Premiazione al caffè letterario “Giubbe Rosse” Firenze 20 settembre

alessandro scarpagiuria al completo primo piano giuriasabato 27 settembre

Continuano gli echi positivi della giornata fiorentina del 20 settembre al caffè letterario delle “Giubbe Rosse” dove si è svolta la premiazione della prima edizione del premio letterario “La Poesia ci salverà” voluto ed organizzato dal quotidiano on line Marradi Free News, dall’Accademia degli Incamminati e dal centro studi “Enrico Consolini”. La premiazione è stata una occasione per celebrare il centenario della stampa dei Canti Orfici e per suggestive riflessioni su Campana e la cultura del suo tempo contenute negli interventi di Rodolfo Ridolfi e di Mirna Gentilini e quelle sul rapporto arte e psichiatria così ben introdotto dal professor Massimo Scalini. Maurizio Ferrini, Pape Gurioli e Rodolfo Cernilogar hanno letto i testi delle opere vincitrici.mirna

 

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Intanto Marradi si prepara ad accogliere la prima fase della cerimonia di premiazione del primo Concorso di prosa lirica inedita, bandito dal Centro Studi Campaniani e dall’Accademia Il Fauno di Firenze, che si terrà sabato 11 ottobre 2014 alle ore 16 presso la sede del Centro Studi “Enrico Consolini” mentre la seconda sarà a Firenze in Palazzo Vecchio Salone de’ Dugento sabato 15 novembre 2014 ore 16. Il premio nelle due sezioni in cui era articolato sarà assegnato a Cristina Viti  con l’opera “Pomeriggio montevideano” e Alda Magnani con “Un paese e un bosco del nostro Appennino”

mazzolini

monica guerraLa stagione delle iniziative organizzate da Enti, Associazioni e Fondazioni Culturali per ricordare il centenario della pubblicazione dei “Canti Orfici” volge al termine e Patrizia Socci poetessa ricorda così la sua esperienza, come seconda classificata al Premio “La Poesia ci salverà”, destinato a proseguire con la seconda edizione nel 2015 anno del 130° anniversario di Dino CampanaVorrei inviare un sentito ringraziamento per la bella cerimonia di premiazione avvenuta sabato scorso allo storico Caffè Letterario “Le Giubbe Rosse” a Firenze. Qualcuno ha detto, mi pare il Presidente, che sarebbe stata una cerimonia “minimale”, ed è stato proprio quello il bello, la semplicità e l’autenticità di un evento, senza tanti fronzoli, ma ricco di contenuti. Lo scenario, come ho detto nel mio breve intervento, mi ha riportato sui banchi di scuola delle superiori, quando il mio argomento preferito erano le riviste fiorentine, tanto è vero che fu oggetto di discussione agli esami di stato. Spero che ci saranno, in futuro, altre occasioni. Sarà per me un piacere e un onore partecipare.

P.S.

“Bomba d’acqua” per Mauro Ridolfi di Forza Italia la frazione di Campigno è stata abbandonata al suo destino

 

IMG_20140920_151915giovedì 25 settembre

Da Mauro Ridolfi Presidente di Forza Italia Marradi riceviamo e pubblichiamo:

Sono passati alcuni giorni dall’evento atmosferico anomalo, che ha colpito i nostri territori, ovvero la bomba d’acqua che ha provocato disastri in quasi tutta la Toscana e che non ha  risparmiato neppure il nostro comune. Tutto è iniziato con un fortissimo nubifragio verso l’1,30 della notte di sabato 20 che si è protratto sino alle 6,30 della mattina, la maggior parte delle strade si sono trasformate in un unico torrente, devastando e trasformando quello che dovrebbe essere il normale percorso delle acque pluviali, cioè fossette, caditoie e quant’altro, (le quali erano già in uno stato critico da circa due anni perché nessuno si è occupato della normale manutenzione). La mancanza di manutenzione determina i gravi rischi ed i danni provocati da ogni ruscello, ogni fossetta, ogni piccolo invaso, e così è successo nella nostra frazione in località Campigno.  Alcuni cittadini residenti, proprio a Campigno, mi hanno chiamano in tarda mattinata, riferendomi che proprio per colpa di questa bomba d’acqua le loro case erano seriamente danneggiate . Così ho deciso di raggiungerli, percorrendo la strada comunale che dalla frazione di Biforco arriva a Campigno. Per strada c’era di tutto, ma niente che potesse ostacolare un auto normale. Arrivato sul posto mi sono reso conto che la situazione si presentava veramente grave, come testimoniano le foto fatte.

