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A Ravenna il 9 novembre la Presentazione dei Canti Orfici curata da Rodolfo Ridolfi per l’editrice Il Papavero

giovedì 19 ottobre

Nella sala intitolata a Padre Severino Ragazzini di S.Adriano (Marradi) il compianto frate minore Francescano che fondò il Centro Dantesco di Ravenna oggi diretto da Padre Ivo Laurentini con il Patrocinio della Provincia di Ravenna si terrà giovedì 9 novembre alle ore 18 la presentazione dei Canti Orfici di Dino Campana la bella e interessante edizione curata da Rodolfo Ridolfi con il prezioso contributo di Luigi Bonaffini per l’editrice il Papavero. All’evento parleranno insieme a Rodolfo Ridolfi Paolo Gambi ed Elisabetta Zambon.

Si rafforza l’unità del centro destra nell’Unione dei Comuni Mugello-Alto Mugello:Francesco Atria aderisce al Gruppo Centro destra Mugello Alto Mugello.

Domenica 8 ottobre

Francesco Atria
Nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione dei Comuni Montani del Mugello, del 06 ottobre scorso, il Consigliere comunale di Borgo San Lorenzo Francesco Atria, ventotto anni, laureato in scienze giuridiche specialistica in criminologia, investigazione e sicurezza che rappresenta la minoranza di centro-destra nel Consiglio dell’Unione, ha comunicato ufficialmente la sua adesione al Gruppo Consigliare Centro-Destra Mugello Alto-Mugello presieduto da Rodolfo Ridolfi rappresentante del centro destra di Palazzuolo e del quale fanno parte Giampaolo Buti Sindaco di Firenzuola, Angelo Di Meo sempre per Firenzuola, Raffaella Ridolfi in rappresentanza del centro destra unito di Marradi.
Francesco Atria ha così motivato la sua adesione al gruppo: Sono felice di annunciare che ho deciso di unirmi al gruppo del centro-destra nell’Unione dei Comuni dell’Alto e Basso Mugello. Questa decisione è stata accolta con entusiasmo dal capogruppo, il Consigliere Ridolfi, che ha gentilmente accettato la mia adesione. La mia motivazione principale è quella di contribuire in modo più efficace al bene della comunità. Desidero ringraziare Rodolfo Ridolfi e tutto il gruppo del centro-destra per questa opportunità e sono ansioso di collaborare con loro per il bene dell’Alto e Basso Mugello. Resto impegnato nel servire la comunità con determinazione e passione.

Cinema, velocità e transrealismo in Dino Campana.

