamparana e Giorgio Stracquadanio per primi ce ne siamo fatti carico nel febbraio 2006 con la pubblicazione, uscita con Panorama “Documenti di Panorama” “Il Capitalismo in rosso indagine sulle coop dai valori alle speculazioni” Hera ha tentato di fermare questa operazione di “verità e di trasparenza” trascinando noi e Panorama, allora diretto dal compianto Pietro Calabrese in giudizio per sentirci dichiarare responsabili in solido e vederci condannati come diffamatori nei confronti di Hera e, comunque per aver leso la sua immagine imprenditoriale, al risarcimento di tutti i danni materiali e morali subiti, nonché dell’ulteriore danno previsto dall’art. 12 L. n. 47/1948, da liquidarsi nella misura di €. 550.000,00 ed alla pubblicazione a nostre spese della sentenza o di un estratto della stessa sui quotidiani “La Voce di Rimini” e il “Corriere della Sera”, nonché sulla rivista “Panorama”. Il tribunale di Milano con sentenza del 9 agosto 2012 ha rigettato la pretesa di Hera condannandola a rimborsare alla parte convenuta, mirabilmente rappresentata dagli avvocati Antonello Martinez e Alberto Carlo Merlo le spese di lite, che ha liquidato d’ufficio in € 1.000,00 e € 20,000,00 per compensi, oltre i.v.a. e c.p.a. A queste cifre vanno aggiunti gli onorari che Hera dovrà sborsare agli avvocati Giuseppe Gullo, Gianluigi Serafini e Filippo Sgubbi. Sappiamo che chi ha preso quella decisione politica non pagherà un solo euro che graveranno invece sulle tasche nostre e sulle nostre bollette, come è accaduto sempre per le multe fiscali e quant’altro comminate ad Hera. Molto di quanto contenuto nel successivo libro “Le coop rosse” del 2007, per la verità con qualche anno di ritardo è stato ed è ancor oggi all’attenzione della magistratura come nel caso di…. E di Terre emerse. Per quanto riguarda Hera sarebbe corretto che, finalmente, in un soprassalto di dignità i sindaci dei Comuni soci, per rispetto ai cittadini, facessero valere la maggioranza delle quote azionarie per convocare l’assemblea di Hera spa e per chiedere che almeno i 21 mila euro che la multyutility è stata condannata a pagare e gli onorari degli avvocati fossero addebitati ai consulenti e ai dirigenti, diretti responsabili della incauta ed ingiustificata causa. Hera in omaggio alla trasparenza dovuta a tutti gli utenti dovrebbe anche pubblicare un estratto della sentenza sulla Voce di Romagna, Sul Corriere della Sera e su Panorama. L’amministratore delegato ed il presidente se non fossero così pervicacemente incollati alla poltrona dovrebbero liberare le Istituzioni dalla loro imbarazzante presenza, ma così non sarà e noi dovremo consolarci con il diritto di opinione e di parola, che questa volta non sono riusciti a ledere e a limitare, affermando “ Bei compagni alle coop e ad Hera!”
Rodolfo Ridolfi