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C’erano svariate tonnellate di detriti trascinati dalla potenza dei torrenti che si erano  formati invadendo tutto ciò che era sul loro percorso, fino ad entrare in alcune case, in una di queste l’acqua ha raggiunto oltre un metro e cinquanta di livello ovviamente creando distacchi di intonaco di notevoli dimensioni e rovinando completamente ciò che era a pianterreno cioè mobili frigoriferi ecc….

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Subito sono iniziate con pompe di fortuna le operazioni per far defluire l’enorme massa di acqua, nel frattempo i cittadini hanno allertato la centrale operativa dei Vigili del Fuoco la quale li ha messi in lista, perché le chiamate erano tantissime ed il personale impegnato ovunque.  Presi da disperazione i cittadini mi hanno riferito di aver che cercato di contattare anche il Sindaco, ma tutti  i tentativi si sono rivelati vani  e tutto  si rivela inutile, perché a Campigno nessuno si è fatto nè vedere nè sentire nemmeno per dare una parola di conforto. Tutto ciò è veramente sconcertante: con quale coraggio i nostri amministratori andranno a chiedere, il pagamento della TASI visto la risposta che hanno dato alla cittadinanza, oppure esistono cittadini di serie A e serie B???…e fortunatamente nessuno si è fatto male, i mobili bene o male si ricomprano …….ma non sempre va così…..tutto ciò lascia imbarazzati e amareggiati.

Ridolfi Mauro Presidente di Forza Italia Marradi, 

Capogruppo di Forza Italia nell’Unione Comuni del Mugello

Premio “La Poesia ci salverà” le prime tre opere vincitrici: “Una Modella”- “La Mia Vita” -“Diario di Clinica”

mirnadomenica 20 settembre

Come prevede il bando procediamo alla pubblicazione delle Poesia vincitrici del Premio “La Poesia ci salverà”:

 

 

 

Una Modella

Da bambina sognavo di diventare ballerina

ora che ho vent’anni finisco spesso su una copertina

perché faccio la modella

avanti e indietro su una passerella

col mio corpo pelle e ossa

mia madre è felice anche se alla fossa

la mia vita marcia più veloce

pensate che fregatura una morte così precoce

di questo mio mondo non vi stupite

son bella e ho sopportato cose inaudite

al ritmo di dieci sfilate al giorno sono al top

per la mia ambizione si corre senza stop

mio fratello a scuola è bravissimo

io no ma questo mio mondo oh sì è fighissimo !!!

Michele Toriaco -Torremaggiore (FG)

 

mazzolini————————————

La Mia Vita

Mi lascio scivolare la vita

come scialle di seta

mosso dal vento

le mani

accarezzano i ricordi

sembrano gatti accovacciati

che fanno le fusa

e poi dune di sabbia

a nascondere la paura

degli agguati notturni

quando il freddo si spande

e la calura del giorno

appare lontana

Mi lascio scivolare la vita

come un addio alla stazione

quando il treno si muove

lento deciso

e i piedi si fanno di piombo

il respiro è carta vetrata

e la vita che resta

è l’ultimo soffio

dell’esaurirsi del vento.

