sabato 22 aprile
“Quel giorno c’erano nuvole, piuttosto basse attorno alla zona, ma i ragazzi decollarono.” Le condizione del tempo ruppero la Formazione. come raccontano i cinque sopravvissuti e come si legge nella scheda-rapporto n.4631 del Quartier Generale Air-Force di Whasington. Il bombardiere con undici uomini di equipaggio a bordo, pilotato dal primo tenente Abner Harwy decolla alle 11,20.
Nell’area di Marradi viene rintracciato da Domenico Vanni che lo ricongiunge con due membri del suo equipaggio sergente Shergold e tenente Paul. Tutti nascosti da una famiglia italiana in quest’area fino a quando non guarisce; “…Mario Mancorti Valdimora 23 Cardeto, fornì cibo e alloggio per due ufficiali ed un sergente, un ufficiale un mese, un ufficiale ed un sergente due mesi. Quattro mesi in tutto. Dal primo maggio 1944 al 23 settembre del 1944 . Sfamò curò e ricoverò Kingsman lo avvisò e lo nascose ogni qualvolta i tedeschi erano nell’area. La moglie medicò Kingsman. Un uomo molto povero ha fatto tutto quello che poteva anche a rischio della propria vita. Gino Lippi (padrone) Villa Valdimora fornì il cibo a Mario senza chiedergli soldi Agosto Settembre 1944 Leonia la nipote di Mancorti fornì a Kingsman i vestiti del marito e procurò 8 lire maggio settembre 1944. Nella caccia all’uomo che seguì dopo che gli americani si furono lanciati con il paracadute, fu catturato solamente il navigatore Raymond Barthelmy che fu internato nel campo Stalag Luft in Germania dal quale fu liberato e ritornò negli Stati Uniti come racconta Chester Kingsman nella lettera a Domenico Vanni del 12 febbraio 1946;: “..Raymond mi ha scritto una lettera anche lui sta bene ed è congedato. E’ stato prigioniero in Germania :..”.
Il comandante della 6^ Brigata d’Assalto “L.Lavacchini” Donatello Donatini Presidente del CTLN di Borgo San Lorenzo che in un documento del 10 settembre 1945 scrive che “ il Vanni ha partecipato all’azione del 25 aprile 1944 in località Pian delle Fagge in Comune di Palazzuolo di Romagna, azione che portò alla liberazione di un gruppo di aviatori americani caduti col proprio apparecchio in detta località. In detta azione furono uccisi due militi fascisti, uno ferito e gli altri disarmati. Il Vanni arrestato dalle SS il 25 maggio venne sottoposto a sevizie onde rivelasse la località ove accampavano i partigiani ed il nome dei componenti del CLN di Borgo San Lorenzo. Egli manteneva un contegno ed una fermezza esemplari riuscendo così a frustrare tutti i tentativi dei nazisti
I resti di cinque di loro furono poi traslati negli Stati Uniti. al Zachary Taylor National Cemetery, nel Kentuky). E conclude “..dai i miei migliori auguri ai miei cari amici Mario, (Mancorti Mario), Maria ( Coiro Maria moglie di Mario),Leonia (Leonia Ferrini nipote di Mario), Lippi (Lippi Gino nato a Bibbiena a Marradi dal 26 agosto 1942 al 1956 agente di beni Cardeto Villa di Valdimora 23), Scalini (Scalini Arturo agricoltore in proprio, proprietario di Pian delle Fagge) , Lorenzo (Lorenzo Mancorti) e gli altri.”Cordiali saluti e buona fortuna Tuo amico per sempre Il 25 marzo 1946 Leslie J.Paul scrive “Caro Mengone …Questo per certificare che il sottoscrtitto LESLIE J PAUL dell’aviazione militare Americana ha ricevuto aiuto e rifugio da Domenico Vanni, la sua famiglia e i suoi amici da aprile fino al 28 maggio 1944, durante questo frangente ero considerato disperso. Il signor Vanni fu fatto prigioniero e torturato perché non volle dire dove io ed i miei ragazzi eravamo nascosti. Il signor Vanni era conosciuto come Mengone.” Queste persone sono oneste e sincere e mi hanno dato la migliore considerazione ed il miglior trattamento possibile. Il mio sentimento è quello che debbano ricevere qualsiasi tipo di aiuto o lavoro possibile…
Testimonianza di Beppino Ridolfi
Beppino Ridolfi, se lo ricorda molto bene quel 25 aprile del ’44 quando quell’aereo americano precipitò a Lozzole. Si trovava proprio presso il podere Pian delle Fagge e stava lavorando i campi assieme al padrone del podere, Arturo Scalini. Quando videro avvicinarsi l’aereo così basso pensò che volesse atterrare lì ma all’improvviso ci fu lo schianto. Quelli che erano con lui scapparono, lui, invece, rimase pietrificato. Immediatamente l’aereo prese fuoco (mio nonno ricorda che le fiamme erano talmente alte da sembrare che toccassero il cielo). Appena si accorsero dell’accaduto, lui e gli altri, corsero su per vedere se ci fossero superstiti. Naturalmente avvicinarsi all’aereo non era facile per via dell’incendio e del metallo che colava. Trovarono tre corpi di militari ancora legati al loro seggiolino che stavano bruciando dalla vita in su e si avvicinarono nella speranza di riuscire ad estrarli anche solo tirandoli per le gambe. Chiaramente non c’era più nulla da fare.
Testimonianza di Franca Zacchini
Franca Zacchini, nipote di Arturo Scalini, sorella di Carlo, ricorda molto bene che i tedeschi si fermarono a Pian delle Fagge minacciosi e fu solo grazie all’abilità ed al buon francese che Arturo Scalini ostentò nei confronti dell’ufficiale tedesco che le famiglie di Pian delle Fagge Franca e suo marito Beppe Baschetti evitarono guai seri pur dovendo per molti giorni nascondersi nelle grotte circostanti. Franca ricorda anche di essersi recata, incuriosita a vedere i resti del bombardiere abbattuto nei giorni successivi al 25 aprile del 1944.
Testo della motivazione dell’onorificenza conferita a Domenico Vanni