Nel 2014: 254.077 visitatori diversi, 427.270 visitatori e un totale di 2.087.985 accessi per Marradi Free News

unnamed 

mercoledì 28 gennaio

Il sito di Marradi free news, quotidiano online nel territorio della Romagna Fiorentina, debuttava, domenica 6 giugno 2010 con lo scopo di offrire una puntuale lettura e rappresentazione della realtà di Marradi e della Romagna Toscana “… Marradi è un luogo ricco di energie e potenzialità culturali, artistiche, ambientali, turistiche ed umane, inespresse, dove spesso si manifestano rassegnazione e galleggiamento, i mali contro i quali impegneremo la nostra iniziativa editoriale e la nostra passione civile, che ha bisogno di un tessuto cittadino più moderno e dinamico. Marradi free news, nasce con una struttura volontaristica, ma costruito con competenze e professionalità  messe liberamente a disposizione degli altri”. In questi anni non ci siamo limitati a mettere a disposizione di tutti i lettori  le notizie, ma abbiamo offerto un modo per comprenderle meglio. La crisi dei giornali su carta stampata ed il calo di ascolti nell’informazione televisiva evidenziano come sempre più Marradi Free News sia un apprezzato leader nella comunicazione locale che contribuisce in modo particolare alla difesa del patrimonio culturale e storico ed alla promozione turistica di Marradi non solo con il mezzo virtuale ma anche con iniziative e pubblicazioni. L’organizzazione nel 2014,  in occasione del centesimo anniversario della pubblicazione dei Canti Orfici di Dino Campana, del premio  di poesia on line “La Poesia ci salverà” che ha registrato uno straordinario successo ci ha convinto a promuovere  nell’anno in corso la seconda edizione. Marradi Freenews è passato dalle 3907 visite uniche e 61.077 contatti del 2011 ai 46.333. accessi unici e 160.940 contatti del 2012 per raggiungere un ulteriore  trend di crescita Nel 2013: 186.144 accessi unici e 374.78 contatti per salire  nel 2014  a  254.077 visitatori diversi, 427.270 visitatori e un totale, al 31 dicembre di 2.087.985 accessi  (Dati statistici CEST)

I numeri ci attestano che a quasi cinque anni  di distanza dall’inizio della nostra esperienza l’attenzione e la fidelizzazione dei lettori è straordinariamente aumentata, quindi il bilancio che ne traiamo è positivo soprattutto per tutti gli amici  che collaborano in redazione e per i lettori. Il collegamento con Facebook, twitter, google+, il sito wwwbibliotecamarradi.com e la collaborazione con i media del territorio romagnolo e toscano ci hanno consentito di incrementare la divulgazione delle notizie soprattutto le più importanti ai nostri lettori.

L’Editore

Il maestro del dialetto marradese che ha tradotto e pubblicato le favole di Fedro scriveva già poesie e zirudele negli anni ’50 e ’60

Convegno-don-Annunzio-016-300x225domenica 25 gennaio

Renato Ridolfi, classe 1919 insegnante, ufficiale degli alpini, corrispondente del giornale “II Telegrafo” nel 1938 e della “Nazio¬ne” dal 1952 al 1954, cultore del dialetto, ha collaborato in questo ambito a New York con Oriana Fallaci al libro Insciallah,  vive nel paese tosco romagnolo cui da sempre ha dedicato tanta passione per vederne promosse le prerogative di centro culturale della Romagna Toscana anche come assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione dal 1960 al 1965. Renato Ridolfi è autore di numerose pubblicazioni: Cose di Casa Nostra, 1977; La Battaglia delle Scalelle, 1987; “Bel Amì e Gigino” con Rodolfo Ridolfi nel 2001; La Cantata delle Scalelle con Raffaella Ridolfi nel 2002;“Camminando per Marradi tra cento ricordi e mille nostalgie” 2003; “Nondum matura est” Ricordando le favole di Fedro in dialetto marradese 2005 . “…Nelle sere invernali…”Progetto “scaccia noia” tra aneddoti e curiosità del 2008  e autore e regista di numerose riviste ed operette fra le quali: Il Canzoniere, 1955, e Suona la naja, 1987.

 

Renato Ridolfi memoria di ferro aggiunge un nuovo tassello scritto all’impegno di uno studioso appassionato ed innamorato di Marradi e del suo dialetto del quale è indubbiamente il più qualificato studioso e interprete con gli scritti che ha ritrovato tra le sue carte e che riproduciamo come ce li ha consegnati.