Patrizia Socci- Empoli (FI)

 

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 pubblico1

  Diario di Clinica        Tutto va per il meglio nel peggiore dei mondi possibili

(D. Campana)

“ È il silenzio che stordisce

il buio che acceca “

indicava una forma sbieca

ad altezza d’uomo

a margine    a grido

altro

oltre il confuso

dei sospiri a terra

e nemmeno il nome

dopo che chiamato

non rispose

nell’attimo indugiai

quasi sovrapposto a lui

il giorno a vetro

dietro gli alti cancelli

e viali lineari sul retro

Non si scommette

sul ritorno

se sarà

sarà un giorno qualsiasi

l’aspetto

come da un lungo viaggio

capelli scomposti

sguardo selvaggio

non dormirà subito

per avere visto troppo

per non dover vedere ancora

non parlerà subito

per avere udito troppo

per non dover udire ancora.

Mauro Barbetti-Osimo (AN)

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 giuria al completo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 Settembre 2014- 70° Anniversario della Liberazione di Marradi

1944 Alexandergiovedì 18 settembre 2014

Dopo i terribili bombardamenti del 5, del 30 giugno e gli altri del‘44, il Paese appariva uno spettrale e desolante cumulo di macerie e la popolazione era quasi tutta sfollata obbligatoriamente per ordine del maresciallo Kesselring. Il 10 settembre, l’offensiva del generale Clark, che comandava la 5^ Armata, prese corpo. Gli americani avevano il compito di sferrare l’attacco principale lungo la strada Firenze- Firenzuola-Imola, i britannici si dovevano muovere sulla cosidetta Strada Freccia la faentina Borgo San Lorenzo-Marradi-Faenza. Il 18 settembre del 1944 le truppe alleate liberavano Biforco. L’8^ Divisione di Fanteria indiana agli ordini del generale maggiore D. Russel, conosciuto come Russel Pasha, dopo aspri e sanguinosi combattimenti, spesso all’arma bianca, si impadronì del caposaldo tedesco sul monte Femmina  Morta aprendo così la strada per Crespino e la Valle del Lamone. Per primi arrivarono, direttamente a Biforco, i GurKa dell’8^ divisione cui si aggiunse in seguito una parte della prima divisione britannica di fanteria ed insieme procedettero alla completa liberazione del capoluogom di Marradi. Il 24 settembre il 2nd North Staffordshire occupò Marradi e si spinse sia a nord che ad est ma la compagnia B, che si muoveva verso Monte Gianni, trovò la posizione occupata in forze ed imprendibile con un assalto diretto. I problemi maggiori erano sul fianco destro della strada per la difficoltà del terreno nonostante gli uomini della 8^ divisione indiana avessero fatto progressi sia pure lentamente, non riuscivano a cacciare i tedeschi dal monte di Castelnuovo senza il cui possesso Marradi non sarebbe stata per niente sicura.

