sabato 17 agosto – Tra le innumerevoli associazioni culturali italiane che si sono imposte all’attenzione del grande pubblico per la promozione della storia e della letteratura patria, degno di nota è senz’altro il «Centro Studi Campaniani Enrico Consolini».
Costituitosi nel 1989 con la partecipazione del Comune di Marradi, sin dagli inizi si è prefisso come scopo la creazione di una raccolta di documentazione riguardante la vita e l’opera di Dino Campana, il poeta “folle e visionario” nato nel suggestivo borgo dell’ appenino tosco-romagnolo nel 1885.
Si deve ad Enrico Consolini, sindaco di Marradi negli anni ’80 prematuramente e drammaticamente scomparso, l’intuizione di fare qualcosa lui che fu anche intellettuale “attento ed appassionato”, perché non andasse dispersa ma rivalutata la tormentata produzione letteraria del poeta Dino Campana. A lui infatti il merito di tante iniziative compresa quella del Premio letterario dedicato al poeta toscano. L’associazione fu promossa da Enrico Gurioli.
Il comitato fondatore del Centro Studi con il presidente Franco Scalini, il 28 dicembre del 1988 approvò lo Statuto che aveva proposto il sindaco Rodolfo Ridolfi, che fu poi recepito con l’atto costitutivo redatto dal notaio Giannantonio Pennino e registrato a Rimini il 24 marzo 1989. Non è un caso che la firma apposta in calce all’atto che sancì la nascita dell’associazione e di cui quest’anno ricorre il trentennale è del notaio Pennino perché la mamma del professionista, Emilia Bartolini è nata a Marradi. E tutta la sua famiglia il poeta Dino Campana lo conosceva bene.
Dino Campana
«Quando era a Marradi, ricorda il notaio Giannantonio Pennino, il Campana si tratteneva nella bottega della bisnonna materna Barberina Squarcini per mangiare e stare al caldo. Chiaramente non aveva un soldo. Ed era solito scrivere dei versi sui tavoli in marmo che purtroppo sono andati perduti.Un ragazzo dal carattere difficile, in paese lo chiamavano el mat -rammenta il notaio – insofferente della cittadina in cui viveva e da cui scappava appena poteva per andare a Firenze,anche se poi ritornava a Marradi dopo i suoi frequenti ricoveri in manicomio.
E quando trent’anni fa un gruppo di amici marradesi mi parlarono dell’idea di dar vita ad un’associazione che promuovesse nel mondo la figura e le opere del poeta di Dino Campana, accettai volentieri. Erano gli stessi compagni con i quali fin da ragazzo trascorrevo le estati a Marradi: Enrico Gurioli, Rodolfo Ridolfi, sua moglie Silva Gurioli ed Enrico Consolini. Ma – racconta il notaio – era quest’ultimo che davanti a un bicchiere di vino declamava a voce alta e stentorea alcuni brani dei Canti Orfici che ricordava a memoria. Dunque era impensabile non dedicare ad Enrico l’associazione campaniana.»
Da allora sono passati trent’anni e oggi il « Centro Studi Campaniani Enrico Consolini» ha ottenuto importanti riconoscimenti: Premio cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2002, Premio della Stima e dell’Amicizia in occasione del 40esimo anniversario del Centro d’Arte Modigliani; ha dato vita al Museo di Arte Contemporanea “Artisti per Dino Campana” e allestito la Mostra bibliografica campaniana permanente oltre a svolgere attività editoriale, gestire manifestazioni campaniane e culturali varie come mostre fotografiche, conferenze e convegni, tra cui spiccano le giornate dedicate alla valorizzazione del dialetto marradese. Ed anche quest’anno come i precedenti in occasione del genetliaco del poeta che cade il 20 agosto, il “Centro Studi Campaniano Enrico Consolini” lo celebra con un’iniziativa.
L’occasione è data questa volta dal trentennale della nascita della Associazione che verrà ricordata oltre che per l’intervento del traduttore russo di Dino Campana Sergej Durasov, accompagnato da intervalli musicali, anche per la consegna delle medaglie riportanti l’effige di Dino Campana da una parte mentre dall’altra il nome del socio fondatore. Un riconoscimento che l’associazione ha inteso conferire anche al notaio Giannantonio Pennino. La motivazione perché fu grande amico di Enrico Consolini nonché redattore dell’atto costitutivo dell’associazione campaniana a lui dedicata nel lontano 1989.