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Un ombra di vino nella botte poetica di Dino Campana

Reportage de trois photos sur l’activité portuaire
domenica 17 dicembre Enrico Gurioli ha scritto sul componimento BATTE BOTTE di Dino Campana:

Si deve essenzialmente a Enrico Falqui poi la sistematica raccolta e divulgazione completa dei componimenti di Dino Campana, raccolta di testi, frammenti, abbozzi e varie scritture e nel riesame dei testi si trova di fronte a un termine pressoché sconosciuto tuttora negli ambienti letterari italiani di formazione letteraria liceale. Infatt Falquii chiede a De Robertis lumi in merito nei giorni in cui stava cercando un senso alla poesia Batte Botte. Si tratta certamente di una poesia marina ma come spesso accade nell’opera di Campana c’è un “inciampo” che da’ un senso ulteriore al componimento. Infatti il poeta crea una suggestione potente che rende Batte Botte un componimento che si svolge in uno scenario d’acqua che non è quello di un porto di mare, bensì quello di una città d’acqua lagunare oppure squisitamente fluviale e a sorpresa, introduce messo tra parentesi questo periodo.

(Il mio passo
Solitario
Beve l’ombra
Per il Quais)

Chi ha frequentazioni, da foresto, della laguna e soprattutto con Venezia conosce senza dubbio alcuno che “bere l’ombra” è una sana abitudine di consumare vino nei “bacari” veneziani: Non a caso si dice “andar par ombre”- andare per bacari- quindi si potrebbe con tutta certezza pensare che Dino Campana si trova a bere un ombra di vino camminando nelle fondamente o approdi (rive) con gradini in pietra d’Istria che scendono in acqua, per favorire l’attracco delle barche, il carico e scarico delle merci e la salita/discesa dei passeggeri. Per quel piacevolissimo gioco di suggestioni create dalla poesia Batte Botte, Dino Campana butta, apparentemente a caso, tra le righe, la figura di sé stesso che beve l’ombra per il Quais. E questo termine fa impazzire Falqui il quale chiede a De Robertis se non sia il caso di correggere il testo con la parola “Quelli”, considerandolo “Quais” un refuso dello stampatore Ravagli. Evidentemente non conosce la parola quais, termine che viene usato in Francia per definire esclusivamente una banchina fluviale utilizzata per l’attracco e il carico/scarico di merci. C’è pur tuttavia, da parte di Campana, una sottile precisazione attraverso l’uso del maiuscolo nella parola quais che sta ad indicare una precisa banchina fluviale, che potrebbe essere quella di Quais des Chartron della Garonne a nord nella città di Bordeaux. La banchina in cui si affacciavano le cantine del vino e si accatastavano le botti da usare per imbarcare vino sulle navi utilizzate per le esportazioni al di là dell’oceano. Campana dunque da l’immagine di un scenario di un porto fluviale con un linguaggio corretto come si dovrebbe quando si usa raccontare ambienti marittimi, un luogo in cui il suo passo vaga nella notte mentre

“ L’acqua (il mare
Che n’esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l’occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Più lontano
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.”

Rotte, notte, botte: mi pare di cogliere nel gioco simmetrico degli accenti sulle “O” che Dino Campana sia propenso a battere la botte di vino anziché i tacchi. Per Campana frequentare le banchine era un modo di vivere fuori dal comune e di intendere gli studi in contrapposizione a una vera e autentica esistenza della normalità. Come se avesse paura dei propri pensieri. Quella passata a bordo di qualche scafo e tra le botti delle cantine o delle banchine, nelle cantine nel tentativo di divulgar l’enorme fascino del mare e la sua grande civiltà, perché la sua idea e la realtà continuano a esercitare un fascino irresistibile per le culture dei paesi che vi si affacciano in questo immenso spazio. E come tali le idee e le suggestioni vanno divulgate e soprattutto conosciute per il loro linguaggio. Scrivere oggi dell’idea e della realtà del mare, delle lagune, dei fiumi, è come guardare nello specchio del nostro passato, per intravedere i nostri possibili scenari futuri. Nel solco delle sue acque e sulle sue rive si intreccia in una inimitabile storia senza fine che è il frutto di storie molteplici dipanate in un identico scenario.

Ma questa è tutta un’altra storia.

