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Ricordo di Giuseppe Saragat. La tradizione socialdemocratica a Marradi.

lunedì19 settembre
Oggi 19 settembre ricorre l’anniversario della nascita di Giuseppe Saragat (1898-1988)
Nel 1947, quando si consumò la scissione socialdemocratica di Palazzo Barberini a Marradi alcuni giovani socialisti e dirigenti storici come Attilio e Domenico Vanni Arturo Scalini Luigi David Mercatali si schierarono con Giuseppe Saragat ed alle elezioni il 18 aprile del 1948 i socialdemocratici marradesi conseguirono un risultato superlativo il 12% al Senato 433 voti ed il 9% alla Camera 387 voti. La DC raggiunse il 47% ed i social comunisti precipitarono al 36%. La grande tradizione riformista passò anche a Marradi da Turati a Saragat e così nel ‘51 i socialdemocratici pensarono bene di presentarsi alle elezioni con la DC ed il PRI per contrastare il Fronte Popolare PCI-PSI. Domenico Vanni si candidò ovviamente per il PSDI di Saragat ed in lista con lui c’erano Natalino Vanni, figlio di Attilio, Giovanni Pieri e Francesco Mercatali. I social comunisti nonostante la forte emorragia di voti riuscirono a conservare la maggioranza per soli novantacinque voti ma alle elezioni del ‘56 dovettero cedere il governo del Comune alla Dc di Antonio Cassigoli.
Con la rottura fra socialisti e comunisti, anche a Marradi, iniziò una nuova stagione che porterà nel ‘68 all’unificazione fra il PSI ed il PSDI di Saragat che nel frattempo era stato eletto, il 28 dicembre del 1964, Presidente della Repubblica. Sul piano nazionale socialdemocratici conseguirono, un risultato che li fece diventare il terzo partito con il 7%, dopo la Dc 48,5% ed i social comunisti 30,9%. La sconfitta del Fronte Popolare social-comunista fu determinata da almeno due fattori importanti. Il primo riguardò lo spessore morale e politico di uomini quali De Gasperi, Saragat ed Einaudi, il secondo, la mossa di Saragat di spaccare i socialisti, ormai succubi del Partito Comunista, e dare vita ad un socialismo democratico e liberale, una scelta vincente per lui e per l’Italia. A Marradi erano diciassette gli iscritti al partito di Saragat raccolti nel Circolo Arcobaleno che aveva la sede a Villa Ersilia concessa dal commendator Iacopo Zambelli presidente dell’Ospedale. L’iniziativa era guardata con benevola simpatia dal farmacista Vito Ciottoli, padre dell’indimenticabile dottor Silvano. Il segretario della sezione era Renato Ridolfi, e con lui fra gli altri figure storiche del socialismo locale e giovani: Attilio Vanni, Arturo Scalini, Luigi David Mercatali, fratello di Palmerino Mercatali e padre del giovane ufficiale degli alpini Gilberto morto in Russia, Sergio Miniati, Erasmo Michelagnoli, Gina Vanni, Graziano Farolfi, Umberto Mercatali, detto Berto di Banda, Francesco Mercatali, detto Chicco, Giovanni Pieri e Lazzaro Cappelli, detto Chicò ed Baldac ,di Sant Adriano, zio dell’indimenticabile Domenico Cappelli esponente democristiano ed insuperabile ramaio. Condussero una straordinaria campagna elettorale che vide la presenza a Marradi dell’avvocato pistoiese Calogero Di Gloria e della trentenne Bianca Bianchi, di Vicchio,“L’Angelo Biondo”, mitica pasionaria saragattiana, attiva nella resistenza, giornalista dai capelli biondi lunghi, insegnante, iscritta al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, che deputata alla Costituente venne riconfermata alla Camera dei Deputati nel 1948. Io la ricordo a Firenze, molto dopo, vicesindaco di Luciano Bausi.
Saragat che fu Presidente dell’Assemblea Costituente, e si dimise quando fondò il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (poi PSDI), fu più volte ministro e fu Presidente della Repubblica dal 1964 al 1971. E’ stato soprattutto un intellettuale e un uomo politico che ha illuminato i periodi più difficili della storia italiana con la sua grande tolleranza e con i suoi ideali liberali e socialisti democratici.
La grande attualità del suo pensiero, assunto formalmente anche da coloro che lo avversarono, lo insultarono e lo disprezzarono, ci porta ad affermare che la posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente, così come confermato, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Le idee di Saragat moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa hanno aperto la strada in Italia all’autonomismo ed al riformismo craxiano. Contro Saragat e poi contro Craxi, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili, incoraggiati ad usurparne l’eredità. Questa ricorrenza, fatte salve alcune lodevoli iniziative, continua ad essere accolta, evidentemente per il grande imbarazzo dei comunisti e dei post-comunisti, nel silenzio e nella indifferenza.
I progenitori del PD hanno demonizzato e insultato a lungo Saragat: socialdemocristiano e poi socialfascista e socialtraditore, ed i vecchi ricordano quando i comunisti si presentavano ai suoi comizi con la giacca rivoltata perché sull’unica questione davvero essenziale: America o Russia, libertà o comunismo Saragat era dalla parte dell’America e della libertà. Ritengo che le istituzioni saranno migliori quando promuoveranno programmi ed iniziative che partendo dalla commemorazione del grande statista renderanno omaggio alla sua coerenza ed alla sua lungimiranza politica, indicandola e trasmettendola soprattutto alle giovani generazioni, come esempio da cui possano trarre insegnamento. L’alto messaggio umano e politico che Giuseppe Saragat insieme a De Gasperi ed Einaudi ci hanno lasciato, trova il significato culturale e storico più emblematico nel 18 aprile 1948 giorno in cui l’Italia libera e forte, atlantica, occidentale, cristiana ed anticomunista sbarrò la strada al fronte popolare socialcomunista e staliniano.
Oggi la sinistra conservatrice preferisce giustificare e celebrare i tanti cattivi maestri che troppo spesso vengono immotivatamente ricordati, celebrati e promossi invece di essere opportunamente accantonati e rimossi. In Giuseppe Saragat il tema della libertà fu fondamentale. Per questo scelse di lottare per alleare l’Italia alla NATO, all’Occidente libero e all’Europa democratica. La verità è che i comunisti di tutti i tempi sconfitti dalla storia non possono parlare troppo di Saragat perché ha smascherato Togliatti, Longo e Berlinguer e continua a pesare con il suo pensiero e con le sue scelte come un macigno per tutti coloro che solidarizzarono con i carri armati sovietici a Budapest e poi a Praga.