Si tratta della poesia dialettale Estasi con la quale partecipò nel 1967 al 1° Concorso “La Pignataza” e delle Zirudele La Mostra di Pitur e Inaugurazion d’la ferovia 19

 

img728

img738 a

 

 

 

 

 

 

 

img739

 

 

 

 

 

img734

 

 

 

 

 

 

 

 

img733

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovani marradesi tradotti in Germania ai lavori coatti nel 1944

images  domenica 25 gennaio

Il prossimo 27 gennaio, giornata della memoria, come avviene tutti gli anni saranno consegnate dal Prefetto di Firenze nel memoriale della basilica di Santa Croce a Firenze le medaglie d’onore ai parenti dei deportati fra i quali Amedeo e Claudio Pierantoni ed altri marradesi. Riproduciamo alcune pagine del libro di Rodolfo Ridolfi “Domenico Vanni-sovversivo per la libertà”dopo quelle della settimana scorsa: A pag 20 del libro si legge infatti:…… Mio nonno aveva una vera fissazione per le belle scarpe e quindi la prima tappa era spesso nel negozio di Alberto Ciani, anche lui deportato a Mauthausen…., il Bar Centrale dove parlava volentieri con i suoi amici di sventura: Delmo, Adelmo Mercatali, impiegato comunale e marito della mia brava maestra di italiano Lina Piazza, Amedeo e Claudio Pierantoni,…. C’è poi nel capitolo: IL CAMPO DI FOSSOLI ED IL TRASPORTO N. 53 Il 25 maggio 1944 era scaduto il termine ultimo per beneficiare della clemenza mussoliniana verso i renitenti, verso coloro che non si erano presentati alla chiamata alle armi della Repubblica di Salò per non continuare la guerra al fianco dei tedeschi e che scelsero la macchia. La caccia all’uomo, i rastrellamenti e le rappresaglie si intensificarono, molti giovani si dettero alla macchia, la guerra civile entrò nella sua fase più cruenta. Domenico Vanni riuscì più volte a sottrarsi alla cattura che non poté evitare proprio il 25 maggio quando cadde in un’imboscata mentre si recava a vettovagliare gli americani e a Palazzuolo sul Senio a portare, come d’abitudine, l’Avanti! lo arrestarono, lo tradussero a Villa Triste, in Via Bolognese a Firenze, lo incarcerarono alle Murate dove erano già detenuti i marradesi, diciannovenni, Claudio Pierantoni, Mario e Armando Donatini, Amerigo Ferrini, Giuseppe Donatini ed il ventottenne Remo Scalini. Con mio nonno furono trasferiti l’11 giugno al campo di concentramento e transito di Fossoli (Carpi) Polizei-und Durchgangslager delle SS per essere deportati, come molti altri marradesi in Austria o in Germania, come ipotizza Camilla Brunelli, direttrice del Centro di Documentazione della Deportazione Toscana di Prato, in campi più blandi per lavoratori coatti. Da Fossoli, caricati su carri merci, molti venivano inviati a Reichenau ormai un semplice campo di transito, dopo essere stato campo di raccolta e di lavoro per manodopera italiana sotto le dipendenze della Gestapo, che vi deportò persone raccolte in tutta Europa per avviarle al lavoro forzato. Dopo qualche giorno i nazisti li trasferivano, sempre su carri bestiame, a Mauthausen per assegnarli ai lavori nell’industrie belliche, nelle aziende agricole, o in montagna a tagliare pini e portarli a valle. Remo Scalini, nipote di Arturo, ha raccontato di essere rimasto a Fossoli fino all’inizio del luglio 1944, di essere stato poi trasferito al campo di rieducazione al lavoro di Reichenau a Innsbruck, di essere transitato per Mauthausen dove rimase un mese circa per poi essere assegnato come lavoratore coatto, meccanico, alla Steyr Daimler Puch Aktiengesellschaft Herzograd colossale industria bellica di San Valentin nei pressi di Linz fino al marzo del 1945 quando si ammalò e venne rimpatriato. Nella stessa fabbrica di carri armati di S. Valentin, assegnati al lavoro coatto si trovavano Antonio Gurioli, Francesco Maretti, Antonio Mercatali, Paolo Palli, Donato Pompignoli, Filippo Sartoni, Giovanni Cavina, Giuseppe Donatini, Mario Donatini, Quintino Fanti e Amedeo Pierantoni ed altri giovani marradesi deportati ed assegnati al lavoro coatto nelle fabbriche e nelle aziende agricole; fra questi: Filippo Bandini, Antonio Mercatali, Marco e Sante Filipponi. Alle fornaci di laterizi furono assegnati Vincenzo Scarpa, Pietro Farolfi ed Amerigo Ferrini. Adelmo Mercatali, autore del libro E dicevano: Got mit Uns racconta che fu a Fossoli, Mauthausen, Wels e Bad Ischl. Un gruppo di deportati politici spagnoli che erano stati arrestati a Parigi, gli suggerirono di qualificarsi come elettricista. E così venne assegnato a Wels un campo di lavoro dove si riparavano auto e aerei aperto il 27 dicembre del 1944 e chiuso nell’aprile del 1945. Successivamente fu a Bad Ischl presso una ditta di idraulica come lavoratore coatto……

