Sono passati quasi otto anni dalla scomparsa di Oriana Fallaci e mai come in questi giorni la sua visione, la sua verità, la sua intransigenza ed il suo insegnamento sono ricordati e rimpianti da molti. E’ giunto il momento che la politica, le istituzioni, soprattutto quelle scolastiche e culturali, promuovano momenti di riflessione, sull’importante testimonianza politica e civile che Oriana Fallaci ci ha lasciato. Ricordino Oriana Fallaci per il suo contributo culturale e storico, e per il suo coraggioso impegno nell’affermare la necessità di tutelare la nostra civiltà cristiana ed occidentale, anche intitolandole una Via o Piazza cittadina. Firenze non ha ancora provveduto provveda subito ed anche i Comuni del Mugello si attivino in questa direzione.
Oggi le condizioni dello scontro fra Islam ed Occidente sono nuovamente di drammatica attualità, i cristiani sono perseguitati in maniera sistematica, le vicende prima della Libia, dell’Egitto, della Siria e poi quelle di queste settimane che ci hanno fatto scoprire Jhadisti legati ai tagliagole del Califfato autoproclamato dell’Iraq e del Levante e fedelissimi alla guerra santa per l’Islam a casa nostra, sono lì ad attestare che siamo nuovamente in guerra forse la terza guerra mondiale come ha accennato Papa Francesco. Per questo “Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere” (Oriana Fallaci). Sono passati quasi otto anni dalla scomparsa di oriana Fallaci e mai come in questi giorni la sua verità la sua intransigenza ed il suo insegnamento sono rimpianti da molti, anche da quella sinistra supponente e salottiera che non la sopportava. Io come ho sempre fatto anche quando andavano di moda le bandiere della pace che oggi evidentemente i catto-comunisti hanno riposto in naftalina, voglio rendere omaggio ancora una volta all’umanità complicata di Oriana, alla sua figura di donna, giornalista e scrittrice perché sto dalla parte di coloro che si sentono “ orfani”. Ho avuto il privilegio di conoscere Oriana Fallaci, toscana purosangue, con la sua forte personalità e i suoi modi spicci, nel corso di una campagna elettorale a Firenze alla fine degli anni 70 quando fu candidata al Senato della Repubblica nel collegio di Greve in Chianti, per il PSI e conservo gelosamente una lettera che mi inviò, quando ero Sindaco di Marradi, lettera che accompagnava una copia del suo libro Insciallah, 1990, super premio Bancarella con la preghiera che Oriana mi rivolgeva di ringraziare mio padre che a New York l’aveva aiutata a scrivere correttamente le parti in dialetto di Nicola romagnolo di Ravenna, il figlio dell’edicolante vicina Galla Placidia. E’ morta il 15 settembre del 2005 mentre i nostri soldati erano di nuovo in Libano come nell’1983, lasciandoci mentre era in atto una nuova assurda offensiva degli Islamici contro Benedetto XVI e contro il cristianesimo.. Ci manca la sua rabbia ed il suo orgoglio, ci manca Oriana che non le mandava a dire ma esprimeva chiaramente la sua opinione “politicamente non corretta” da “antifascista” ma non pacifinta che odia quanti nel nome “ormai sputtanato” della pace manifestano a senso unico ed usano la violenza per condannare la violenza, che approfittano della democrazia per scatenare l’eversione. Oriana venne sopraffatta dal male nel momento in cui “Il relativismo rinnegava i costumi millenari della nostra storia ma il suo insegnamento alla faccia degli ipocriti sinistri rimane di straordinaria attualità là dove sottolinea lo svilimento dei valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia e come sia deleterio predicare l’uguale valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza regola l’integrazione degli immigrati”. Per superare questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della nostra civiltà Di fronte alla nuova aggressione dei Jhadisti, la nuova flotta islamica, gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento all’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. Molti di sinistra dopo l’11 settembre se la sono presa con Oriana Fallaci piuttosto che con i fondamentalisti. Noi piangiamo Oriana e ci sentiamo orfani, perché ci manca la sua voce aspra di donna combattente, ci manca la sua occidentale arroganza, ci manca la sua impietosa visione del nostro mondo.