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Faenza 23 dicembre 2011 Conferenza Stampa di presentazione dell’ultimo libro di Rodolfo Ridolfi

T.Cericola, G.Boscherini, F.Piolanti e R.Ridolfi
sabato 23 dicembre
Fra i relatori, c’erano,alla conferenza stampa di presentazione del nuovo libro di Rodolfo Ridolfi che è anche un ebook: Domenico Vanni Sovversivo per la libertà edizione Marradi free news, insieme al Presidente faentino della Fondazione Free Tiziano Cericola, l’ex Sindaco socialista di Faenza Giorgio Boscherini, l’ex sindaco di Brisighella Vincenzo Galassini, il capogruppo del Pdl a Casola Valsenio Fabio Piolanti, la capogruppo berlusconiana di Faenza Raffaella Ridolfi. In sala anche molti altri dirigenti del Pdl che si richiamano alla sensibilità riformista nel Popolo della Libertà come il coordinatore comunale Luciano Spada, Bruno Fantinelli e Gabriella Casanova Nenni. La presentazione è stata l’occasione per celebrare Domenico Vanni classe 1889 scalpellino, pioniere del socialismo nella romagna toscana, consigliere provinciale di Firenze nel 1920, antifascista, partigiano, deportato a Mauthausen, vicesindaco di Marradi nel 1946, socialdemocratico, imprenditore a Parigi, amico di Nenni e di Saragat. Un altro saggio quello di Rodolfo Ridolfi che partendo dal nonno riscrive una parte importante della storia politica ed amministrativa fra le due guerre e si spinge fino agli anni 90. 130 pagine, arricchite da immagini, si animano delle testimonianze, spesso sussurrate all’orecchio, dei terribili accadimenti del passaggio del fronte, dei lutti e degli atti di eroismo e degli omicidi della guerra civile in un’area che fu teatro di acerrimi scontri fra alleati e nazifascisti. Ridolfi ricostruisce in maniera organica la presenza delle formazioni partigiane nell’appenino, ricorda i martiri e fra questi Bruno Neri, riporta l’articolo di Marino Pascoli sulla Voce del 1947 a proposito dei falsi partigiani e rende onore a tutte le vittime. Nella prefazione si legge:. “Nel libro di Ridolfi c’è la leggerezza incosciente di un Paese che spianò la strada al regime e ne subì passivo le violenze e gli errori. Ci sono quei ragazzi italiani che attraversarono il fascismo come una malattia lunga e dolorosa ma mai mortale, perché la loro fede nella libertà era più forte e un giorno avrebbe vinto. Poi c’è la guerra civile, le atrocità, la ricostruzione vista non in astratto ma nella vita quotidiana dei nostri borghi, distrutti dalle bombe eppure vitalissimi, quasi euforici, ubriachi di democrazia. E c’è il dopoguerra, la ripresa, la crescita, il cambiamento politico e sociale. Ma nel libro di Ridolfi c’è anche altro, qualcosa che scotta e coinvolge subito il lettore: una ricerca di verità che costringe a infrangere molti miti, molta di quella retorica sulla Resistenza che per decenni ha inchiodato l’Italia ad una finzione. Da un lato c’era il Male del fascismo oppressore, dall’altro il Bene assoluto della Liberazione. La Liberazione fu una grande prova di orgoglio e di riscatto nazionale. Ma fu anche la vicenda di un popolo che – magari proprio nella Toscana della vivacissima Marradi o nella Romagna, regioni prima così nere poi d’incanto così rosse – cambiò bandiera per puro opportunismo. Fu, soprattutto, la durissima e sorda lotta fra i liberatori, che proseguì quella combattuta nei tempi dell’esilio e dell’antifascismo letterario ed epistolare. Se negli anni ’20 e ’30 Matteotti, Turati, Gobetti e Rosselli erano fra i principali nemici di Gramsci e di Togliatti, un attimo dopo aver sconfitto il nazifascismo quel conflitto si ripropose con forza, seppur celato dal trionfalismo di un Paese in festa e dalla geopolitica che voleva l’Italia in ogni caso “occidentale” e “americana”. Ben poco emerse, quindi, di un duello cruento che si svolse senza nessuna ribalta, come sepolto e dimenticato. Ben poco restò, nella memoria collettiva, di quel sangue che – per avvicinarci alla formula usata da Pansa, “Il sangue dei vinti” – fu il sangue innocente dei “vincitori”: i socialisti riformisti in primis, ma anche i liberali e i cattolici, che avevano vinto anch’essi la guerra alla dittatura ma furono presto schiacciati dall’organizzazione militare comunista. Una cultura totalitaria non dissimile da quella appena sconfitta, anzi certamente più feroce e determinata. “Mio nonno fu tanto antifascista quanto anticomunista”, dice Rodolfo Ridolfi di Domenico Vanni, e si coglie nelle sue parole un orgoglio trattenuto troppo a lungo, perché nell’antifascismo di maniera i due totalitarismi erano visti come sideralmente distanti. Invece, a creare questa separazione fu solo la tracotanza dei più potenti fra i vincitori che, come sempre accade, riscrivevano la Storia a loro piacimento. La vita di Domenico Vanni, che per l’autore è il punto di incontro di “ricordi, convinzioni ed emozioni”, va quindi oltre la biografia e diventa l’occasione di riscoprire ciò che siamo stati davvero.
T.C.