Marradesi e palazzuolesi nei campi di stermino nazisti

Personal Karte di Domenico Vanni
Personal Karte di Domenico Vanni

mauthausen arrivomartedì 20 gennaio

Nell’imminenza del giorno della memoria 27 gennaio ci piace ricordare  i marradesi e i palazzuolesi deportati nei campi di sterminio nazisti. Dalla mia ricerca sulla deportazione, contenuta in parte nel mio libro del dicembre 2011 “DOMENICO VANNI-sovversivo per la libertà, ho potuto rilevare come l’efferatezza nazista fosse accompagnata da un livello di innovazione tecnologica e da una maniacale precisione dei metodi di schedatura dei deportati che non ha eguali. Non c’è deportato politico sul quale i nazisti non abbiano compilato una scheda, Personal Karte, assegnando un numero di matricola e che non sia inserito nella Zugangsbaruck, registro degli arrivi. E così ho potuto ricostruire, grazie ai documenti del Museo della deportazione Toscana e dell’International Tracing Service della Croce Rossa Internazionale di Bad Arolsen, chi furono i deportati a Mauthausen.   Nelle pagine del registro degli arrivi a Mauthausen dall’Italia, relativo al trasporto n. 53 ho letto che il 24 giugno del ’44 furono tradotti da Fossoli a Mauthausen 475 deportati hai quali furono assegnati i numeri di matricola compresi fra il 76201 ed il 76675. Nella sesta pagina dell’elenco del trasporto, con il titolo sottolineato Liste der Zugange vom 24. Juni (arrivi del 24 giugno), c’è scritto: “416 Vanni Domenico 5.3.89 Marradi Baumeister (capomastro, perito edile). 76616 it. Sch. (Italianischer Schutzhaftling, cioè italiano arrestato in virtù del decreto della “Schutzhaft” detenzione preventiva a protezione del popolo e dello stato, così erano definiti i deportati politici)

 

 

Domenico Vanni nato a Marradi il 5 marzo 1889: primo deputato provinciale socialista  nel 1921, antifascista, partigiano della Brigata Lavacchini, amico di Saragat, Nenni e Pertini, distintosi per aver salvato nelle montagne di Pian delle Fagge alcuni ufficiali piloti dell’Air Force USA abbattuti dalla contraerea nazista. Arrestato dai nazi-fascisti, torturato a Villa Triste in Via Bolognese a Firenze, fu deportato a Mauthausen con il trasporto n. 53 e la matricola 76616. Il Comune di Marradi negli anni ’90 gli ha titolato una via nella sua Biforco

Alberto Ciani, commerciante, nato a Marradi il 5 ottobre 1915, fu arrestato dalle SS il 22 maggio ‘44 e trasferito alla Fortezza di Prato, sede della Guardia Repubblicana. Anche lui era sul trasporto n. 53 diretto a Mathausen dove lo tennero fino al 10 agosto 1944 per poi trasferirlo dal 13 agosto al 15 aprile ‘45 nel Kommando sottocampo di Wiener Neustadt e dal 16 aprile al 5 maggio ‘45 in quello di Steyr-Muenicholz. Matricola n. 76295. Ciani, liberato dalle truppe americane rimpatriò via Bolzano il 30 giugno del ‘45.

 

Nel trasporto n. 53, partito da Fossoli il 21 giugno ‘44 ed arrivato a Mauthausen il 24 giugno ’44, c’erano anche  i marradesi:

Armando Visani nato a Marradi il 20 agosto 1918, morto a Gusen il 23 novembre ‘44, matricola 76629 arbeiter (lavoratore).

Claudio Bandini nato a Marradi il 27 luglio 1926 funzionario matricola 76221, da Mauthausen venne trasferito nel Kommando, sottocampo di Ebensee dove morì il 28 aprile ‘45.

 

Di Palazzuolo di Romagna erano invece:

Massimo Biagi diciottenne (4 settembre 1926) matricola 76247, impiegato, trasferito ad Ebensee dove morì il 21 marzo 1945.

Giuseppe Donatini nato a Palazzuolo di Romagna il 31 maggio del 1917, fabbro arrestato il 30 maggio matricola 76321 trasferito ad Ebensee dove morì il 21 aprile 1945.

Ubaldo Galeotti nato a Palazzuolo di Romagna, il 5 luglio 1886 avvocato matricola 76349 Kommando, sottocampo di Melk, Abazia di Melk quella del film “Nel nome della rosa”.

A Mauthausen, dove era giunto l’11 marzo con il trasporto n. 32 dell’ 8 marzo 1944, mio nonno e gli altri suoi compagni di sventura trovarono Giampiero Verdi, matricola 57465, nato a Marradi il 28 giugno ‘23, meccanico, mechanische, arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana in una retata dopo lo sciopero generale del marzo ’44, internato alle Scuole Leopoldine di Firenze. Da Mauthausen Verdi fu trasferito a

Gusen dove morì il 22 aprile ‘45.

L’ultimo deportato marradese, in ordine di tempo, in  un campo di sterminio è stato Alessandro Pieri, nato a Marradi il 21 giugno 1884, matricola 21774, prigioniero nel campo di Bolzano fino al 5 settembre ’44 che venne trasferito, con il trasporto n. 81, a Flossemburg poi ad Hersbruck dove morì il 5 novembre ‘44.

 

Rodolfo Ridolfi