Una manifestazione ricca, di valori identitari e culturali importanti, quella voluta ed organizzata dal Gruppo Alpini di Marradi ”Gilberto Mercatali” con il patrocinio del Comune e la partecipazione dell’ Associazione Istituto Friedrich Schürr per la tutela e la valorizzazione del dialetto romagnolo. L’occasione la festa per le novantasette primavere del tenente degli alpini Renato Ridolfi che è stata anche l’occasione per presentare la sua ultima fatica letteraria “QUADÈRNE Il mio Zibaldone” pubblicato nel dicembre 2015. Grande partecipazione e significativa presenza delle rappresentanze delle penne nere di Faenza, Borgo S.Lorenzo, Brisighella e Palazzuolo sul Senio. A far gli onori di casa il Capogruppo della sezione Alpini di Marradi Angelo Gentilini e l’alpino dott. Aki Kostis che ha introdotto e coordinato l’impeccabile evento al quale hanno dato il solito straordinario apporto le Signore Anna, Paola e Stella. La mattinata si è dipanata in modo semplice ma molto interessante, a volte emozionante come quando l’alpino Romano Bassi di Faenza ha recitato: “PENNA NERA Esile lembo di un’ala” del generale Aldo Rasero :
Esile lembo di un’ala
che sa di altezze infinite,
di spazi sconfinati,
di dominio dei monti
e del piano.
Simbolo dei soldati dell’Alpe
perpetui nel tempo
sibili di tormente,
furor di battaglie,
pietà di opere buone,
calvari di penne mozze.
Segno imperituro
di forza, di coraggio,
di sacrificio, di valore,
piantata sul cappello alpino,
svetti nel cielo come bandiera
vecchia e cara penna nera.
O quando il Maestro Michele Carnevali, paracadutista ha interpretato con l’armonica a bocca “Sul cappello”e suonato con un’ocarina strumento di terracotta largamente utilizzato dalle truppe della Grande Guerra, ritrovata sul Carso, la musica di trincea “La tradotta”. All’intervento del dott. Kostis che ha tracciato un quadro biografico di Renato Ridolfi sottolineando le parti più significative del suo libro è seguito l’intervento del Prof. Gilberto Casadio Vicepresidente dell’Associazione Istituto Friedrich Schürr per la tutela e la valorizzazione del dialetto romagnolo che ha analizzato ed apprezzato gli scritti e le zirudele in dialetto marradese. Gli scritti dialettali di Renato Ridolfi non rappresentano infatti solo un originale e divertente esercizio di cultura popolare, ma una testimonianza, che da rango letterario ad una tradizione, prevalentemente orale, dell’uso del dialetto marradese. Renato Ridolfi è uno dei pochi scrittori marradesi ad utilizzare il dialetto dopo Anacleto Francini. Il prof. Casadio ha voluto leggere ai presenti anche due favole di Fedro, tradotte dal latino al dialetto e la poesia in lingua di Renato Ridolfi scritta il 6 novembre 1966 due giorni dopo l’alluvione di Firenze “Acquaforte”.
Dopo l’intervento del Sindaco di Marradi Tommaso Triberti ed il ringraziamento a nome della famiglia, della nipote di Renato, Raffaella, il capogruppo degli alpini marradesi ha consegnato a Renato Ridolfi una targa ricordo e Renato Ridolfi in un breve intervento ha voluto ringraziare, visibilmente contento ed emozionato, le autorità presenti e soprattutto la sua famiglia alpina che gli ha regalato la bellissima giornata proprio in occasione del suo compleanno ed agli alpini ed ai presenti fra i quali, in rappresentanza dell’Arma dei carabinieri, il maresciallo comandante la stazione di Palazzuolo Sul Senio Antonio Porfida, il suo “QUADÈRNE” . Un ricco buffet, un brindisi, le foto di rito e tanti ricordi hanno concluso l’evento.