mercoledì 4 ottobre

Il 30 novembre del 1913, il ballo dei Pederasti, quadro di Ardengo Soffici viene presentato nella mostra futurista presso la libreria Gonnelli di Via Cavour. Campana lo vede e nonostante Papini e Soffici gli avessero smarrito il manoscritto de Il più lungo giorno, nei Canti Orfici del 1914 inserirà la lirica dal titolo Fantasia su un quadro d’Ardengo Soffici (faccia zig zag anatomico…) Cinema, velocità e transrealismo sono aspetti della modernità di Campana. La tradizione letteraria (Dante, Leopardi) e pittorico-scultorea (Leonardo, Michelangelo, Ghirlandaio, Della Robbia) sono sorgenti dalle quali Campana attinge per la sua poesia. La modernità ed in modo particolare la velocità ed il cinema sono in parte riconducibili al Futurismo. Certamente Campana non condivideva il punto 10 del Manifesto del Futurismo “Noi vogliamo distruggere i Musei e le Biblioteche” e neppure il punto 3 “Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa perché la letteratura aveva fino ad allora esaltato l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno: Campana dice: Ogni tanto scrivevo dei versi balzani ma non ero futurista. Il verso libero futurista è falso, non è armonico. E’una improvvisazione senza colore e senza armonia. Io facevo un poco di arte. I Futuristi li trovavo vuoti. Ciò nonostante Campana è molto vicino al Cubismo ed al Futurismo. Il punto 4 del Manifesto futurista, quello della nuova bellezza: La velocità ed il cinema, lo coinvolge molto e caratterizza in più parti la sua poesia che è sintesi fra modernità e tradizione. Il tema del cinema in Campana è stato accennato da molti critici che parlano di volta in volta di tecnica cinematografica, di consapevole procedimento cinematografico che annulla la dimensione cronologica. Nel manoscritto Il più lungo giorno la prima composizione appare con il titolo scorci bizantini e notti cinematografiche e cancellato si può leggere in alto: Cinematografia sentimentale che doveva essere il titolo della parte che diventerà La Notte. Facciamo un passo indietro: nel 1895 i Fratelli Lumière costruiscono la camera portatile e firmano le prime scene esterne; la prima ripresa in movimento avviene a Venezia su una gondola nel 1897. Le proiezioni avvenivano nei caffè concerto e nelle fiere in apposite baracche. Trasferiamoci a Faenza e vediamo un po’ quello che succedeva all’inizio del ‘900. Il settimanale Il Lamone, periodico faentino che usciva la domenica, il 21 maggio del 1905 scriveva: il cinematografo che è stato presentato ieri sera all’Arena Borghesi, richiamò molto pubblico e ottenne un lieto successo. Lo stesso settimanale il 17 Settembre dello stesso anno annuncia la proiezione dell’assedio e capitolazione di Port Arthur (Guerra russo-giapponese). La diffusione del cinema continua in Romagna il 24 settembre 1905 Il Lamone: il grande cinematografo Lumière si è installato con un grandissimo padiglione nella Piazza Pasi del Borgo D’Urbecco.
Torniamo ai Canti Orfici dove ne La Notte rinveniamo una delle prime descrizioni dello stato d’animo che il cinematografo muto produce nello spettatore che si trova di fronte al grande schermo. Il poeta si trova in una fiera (Le fiere del bestiame si svolgevano a Faenza la seconda domenica di luglio che, in quell’anno, cadde il 9 luglio, la domenica d’Agosto prima di Sant’Elena, in quell’anno, il 20 agosto, compleanno di Campana) i giochi d’artificio sono finiti, nell’aria l’odore della polvere, il silenzio dopo il forte rumore dei fuochi, gli occhi stanchi di guardare il cielo ed il poeta scopre che è accanto ad una ragazza. Non sappiamo se ci sia un rapporto fra loro neanche se si conoscono, la ragazza si sente attirata da una baracca dove offrono le più grandi invenzioni del momento, il cinematografo, e decide di entrare e dietro di lei l’uomo e gli spettatori o le persone che chiedono i biglietti per entrare che già sono seduti rivolgono lo sguardo verso chi entra quando lo spettacolo è cominciato. E lì ci sono le vedute ed appaiono i panorami scheletrici del mondo che non sono altro che le città attraverso il cinema muto, i soldati morti a Port Arthur e le odalische. E si sente l’odore della segatura (che si usa per asciugare il fondo della baracca) e le donne sono stupite per quella invenzione che permette loro di vedere Parigi e Londra e la battaglia di Muckden senza uscire dal paese. E si esce dalla baracca come ci si è entrati senza sapere dove andare e con quella sensazione di essere fuori dal tempo Noi guardammo intorno doveva essere tardi. La ragazza è presso di me perché è immobile alla porta della baracca, ma ognuno prenderà la sua strada. Sentii con una punta di amarezza tosto consolata che mai più le sarei stato vicino, e raccoglie un’altra delle sensazioni che ancor’oggi il cinema ci procura: la vicinanza di una persona sconosciuta nel buio, come non sarà possibile in altre circostanze, perché quella situazione si verifica soltanto nell’intimità della coppia. C’è in Pampa un altro spaccato di velocità cinematografica che assume un’inimmaginabile dimensione lirica.
Concludo ricordando che Dino Campana aveva poco più di 24 anni quando scrisse la poesia 1° Arrivato al Traguardo di Marradi”. Un’altra versione della stessa poesia Campana la dedicò, col titolo Traguardo a Filippo Tommaso Marinetti. Poiché il Giro d’Italia nel 1909 non fece tappa a Marradi è possibile che Campana abbia assistito all’arrivo della prima corsa Firenze-Marradi e proprio dalla vittoria di mio nonno: Domenico Vanni abbia tratto ispirazione per la sua lirica: Dall’alta ripida china precipita/Come movente nel caos di un turbine…

RODOLFO RIDOLFI da Il Maestro di Marradi, Quaderni, Rivista di lettere e cultura Anno II n° 2

La poesia Fango 2^ classificata al Premio Nazionale Dino Campana.

Luciano Giovannini con i giurati del Premio
mercoledì 4 ottobre

Dopo aver pubblicato la vincitrice della decima edizione del Premio Letterario Nazionale “Dino Campana”, organizzato dal nostro quotidiano, L’ultimo straccio di luce dello spezzino Giancarlo Guani, pubblichiamo il testo della seconda classificata Fango del romano Luciano Giovannini:

Fango Alle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana (maggio 2023)

Ha il colore del fango questo giorno di maggio e di lacrime fosche come un cielo autunnale.
È un mare improvviso quello che vedi avanzare senza spiagge dorate né canne protese verso il sorger del sole.
Intorno solo scrosci di pianto, lamine dense che ti scavano dentro,
come un dolore,come un lamento.
Ritorneremo e saremo le spighe di grano di questa immensa pianura.
Ritorneremo e non avremo paura.
. Ritorneremo come ombra sui vetri che si affaccia discreta
o attraverso la penna tremante di un vecchio poeta.