1944Marradi 1944 ponte Grande

Durissima ed impegnativa fu la battaglia per conquistare Gamberaldi. Gli alleati optarono allora per proseguire l’avanzata a nord est verso la via principale per Faenza. C’erano tuttavia da risolvere alcuni problemi: aprire le strade, i genieri tedeschi avevano sabotato e distrutto il ponte ferroviario a Crespino fatto cadere sulla strada; la strada a Camurano era stata fatta saltare; il grande ponte di Biforco era stato distrutto come quello di Marradi. C’era poi il problema di allestire un centro chirurgico a ridosso del fronte, questo problema fu risolto costituendo un centro chirurgico avanzato che aveva come nucleo l’infermeria da campo della 2nd Field Ambulance a Fantino collocata nella Villa di Scalini Scala, unico edificio adatto, che garantì abbondanti letti per tutti i reparti. Per questa complessità, aggravata dalle condizioni metereologiche che impedirono agli alleati di ricorrere alla supremazia aerea, furono necessari ancora alcuni mesi per la liberazione dell’intero territorio comunale e per la fine delle ostilità in quanto la linea di avanzamento delle truppe alleate subì una forte battuta d’arresto così che, Abeto, Gamberaldi, Lutirano e Sant’Adriano come pure le aree di Monte Romano e Fontana Moneta, dove erano sfollati moltissimi marradesi, rimasero sotto il controllo dei nazifascisti. Quei mesi furono interminabili e terribili perché i civili si trovarono intrappolati in una guerra di retrovia di due eserciti agguerriti con l’aggiunta di operazioni belliche e di guerriglia della Brigata partigiana comandata da Bob Luigi Tinti con Guido Gualandi, Moro, commissario politico che tentò inutilmente di sfondare il fronte tedesco a Purocielo e a Cà Malanca come accadde il 9-13 ottobre ’44. A Fontana Moneta, il giorno della liberazione del capoluogo di Marradi, 25 settembre 1944, veniva colpito a morte Teodoro Anforti, trentaduenne marito di Rosa, padre di due figlie Agnese e Nella che, come racconta Fedora, la nipote: “Si trovava, insieme ad altri, al pascolo con le mucche quando una pattuglia di tedeschi, impegnata in combattimento contro i partigiani del Ravenna, lo falciò con una sventagliata di mitra. Il suo corpo fu poi traslato, tre anni più tardi, nella cripta del sacrario dei martiri di  Crespino”. Domenico Albonetti e nello stesso luogo tre giorni dopo, Isidoro Cappelli fu ucciso dai tedeschi il 4 ottobre ai Capitelli di S. Adriano. Il 15 ottobre, a Grisigliano, Jacopo Gentilini cadde per mano tedesca e Agostino Frassinetti fu fucilato a Cesata di Lutirano il 29. Il tenente colonnello della Wermacht, Helmut Schroeder, nella rivista Alte Kameraden del ‘57 scrisse: “Coi partigiani avemmo rilevanti noie nei dintorni di Marradi. Più di una volta le salmerie furono assalite e saccheggiate. Essi erano ben armati ed equipaggiati grazie ai rifornimenti di armi paracadutate dagli aeroplani. Li lasciavamo fare quando infine un giorno presero un intero ospedale da campo, con medici, feriti ed attrezzature. Iniziò da quel momento un nostro energico contrattacco condotto su larga scala e setacciammo l’intera zona. Era assai difficile distinguere i partigiani dagli abitanti del luogo”. Le formazioni partigiane operanti nel Territorio di Marradi furono: un gruppo partigiano di Giustizia e Libertà, diretto da Riccardo Gizdulich capitano Bianchi, che organizzò quella banda partigiana che doveva diventare in seguito la Seconda Brigata Rosselli; la Brigata Lavacchini della Divisione Potente, comandata da Donatello Donatini; la Prima compagnia Sergio e la Seconda compagnia Villi, della 8^ Brigata Romagna, che operò dal gennaio all’aprile ‘44, di questa Brigata facevano parte i marradesi Martino Alpi e Sirio Di Paolo Ancillotti; la Banda Corbari, una ventina di uomini impegnati dall’aprile all’agosto ’44 mese della cattura di Corbari e di Ines Versari; le compagnie Amato, Marco, Pino, Tito, Ettore e Paolo della 36^ Brigata Alessandro Bianconcini Garibaldi attiva dall’aprile all’ottobre 1944. Il comandante Paolo, Francesco Gentilini, muratore, classe 1924 di Riolo Terme, tenente partigiano, il 10 giugno 1944 entrò di notte a Marradi fece prigionieri i carabinieri e distribuì un carico di grano destinato alla Germania e prima di andarsene provvide a bruciare gli incartamenti dell’ufficio di leva. Paolo l’11 agosto del ‘44 partecipò alla battaglia di Capanna Marcone e dal 1966 al 1980 fu sindaco comunista di Massa Lombarda. Nel territorio del comune di Marradi operò anche il battaglione Ravenna, forte di una quarantina di uomini. Il Ravenna era comandato da Vittorio Bellenghi e dal suo vice, Bruno Neri, entrambi uccisi a Gamogna nel luglio ’44.

Rodolfo Ridolfi