Archivi categoria: Attualità e Politica

Inaugurazione della Associazione Nazionale Carabinieri di Marradi

sabato 8 settembre
La Sezione Carabinieri di Marradi inaugura la nuova sede che l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione dei carabinieri marradesi in congedo.
In occasione dell’inaugurazione ufficiale della sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Marradi che l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione in Via Razzi al n.51, nel secondo piano del palazzo che ospita il Centro Culturale Dino Campana ed il Centro di studi sul Castagno, lo storico edificio che ha ospitato per decenni le scuole elementari “G.Pascoli”, l’Associazione Culturale Opera In-Stabile ha donato al Presidente, Fabio Ettore Albonetti, due stampe riprodotte in pergamena. Le stampe, consegnate dal presidente onorario Rodolfo Ridolfi e dal presidente Emilio Betti, sono a colori e raffigurano l’Arma dei Reali Carabinieri – 1814 e Il Carabiniere Reale a cavallo con carabina” in grande uniforme del 1818, di Giuseppe Stagnon.

Nel biglietto che accompagna il dono si legge: “Il Collegio Artistico di “Opera In-Stabile” con amicizia e affetto per “L’Arma” che ha rappresentato e rappresenta, con orgoglio, nel mondo la nostra storia, seguono le firme di Barbara Betti, Giacomo De Simonis, Erika Capanni, Diego Rodriguez, Laura Anne GorKoff e Monica Pacchioni

Blog Biblioteca-Archivio Marradi ’93 .8 settembre- a 69 anni dall’armistizio l’Italia è sempre lacerata perché una sua parte si considera detentrice della verità

venerdì 7 settembre
Quelle fratture e divisioni che hanno (dis)fatto l’Italia in un bel libro del 2009 di John Foot
La verità è che l’Europa di oggi è poca cosa , non ha grandi leader, non esiste democraticamente è profondamente spaccata non esprime una politica, ed è subalterna agli interessi del sistema finanziario e bancario e soprattutto fa fatica a tenere il passo con i grandi paesi emergenti. Nessuna data si presta meglio di quella odierna – l’8 settembre, 69 anni da quando Pietro Badoglio, con voce sobria, annunciò l’armistizio tra l’Italia e gli angloamericani. Sembra di ascoltare certe conferenze stampa di questi giorni che lasciano intravedere la resa della sovranità popolare al commissariamento delle democrazie europee al governo internazionale della finanza e delle banche più forti.

In questo giorno se penso alla Francia mi viene in mente Petain, se penso alla Germania l’immagine che mi appare è quella di un paese velleitario ma che rischia una nuova epocale sconfitta mondiale, se penso alla Spagna riaffiorano alla mente i fantasmi della guerra civile. Ma il nostro Paese, forse per la sua relativa storia unitaria ha sicuramente il primato della rissosità e del paradosso con un governo che vorrebbe essere sobrio ma in realtà è solo grigio che se lo osservi nel suo complesso sembra una riunione periodica di direttori di filiale di banca e burocrati di modesto profilo. Pesano ancora e, dopo una stagione di riaccese speranze, tornano le divisioni che hanno accompagnato la storia della nostra bella patria. L’Italia continua a compiacersi delle sue divisione e non fa nulla per superarle. E’ un Paese dove gli sconfitti dalla storia continuano a proporsi come il futuro del Paese ed i depositari della verità. E’ soprattutto la sinistra italiana erede del comunismo e del catto-comunismo pauperista a coltivare la pretesa d’essere depositaria della verità e degli ideali più alti e nobili, così imponendo verità a senso unico. Ed il mondo degli italiani liberi finisce per subire, intrappolato com’è a coltivare la polemica nord sud, l’eredità d’un Risorgimento contestato e logiche di campanile fuori tempo.

In questo quadro mi sento di suggerire una lettura: Fratture d’Italia un libro del 2009 edito da RIZZOLI, un saggio di John Foot , un inglese che ha riscoperto ciò che tutti gli italiani sanno da tempo. “…Litighiamo sempre, e da quando c’è la televisione litighiamo come non mai. …””..Nel luglio del 1944, a San Miniato, mentre l’esercito tedesco si sta ritirando e quello alleato risale la penisola, più di cinquanta civili vengono massacrati all’interno della chiesa del paese: strage nazista o una bomba lanciata dagli americani? E poi: i campi di concentramento fascisti, le foibe, l’emigrazione, il terrorismo… L’elenco degli episodi controversi che costellano la storia dell’Italia unificata potrebbe estendersi all’infinito: dall’eccidio delle Fosse ardeatine alla strage di piazza Fontana, dagli attentati negli Anni di Piombo alla morte di Carlo Giuliani. Ognuno di questi eventi ha generato una memoria pubblica frammentata e belligerante, fatta di verità tutte assolute e tutte in contrasto tra di loro che si esprimono nei monumenti, nelle targhe, nei memoriali destinati a far trionfare l’una o l’altra versione.

