domenica 15 maggio
Il 7 maggio scorso il prof. Francesco Baldassarri, nato nel Comune di Brisighella il primo novembre 1914, ci ha lasciato orfani della sua onnipresente attività improntata all’amore per la sua terra, la Romagna Toscana, all’ impegno serio, costante e generoso nelle Istituzioni dove ha operato al servizio dei bisognosi sempre ispirato e guidato dalla esperienza straordinaria ricavata dalla vicinanza e dalla collaborazione con il sacerdote romagnolo Don Giulio Facibeni. Lo ricordo brillante consigliere comunale di Marradi alle prime libere elezioni del 1946 e premuroso presidente dell’Asilo Infantile “Fratelli Scalini” nei suoi quattordici anni di mandato, 1949-1963.
La sua famiglia contadina, come facevano in quel tempo tutte quelle che non avevano sufficienti mezzi per intraprendere gli studi, ed anche mia madre fra questi, lo affidò al seminario vescovile di Modigliana, ma Francesco, non avendo la vocazione sacerdotale, fu poi indirizzato dal suo parroco a Firenze ad aiutare don Giulio Facibeni, che era stato cappellano militare, durante la prima guerra mondiale sul Monte Grappa e a tutti i soldati che morivano, angosciati per la sorte dei figli che sarebbero rimasti orfani aveva promesso di occuparsene personalmente. Alla fine della guerra Don Giulio, infatti, aveva cercato in tutta Italia i figli dei suoi soldati per assicurare loro sostentamento, istruzione e avviamento professionale e nel 1924 aveva iniziato quell’ opera di carità che tutti ricordiamo col nome di Opera della Divina Provvidenza ” Madonnina del Grappa”che si è poi estesa a tantissimi ragazzi bisognosi. L’ incontro con il Padre (come chiamavano a Firenze Don Giulio Facibeni) ha segnato per sempre la personalità di Francesco. Rimase con lui molti anni come educatore e collaboratore frequentando cosi l’Università fino a quando le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale lo costrinsero ad allontanarsene. Come Don Giulio si laureò in lettere e ha lavorato tutta la vita nella educazione dei giovani, trasferendosi, nell’immediato dopoguerra ad Imola in quanto vincitore del concorso per direttore del convitto per ragazzi con problemi famigliari e studenti fuori sede, convitto che adesso non esiste più ma che allora faceva parte delle Opere Pie dell’Ente Ospedaliero Santa Maria della Scaletta. Il 18 settembre del 1950 si sposò con Romea Neri, fino all’ultimo al suo fianco. Dal loro matrimonio sono nati i figli: Giuliana, Luigi Carlo e Alberto. Ha quattro nipoti e una pronipote. A tutta questa bella e cara famiglia, cui vanno le nostre più sentite condoglianze, assicuro, interpretando il sentimento, di tanti che lo hanno conosciuto e che gli sono grati, che saremo sempre estimatori della grande e schietta attività di questo nostro grande concittadino che indichiamo a tutti ed in particolare ai giovani come esempio da imitare.
Renato Ridolfi