Enrico Gurioli dicembre 2023

Marradi Free ed i suoi lettori piangono la scomparsa di Marino Mengozzi un grande indimenticabile palazzuolese

giovedì 14 dicembre 2023 Con la scomparsa di Marino Mengozzi Palazzuolo, Marradi, Firenzuola, il Mugello, la Romagna Toscana, i territori romagnoli del Santerno e della Valle del Lamone perdono una figura di grande umanità e cultura un protagonista delle trasformazioni tecniche e urbanistiche di Palazzuolo Sul Senio, un profondo conoscitore del territorio dell’Alto Mugello. Marino nasce a Palazzuolo il 16 marzo 1948, dopo le scuole dell’obbligo, frequenta L’istituto tecnico Aldini Valeriani di Bologna dove si diploma perito edile, inizia a lavorare da precario nel Comune di Palazzuolo Sul Senio dove vincerà, in seguito il concorso per Tecnico Comunale. Da competente e appassionato tecnico sarà fra i protagonisti dello sviluppo industriale e urbanistico del territorio comunale negli anni 70 e 80 e le numerose opere di abbellimento e arredo del Comune e delle sue strutture pubbliche. Tecnico anche fuori dell’orario di lavoro ha sempre seguito con professionalità tutti i cantieri per 35 anni di servizio, fino alla pensione. Appassionato del suo lavoro un grande amore per la sua terra sempre generoso e disponibile carattere aperto e dialogante metteva molto del suo gusto personale anche nei piccoli interventi senza tralasciare la praticità. Lascia la moglie Paola il figlio Riccardo e la nuora Cristiana con le nipotine Lavinia e Ludovica. Una grande impressione e commozione ha suscitato la sua inattesa scomparsa. La redazione ed i lettori partecipano al dolore dei familiari ed esprimono le più sentite condoglianze

Una Giuria di qualità presieduta dal Maestro Paolo Olmi per il PREMIO EMILIO BETTI 2024 per la poesia più musicale

Anna Gentilini e Barbara Betti premiano Alessia Tarantino vincitrice del Premio per il 2023
mercoledì 13 dicembre
Una Giuria di qualità per il PREMIO EMILIO BETTI 2024 per la poesia più musicale
Va completandosi il quadro delle Giurie del Premio Dino Campana edizione 2024 dopo la pubblicazione dei nomi dei giurati della Sezione Internazionale è ora la volta della Giuria della 4^ Edizione del Premio Speciale Emilio Betti per la musicalità istituito da Opera In-Stabile.
Saranno infatti i Maestri:
Paolo Olmi Direttore d’Orchestra Presidente
Giuseppe Lanzetta Direttore d’Orchestra
Concetta Anastasi Direttore d’Orchestra
Pape Gurioli Pianista Compositore
Franca Codeluppi Clarinettista
Barbara Betti Contrabbassista
a scegliere la poesia più musicale, fra quelle che parteciperanno al Premio Dino Campana, cui assegnare il premio speciale Emilio Betti il 14 settembre del prossimo anno a Lastra a Signa.

Alessandro Mazzerelli: Clamorosi successi in nome del Profeta di Barbiana

venerdì 8 dicembre
Dopo il grande successo alla trasmissione “Diritto e Rovescio”, diretta da Paolo Del Debbio, del 22 ottobre, in cui è risuonata chiara la Verità sulla questione islamica, udita da due milioni di italiani, il 25 novembre , il libro “Il Riscatto – le esperienze di un giovane che incontrò e non tradì le Profezie di don Lorenzo Milani”. Ed. IF-PRESS, Roma, 2022, ha raggiunto a Milano un grande successo.

Accompagnato da Pietro Virgilio, nostro valoroso e generoso delegato lombardo, ho partecipato alla cerimonia del VII° Premio Letterario Internazionale di Milano, svoltosi nella prestigiosa Sala Barozzi, presenti almeno 250 persone, nell’occasione è stato ufficializzato dal Presidente del Premio Roberto Serra, che il nostro libro, su 850 opere edite in concorso, ha raggiunto la ragguardevole posizione di quinto nella graduatoria finale, che vedeva anche la presenza di stranieri e di Autori sponsorizzati dalla “Mondadori”, mentre noi ci muovevamo con il solo nome del Profeta… che ho cercato di onorare con un applaudito – anche se troppo breve -intervento. Il 27 novembre, nella prestigiosa Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, è stato presentato, davanti ad un qualificatissimo pubblico di decine di intellettuali : “Il Sogno di Don Milani” Ed. LEF , Firenze 2022.

Alessandro Mazzerelli

Dopo una brillante introduzione del Prof. Raffaele Ascheri, che ha illustrato la personalità di Don Milani, evidenziando il grande spessore culturale della sua famiglia e degli avi, è stata passata la parola a chi scrive. Durante il mio intervento ho ricordato le ragioni dell’incontro con il Profeta del 31 luglio 1966, tutte le Sue immortali parole e le relative implicazioni religiose, politiche e storiche, concludendo – per la prima volta – affermando che il Profeta di Barbiana non è soltanto il più grande Profeta cattolico del secolo scorso, ma anche il sacerdote che dà corpo e definizione al Sogno di San Francesco. In sostanza, il Sogno di Don Milani si integra perfettamente in quello di San Francesco, a cui conferisce concretezza, attualità e realizzabilità. P.S.: Chiunque può ascoltare la conferenza su Facebook digitando Biblioteca Intronati Siena e cercando l’ evento del 27 novembre c.a. A tutti e tutte un ringraziamento per l’attenzione e un fraterno saluto milaniano.
Alessandro Mazzerelli