“Secondo John Foot, fatta l’Italia e gli italiani, non siamo mai riusciti a fare del tutto i conti con il nostro passato, a causa della perenne fragilità dello Stato e delle tante guerre civili che ne hanno segnato la storia sin dalla nascita della nazione nel 1860. Questo viaggio nella memoria divisa del Paese porta Foot tra i monumenti alterati e nascosti nel tempo, tra le lapidi criticate e danneggiate, tra le commemorazioni contestate, ma anche faccia a faccia con le assenze e gli assordanti silenzi di quello che non è stato ricordato, che è stato rimosso. È un viaggio che lo storico affronta indossando anche i panni del reporter e del detective, per riuscire a scavare nelle tante microstorie che hanno determinato la visione pubblica del passato. E ci restituisce un’Italia fragile, incerta sulla propria identità, in lotta con se stessa. Ma ben lontana dal costituire “solo un’espressione geografica”.

R.R.

Hera soccombe nella causa contro Panorama- Brunetta- Ridolfi- Pamparana e Stracquadanio di fronte al Tribunale di Milano “Volevano condannarci al silenzio con i soldi degli utenti, sono stati condannati ma faranno finta di nulla”

“Volevano condannarci al silenzio con i soldi degli utenti, sono stati condannati ma faranno finta di nulla” Nel mio libro
mercoledì 5 settembre
Nel libro “Le Coop Rosse il più grande conflitto di interessi dell’Italia del dopoguerra” a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta con i contributi di Davide Giacalone e Tino Oldani, del 2007, al capitolo VI Hera Spa: il nuovo modello del capitalismo in rosso, affermo fra l’altro: “ Numerosi politici, studiosi e giornalisti, da anni denunciano come il sistema delle partecipazioni locali rappresenti un vero e proprio freno alle autentiche liberalizzazione dei servizi, configurando di fatto un monopolio ed un blocco alla libera concorrenza. Questo fenomeno è diffuso a tal punto da provocare un forte dissenso che si esprime da tempo con numerose iniziative di cittadini e associazioni dei consumatori, con interpellanze e interrogazioni nel Parlamento, nella Regione Emilia-Romagna, nei Comuni e nelle Province dove opera Hera Spa”. Molti episodi accaduti dopo la pubblicazione del libro hanno continuato a confermare e rafforzare quanto già ampiamente dimostrato” Dai 22 milioni di euro di multa dovuti da Hera spa al fisco, a causa dell’ingiunzione dell’Ue per le agevolazioni concesse nel triennio 1996/99, risultato dell’assoluta incapacità dei sindaci dei Comuni soci, che hanno accettato passivamente il ruolo di essere telecomandati per inseguire il business su servizi essenziali”. “ Già dieci anni orsono, quando la Consob nel 2002 lanciava i suoi segnali di avvertimento, era chiaro che sarebbe finita esattamente come sta finendo: con un danno di proporzioni gigantesche per le tasche dei cittadini, costretti a pagare per l’insipienza dei loro primi cittadini e la spregiudicatezza di consulenti e dirigenti di Hera, per di più profumatamente pagati”. Ho sempre sostenuto che una certa sinistra ha per lungo tempo giocato in borsa con i soldi dei cittadini e che gli intrecci giunte rosse, coop rosse, multiutility rosse sono sotto gli occhi di tutti ma pochi hanno avuto il coraggio di denunciare questa distorsione del nostro sistema economico ed istituzionale. Insieme a Renato Brunetta, Andrea Pamparana e Giorgio Stracquadanio per primi ce ne siamo fatti carico nel febbraio 2006 con la pubblicazione, uscita con Panorama “Documenti di Panorama” “Il Capitalismo in rosso indagine sulle coop dai valori alle speculazioni” Hera ha tentato di fermare questa operazione di “verità e di trasparenza” trascinando noi e Panorama, allora diretto dal compianto Pietro Calabrese in giudizio per sentirci dichiarare responsabili in solido e vederci condannati come diffamatori nei confronti di Hera e, comunque per aver leso la sua immagine imprenditoriale, al risarcimento di tutti i danni materiali e morali subiti, nonché dell’ulteriore danno previsto dall’art. 12 L. n. 47/1948, da liquidarsi nella misura di €. 550.000,00 ed alla pubblicazione a nostre spese della sentenza o di un estratto della stessa sui quotidiani “La Voce di Rimini” e il “Corriere della Sera”, nonché sulla rivista “Panorama”. Il tribunale di Milano con sentenza del 9 agosto 2012 ha rigettato la pretesa di Hera condannandola a rimborsare alla parte convenuta, mirabilmente rappresentata dagli avvocati Antonello Martinez e Alberto Carlo Merlo le spese di lite, che ha liquidato d’ufficio in € 1.000,00 e € 20,000,00 per compensi, oltre i.v.a. e c.p.a. A queste cifre vanno aggiunti gli onorari che Hera dovrà sborsare agli avvocati Giuseppe Gullo, Gianluigi Serafini e Filippo Sgubbi. Sappiamo che chi ha preso quella decisione politica non pagherà un solo euro che graveranno invece sulle tasche nostre e sulle nostre bollette, come è accaduto sempre per le multe fiscali e quant’altro comminate ad Hera. Molto di quanto contenuto nel successivo libro “Le coop rosse” del 2007, per la verità con qualche anno di ritardo è stato ed è ancor oggi all’attenzione della magistratura come nel caso di…. E di Terre emerse. Per quanto riguarda Hera sarebbe corretto che, finalmente, in un soprassalto di dignità i sindaci dei Comuni soci, per rispetto ai cittadini, facessero valere la maggioranza delle quote azionarie per convocare l’assemblea di Hera spa e per chiedere che almeno i 21 mila euro che la multyutility è stata condannata a pagare e gli onorari degli avvocati fossero addebitati ai consulenti e ai dirigenti, diretti responsabili della incauta ed ingiustificata causa. Hera in omaggio alla trasparenza dovuta a tutti gli utenti dovrebbe anche pubblicare un estratto della sentenza sulla Voce di Romagna, Sul Corriere della Sera e su Panorama. L’amministratore delegato ed il presidente se non fossero così pervicacemente incollati alla poltrona dovrebbero liberare le Istituzioni dalla loro imbarazzante presenza, ma così non sarà e noi dovremo consolarci con il diritto di opinione e di parola, che questa volta non sono riusciti a ledere e a limitare, affermando “ Bei compagni alle coop e ad Hera!”

