mercoledì 12 marzo
Il mondo della musica italiana piange la scomparsa di Pape Gurioli, pianista, compositore e arrangiatore di talento, morto all’età di 66 anni. Nato a Marradi il 19 novembre 1959, Gurioli si è distinto per la sua versatilità e creatività, collaborando con alcuni dei più grandi nomi del panorama musicale nazionale e internazionale.
La sua carriera ha preso il via nella formazione del prete rock don Italo Cavagnini, punto di riferimento per molti giovani musicisti. Dopo gli studi al Conservatorio di Firenze, con il suo caro maestro Padre Albino Varotti, il suo talento lo ha portato a lavorare con artisti del calibro di Jovanotti (con cui ha suonato per otto anni), Laura Pausini, Giorgia, Lunapop e Cesare Cremonini. Fu co-arrangiatore del celebre Pavarotti & Friends dal 1996 al 2000 e ha condiviso il palco con leggende del jazz e della musica contemporanea come Joe Zawinul, Steve Grossman Billy Cobham e Quincy Jones.
Oltre alla sua attività di pianista e arrangiatore, Gurioli ha composto brani per pianoforte adottati in diversi conservatori italiani ed europei. La sua esperienza e il suo spirito innovativo gli hanno permesso di lavorare anche in grandi eventi internazionali, come: I concerti a Londra e Berlino quello organizzato dalla Presidente della Repubblica di Malta, quelli di Firenze e Carrara. Alle Olimpiadi di Torino del 2006, collaborò alla regia musicale.
Legatissimo alla città di Faenza, Pape Gurioli era presidente di giuria del Pavone d’Oro, storico concorso canoro che ha lanciato molti giovani talenti. “Perdiamo non solo un grande musicista, ma anche un amico prezioso e un punto di riferimento per la nostra comunità” hanno dichiarato con commozione gli organizzatori dell’evento.
Gurioli è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Torregalli, a Firenze, dopo un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute. Già due anni fa aveva affrontato una grave malattia che lo aveva portato a vivere un’esperienza di pre-morte, un momento che aveva deciso di raccontare pubblicamente.
Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha espresso il cordoglio dell’amministrazione comunale, ricordando Gurioli come “un innovatore capace di esplorare nuovi orizzonti sonori con creatività e passione, lasciando un segno indelebile nella nostra città e oltre”.
Giordano Sangiorgi patron del MEI ha scritto: E’ scomparso un grande artista della nostra comunita’ musicale: l’amico Pape Gurioli che ho potuto riabbracciare poco tempo fa a una reunion dall’amico Lamberto Fabbri. Ricordo ancora , oltre a quando quindicenni andavamo insieme a lezione di musica da Padre Albino Varotti in Parrocchia a San Francesco, tra i tanti ricordi e tra le diverse cose fatte tra Marradi e Faenza, alcune sul grande poeta Dino Campana, quando mi fece ascoltare il primissimo demo dei Lunapop registrato nel suo studio segnalandomi che sarebbe diventato un grande gruppo pop italiano. Tra le cose recenti, il bellissimo progetto con la grande voce di Federica Caseti Balucani. Un abbraccio fortissimo ai tuoi cari. Ti Ricorderemo anche in un evento pubblico per tutto quello che di grande e unico hai fatto per la musica! Francesco Donati Faenza Rock Contest Faenza Indie MEI – Meeting Degli Indipendenti Casa della Musica / Rumore di Fondo
A rendergli omaggio è stato anche il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, che ha voluto dedicargli un sentito messaggio di cordoglio. “Per la mia generazione era ‘Pape di Marradi, quello che suona con Jovanotti!’. Lo raccontavo agli amici con tanto orgoglio, come se un pezzetto di quel palcoscenico fosse anche mio”, ha scritto Triberti, sottolineando il senso di appartenenza che lega i marradesi ai successi dei propri concittadini.Gurioli, però, era molto più di un artista. “Ammetto che come artista l’ho scoperto con il tempo – ha aggiunto il sindaco – e negli ultimi anni abbiamo collaborato in diverse occasioni”. Tra i ricordi più vividi, Triberti ha rievocato un concerto in piscina a Marradi durante l’infanzia, un momento che gli ha fatto comprendere il potere profondo della musica: “Ho capito che certa musica è in grado di catturarti l’anima, di renderti leggero, di abbracciarti contemporaneamente il cuore e la mente, di alleviarti”.
“Oggi Marradi ha perso uno di noi. La musica ha perso un grande artista”, ha concluso il sindaco, stringendosi idealmente alla famiglia e agli amici del musicista. Il suo ricordo continuerà a vivere attraverso la sua musica e il segno profondo che ha lasciato in chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e collaborare con lui.
E il fratello Enrico ha scritto:Pape è mio fratello. Il mio confidente. Sono il suo confidente. La mia croce. Molto più spesso il mio orgoglio. Suppliva alla mia mancata paternità! Perché negarlo.
Pape non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta a reggere l’urto di un balordo aneurisma all’aorta addominale arrivato all’improvviso tre anni fa. Non ce l’ha fatta ieri quando il destino gli ha nuovamente presentato il conto di una esistenza vissuta per la musica. Quella vera, affrontata da professionista, sfidando le leggi del buon senso volute da una esistenza mediocre.
Pape non è mai stato un essere banale: ha nascosto nella sua umile vivacità di pianista quell’arroganza vera dell’artista. E non è stato un modesto musico di paese pronto a cercare negli anfratti dei vicoli del borgo natio, effimeri successi. Dopo un suo concerto realizzato per la Presidente della Repubblica di Malta mi disse con orgoglio «Io non mi considero un musicista ma continuo a sentirmi un orchestrale» Forse aveva ragione: anche se non sono mai stato d’accordo su questa sua affermazione.
Pape è stato un musicista vero; uno che conosceva fino in fondo il segreto nascosto di una tastiera, di una orchestrazione, del canto. Un virtuoso senza presenza scenica. Ma con un cuore grande (questo sì!) da antico orchestrale, di quelli che vanno a dormire quando sorge il sole. Quante volte è arrivato all’alba nella sua casa a Marradi. Casa che non ha mai voluto abbandonare. Mi diceva spesso «Io a Marradi non vedo nessuno. Non esco quasi mai di giorno, soltanto la notte mi è amica.»
Pape da Marradi ripartiva per inseguire la sua vocazione. Non era un sogno da realizzare, una meta da raggiungere ma, la realtà del suo vivere da artista della musica.
Ciao Pape. Fratello mio