Sul libro “Domenico Vanni sovversivo per la libertà” Gianna Botti ha scritto

Gianna Botti
martedì 20 dicembre
Sul libro “Domenico Vanni sovversivo per la libertà” Gianna Botti ha scritto: “Bello davvero, caldo come un racconto attorno al fuoco, rigoroso nella veste storiografica, avvincente e profondo. Un libro che accende i riflettori sull’umanità profonda d’un uomo chiamato dagli eventi ad assumere una dimensione straordinaria, eroica a volte, vissuta sulla pelle, portata avanti con rigore morale ed umiltà. Un grande che affonda le mani nella storia, che scolpisce pietre e memorie col suo scalpello e che ora riposa sereno nel piccolo cimitero all’ombra della torre antica, col riflesso del sole sulle acque del laghetto e voli di rondine intorno alla cupola rossa.

Energia “green”. Tutta verde, e certificata . I successi della politica per l’ambiente del Comune di Marradi

L'assessore all'ambiente Silva Gurioli
venerdì 16 dicembre
Energia “green”. Tutta verde, e certificata. Per edifici comunali e l’illuminazione pubblica a Marradi. La decisione un anno fa, nell’aprile 2010, con la delibera del Consiglio comunale. E ora l’Amministrazione comunale riceve la prestigiosa certificazione Recs (Renewable Energy certificate System), che attesta l’origine al 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Soddisfatto il sindaco Paolo Bassetti: “E’ un’azione concreta di sostenibilità ambientale, per quale adesso riceviamo una certificazione prestigiosa che garantisce la provenienza al 100% da fonti rinnovabili dell’energia che consumiamo a Marradi, nel 2011 306.826 Kw, e così abbiamo evitato immettere in atmosfera 148,20 t di CO2”

Il Comune di Marradi è socio del Consorzio per l’energia CEV, col quale acquista la propria fornitura al 100% rinnovabile ed al ribasso della gara CONSIP, e d’ora in poi potrà fregiarsi, anche sulla carta intestata, del marchio “verde”. E come socio del Cev (ne fanno parte 1000 enti, 900 sono Comuni) si assicura importanti risparmi “contribuendo ad abbattere i costi d’acquisto dell’energia e – continua il sindaco Bassetti – rispettando i principi di un sviluppo sostenibile che riguarda l’ottimizzazione delle risorse economiche oltre che delle risorse energetiche”.

A Marradi la produzione di energia da fonti rinnovabili è in piena espansione, ammette l’assessore all’Ambiente Silva Gurioli: “E’ un territorio particolarmente vocato sia per l’idrico che per l’ eolico ed anche per la biomassa, e l’Amministrazione comunale ha lavorato alacremente per raggiungere questi risultati per partecipare a pieno titolo al piano di riduzione dell’inquinamento atmosferico varato dalla Ue”.

Il piccolo paese dell’Alto Mugello, tra la Toscana e la Romagna, è “verde” e non solo da un punto di vista ambientale-paesaggistico, perché rispetta i parametri imposti dal Protocollo di Kyoto e sul territorio comunale si contano impianti di produzione per energie rinnovabili con una potenza di 391 Kw capaci di produrre oltre 140.000 kWh per un risparmio totale di CO2 pari a 513 t

Nel settore fotovoltaico sono stati realizzati alcuni impianti da privati per una potenza totale pari a 76,45 Kw ed uno dall’Amministrazione comunale sul tetto dell’Istituto Comprensivo Dino Campana per una potenza di 17,55 Kw., con un risparmio complessivo di CO2 pari a 64 t (11 dall’intervento pubblico e 53 dagli interventi privati), mentre in quello eolico, un impianto privato di potenza 7,5 Kw con un risparmio di CO2 pari a 87 t. E se il pieno funzionamento della Centrale idroelettrica (la seconda in Italia interamente finanziata con capitali locali) con la messa in sicurezza del Molinone, genera fino a 160 Kw per il fabbisogno di 150 famiglie, con un risparmio di 200 t di CO2, l’altra in località Valbura raggiunge una potenza di 129,50 Kw, con 162 t di CO2 in meno nell’aria.

Flavio Billi nuovo assessore sostituisce Giovanna Bandini.Avrà la delega alla Scuola, Attività Giovanili e Gemellaggio. All’ assessore all’Ambiente, Lavori pubblici ed Urbanistica, Silva Gurioli, la delega alla Cultura.

Il neo assessore alla Scuola, attività giovanili e gemellaggio Favio Billi
mercoledì 14 dicembre
Mini-rimpasto in giunta a Marradi. L’assessore a Scuola e Cultura Giovanna Bandini ha rassegnato le dimissioni per sopraggiunti impegni familiari e il sindaco Paolo Bassetti ha nominato un nuovo assessore, Flavio Billi, già consigliere comunale delegato allo Sport. Che ha ricevuto le deleghe a Scuola, Attività giovanili e Gemellaggio, mentre all’assessore all’Ambiente, Lavori Pubblici e Urbanistica Silva Gurioli è stata affidata la delega alla Cultura.
“Ringrazio Giovanna Bandini per l’impegno, la dedizione e l’attenzione con cui in questi 3 anni e mezzo ha svolto il suo incarico di assessore, che purtroppo adesso non può più seguire per motivi familiari – afferma il sindaco Paolo Bassetti -. Ho così deciso di valorizzare, nominandolo assessore, un giovane consigliere comunale come Flavio Billi a cui avevo già assegnato la delega allo Sport, che ora seguirà anche le deleghe a Scuola, Attività giovanili e Gemellaggi, ed ho affidato all’assessore Silva Gurioli la delega alla Cultura”. Ieri la nomina ad assessore di Flavio Billi.