Rodolfo Ridolfi

La Faentina rimane tra le peggiori linee della Toscana. Aveva ragione Zagar, altro che Ceccobao!

domenica 2 settembre
Ricordate “Fuori dal Tunnel” la verità è che il PD della Toscana, del Mugello, di Borgo e di Marradi, come abbiamo sostenuto in tempi non sospetti, non riesce a togliere un ragno da un buco. “Lo supponevo” diceva Zagar il personaggio dei fumetti esperto in travestimenti (da conte, da alpino, da canguro e da struzzo, da strisce pedonali), creato da Benito Jacovitti, il grande fumettista fiorentino di adozione che collaborò al settimanale Il Vittorioso dell’editrice cattolica AVE, che l’avrebbe fatto conoscere a tutta l’Italia dal 1940 fino al 1969. Zagar ci è tornato alla mente quando abbiamo letto, sul foglio mugellano “il galletto” del 1 settembre, l’articolo di Massimo Rossi “Borgo-Trenitalia smentisce Bettarini-La Faentina rimane tra le peggiori linee della Toscana”. In quell’articolo Rossi, come ha sempre fatto puntualmente ed impietosamente, denuncia le inadempienze, i Minuetto promessi e mai arrivati, gli annunci smentiti dai fatti, la soppressione dei treni col benestare della Regione, i ritardi esagerati, che hanno sfasciato completamente l’orario cadenzato delle partenze ogni ora, cioè il tanto sbandierato Memorandum ed i continui disservizi. Bettarini, sindaco di Borgo, Ceccobao ed i loro sodali, dislocati nelle varie località attraversate dalla Faentina da Borgo a Marradi, da Brisighella a Faenza, continuano ad essere smentiti da Trenitalia e dai fatti e se la prendono con chi, come “il galletto”, racconta le verità: “Fatti, purtroppo, dati e numeri resi direttamente da Trenitalia”, non le parole in stantio politichese delle feste del PD che imbarazzano i campioni di “Fuori dal Tunnel”. A Massimo Rossi il nostro quotidiano on line esprime apprezzamento e solidarietà ed ai dirigenti del PD, come farebbe Zagar, suggerisce di cambiare il titolo della prossima propagandistica ed inutile iniziativa sulla Faentina, dal presuntuoso e clamoroso autogol “Fuori dal Tunnel” in un più realistico titolo “Scusateci non abbiamo levato un ragno da un buco ”.

Rodolfo Ridolfi