Rodolfo Ridolfi

Le iniziative del Sindaco Paolo Bassetti. Fonderia Fomar, disposto il parziale dissequestro.

domenica 18 settembre
Fonderia Fomar, disposto il parziale dissequestro. Il sindaco di Marradi Paolo Bassetti ha inoltre chiesto una riunione della commissione consiliare provinciale per trovare “una soluzione”E’ stato disposto il parziale dissequestro dello stabilimento Fomar-Ghisa di Marradi, accogliendo la richiesta presentata dai legali dell’azienda. “E’ una parziale buona notizia – ha commentato il sindaco di Marradi Paolo Bassetti – perché intanto parte dell’attività può ripartire”. Il sindaco ha anche annunciato di aver richiesto alla commissione Lavoro del Consiglio provinciale la convocazione di una riunione in Comune per la prossima settimana. “L’obiettivo – afferma il sindaco – è che l’incontro, oltre a fare il punto della situazione, possa servire a individuare gli elementi utili a trovare una soluzione, e come Amministrazione comunale ribadisco l’impegno per riattivare un tavolo istituzionale”.

Il sequestro della fonderia di Marradi era stato chiesto dal pm Sandro Cutrignelli per violazioni alle normative sull’ambiente e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Indagati il presidente e l’amministratore delegato della società.

Sequestro Fomar, i dipendenti rischiano il posto: la preoccupazione del sindaco Bassetti. Regione, Provincia e Arpat Mugello facciano qualche cosa di utile.

giovedì 15 settembre 2011

Il sequestro totale dello stabilimento della “Fomar-Ghisa” di Marradi disposto dall’autorità giudiziaria su indicazione dell’Arpat è stato “un fulmine a ciel sereno” per il sindaco Paolo Bassetti che, insieme a tutta l’amministrazione comunale, esprime “profonda preoccupazione per l’improvvisa chiusura che mette a repentaglio il futuro dell’attività lavorativa e la chiusura totale di tutti i reparti (magazzini e uffici compresi), bloccando di fatto ogni qualsivoglia attività”. E preoccupazione c’è tra e per i dipendenti che in questa situazione rischiano il posto di lavoro.

Nella conduzione dell’attività di questa azienda storica marradese erano state riscontrate e contestate nel 2008 delle irregolarità in materia ambientale e il Comune aveva emesso un’ordinanza il 15 gennaio 2009 che imponeva all’azienda di ottemperare a una serie di prescrizioni e misure: “Il percorso intrapreso dall’azienda, con il supporto dell’amministrazione comunale – spiega Bassetti – aveva fatto ben sperare in un condiviso percorso al fine di eliminare gli inconvenienti rivelati, nei vari sopralluoghi, dagli addetti ai controlli”.

Il 23 febbraio 2010, in Comune si era svolto un incontro tra il sindaco, il responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale, l’azienda e l’Arpat zona Mugello ed “era stato constatato il da farsi, nei tempi e nei modi”. Il sindaco Bassetti precisa che “risulta che la quasi totalità delle prescrizioni elencate nell’ordinanza, sono state eseguite” e, ancora, puntualizza che “da tale riunione al Comune, non sono pervenute note e prescrizioni aggiuntive”.

All’improvviso il sequestro. Da qui “lo sconcerto e il disappunto per un atto così imperativo, che mette a forte repentaglio l’azienda e l’occupazione in un momento di così grave congiuntura”, commenta il sindaco Bassetti che, esprimendo solidarietà e vicinanza ai lavoratori e all’azienda, assicura la massima disponibilità per riattivare un tavolo istituzionale che possa contribuire alla risoluzione della questione e far riaprire in tempi brevissimi l’attività.

E stamani il primo cittadino marradese, presente all’incontro previsto tra il prefetto di Firenze Padoin e una delegazione di sindaci toscani, intervenendo in rappresentanza dei piccoli comuni per manifestare ed esporre le difficoltà a cui queste realtà sono sottoposte per il contesto di crisi economica e i continui tagli e manovre, ha riferito anche del sequestro della Fomar ribadendo preoccupazione per la situazione e l’impegno dell’amministrazione comunale per giungere a una rapida soluzione.

Nell’antica Abazia di Santa Reparata in Rio Salto per ricordare Fulvia.

Il libro sul Castellone. La parte storica è opera di Fulvia Rivola.
lunedì 12 settembre
Chiesa gremita alla Badia del Borgo sabato 10 settembre scorso per testimoniare l’affetto della famiglia, degli amici e della comunità marradese nei confronti di Fulvia Rivola in occasione del quinto anniversario della sua prematura scomparsa. Fulvia profonda ed attenta ricercatrice, formatasi all’Università di Firenze alla scuola del Prof. Giorgio Spini, aveva curato la parte storica della pubblicazione: “Il castellone. La storia e il consolidamento statico della Rocca di Castiglionchio edita da Publistampa nel 2002. Impareggiabile conoscitrice delle filze dell’Archivio Storico del Comune di Marradi con il marito Marcello aveva scelto la Badia del Borgo come residenza marradese ed alla antica Abazia, che ebbe con l’abate Taddeo Adimari, compagno d’Infanzia di Lorenzo il Magnifico, il suo periodo più fiorente, aveva dedicato il suo interesse storico di ricercatrice. La sua scomparsa prematura il 12 ottobre del 2006 ha determinato un vuoto fra quanti l’hanno amata ed apprezzata ed ha impedito il compimento e la stampa della sua opera sulla “Badia”. Alla Badia c’erano tutti i familiari con il marito Marcello Paoli, il figlio Cosimo, la sorella Giovanna ed il cognato Pier Francesco. C’erano moltissimi amici e fra questi le sue compagne d’infanzia Giuliana e Nelly. L’amministrazione Comunale in assenza del Sindaco era rappresentata dagli assessori Gabriele Miniati, parente di Fulvia e Silva Gurioli amica. Presenti anche gli ex sindaci Rodolfo Ridolfi e Giuseppe Matulli che è intervenuto per un breve ricordo come pure l’ingegner Montanari a nome dei condomini. Dell’illustrazione della ricerca di Fulvia sulla storia del monastero, dalla sua fondazione alla soppressione nel diciottesimo secolo, se ne sono incaricate con passione Livietta Galeotti e Teresa Montuschi. Dalle carte e dal lavoro di Fulvia escono importanti approfondimenti e inedite curiosità sulla vita del monastero nei secoli che vanno ad arricchire le pubblicazioni gli studi e le iniziative intraprese dal Comune di Marradi fin dal 1992 in occasione delle celebrazioni laurenziane con particolare riferimento al “Maestro di Marradi” ed alle sue splendide tavole.