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“Giù per la China ripida” Campana e la bici

mercoledì 4 luglio
Alfredo Oriani pubblicò nel 1902 “La bicicletta”: “Virgilio cantò il cavallo, Monti il pallone, Carducci il vapore, molti la nave, nessuno ancora la bicicletta”. È il racconto del suo solitario viaggio nell’estate del 1897 per la Romagna e la Toscana (mille chilometri, scrive con qualche esagerazione), attraverso campi assolati, borghi, città, luoghi della memoria e della storia, come la Verna, Siena, Montaperti, Pisa. È il libro più importante e più bello dedicato in Italia al ciclismo e alla bicicletta. Di essa dice:”è la mia libertà, giacché dal primo giorno che inforcai la sella della bicicletta, mi sentii come un evaso, e voi sapete che solamente i prigionieri hanno della libertà una profonda passione e la più lirica idea””La bicicletta è una scarpa, un pattino, siete voi stessi, è il vostro piede diventato ruota, è la vostra pelle cangiata in gomma……….La bicicletta siamo noi, che vinciamo lo spazio e il tempo: soli, senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena “.

Nei Canti di Castelvecchio (1903) Pascoli dedica una poesia alla bicicletta:

dlin … dlin… mia labile strada,/ sei tu che trascorri o son io?/ Che importa? Ch’ io venga o tu vada,/ non è che un addio!/ Ma bello è questo impeto d’ala,/ ma grata è l’ebbrezza del giorno…

Però a noi interessa quell’aspetto agonistico e dinamico, successivamente cantato anche dal Futurismo e rappresentato da Boccioni.
Avviciniamoci a Marradi e a Dino di cui si conoscono quattro versioni della poesia ciclistica:

“Giù per la china ripida” nel Quaderno, una ne “Il più lungo giorno” col titolo – Giro d’Italia in bicicletta (1° arrivato al traguardo di Marradi) -, un’altra dedicata a F.T. Marinetti col titolo “Traguardo” ed infine la parte centra dell “Immagini del viaggio e della montagna”.

Già nel 1907 fu fondato a Borgo S. Lorenzo il Ciclo Club Appenninico il cui primo presidente fu Francesco Arquint, di origini svizzere; nello stesso anno ci fu la prima edizione della Milano-Sanremo; nel settembre del 1909 ci fu il primo Giro dell’Emilia (insieme alla prima edizione del Giro d’Italia).

A livello letterario Luigi Graziani, di Bagnocavallo e docente al liceo di Lugo, scrisse in esametri la Bicyclula, In re cyclistica Satan, (1899, 1902), in cui, fra l’altro si riprende una polemica sull’uso, da parte dei parroci in tonaca, di tale nuovo mezzo.

Dal libro scritto da Rodolfo Ridolfi, campaniano doc, “Domenico Vanni, sovversivo per la libertà” Ed. Marradi Free, Newes, finalmente sappiamo il nome del vincitore di quella corsa cantata da Dino: appunto suo nonno Domenico Vanni nato nel 1889. Si riporta l’edizione dell’Eco delle Scalelle nel numero unico del 13 luglio 1952, pubblicato per la Festa della Madonna del Popolo. L’articolo firmato Adriano, sotto il titolo “Glorie del Passato Vecchi Tempi e Vecchi Campioni del 1909”, rievocando la corsa Firenze-Marradi del 1909, recita:

“Quella notte i cittadini marradesi, non chiusero occhio specialmente i giovani! In quella lontana giornata dell’estate 1909 era atteso l’arrivo, con ansia spasmodica, della prima grande corsa ciclistica Firenze-Marradi di oltre 90 Km che l’impareggiabile Cecchino Dal Pozzo aveva così brillantemente organizzato. Già alle 8 del mattino, un imponente gruppo di atleti, più di 70, è pronto per il via dal Ponte Rosso in Firenze, per slanciarsi, moderni dominatori dello spazio e del tempo, sulle allora deserte, assolate e polverose strade mugellane. C’era davvero motivo per perdere il sonno almeno per una settimana. Il meraviglioso, l’importante, l’incredibile, è che nello squadrone in partenza, insieme ai migliori dilettanti nazionali quali Marzocchini, Ciucchi, Guardiani e Mosconi, già celebri, ci sono anche i tre campioni locali: Betti Angiolino, Consolini e Vanni Domenico. Questi sono i nostri pionieri delle moderne avventure, i nostri primi eroi della bicicletta, i simboli e gli antesignani dei tempi nuovi, i beniamini di tutta la nostra gioventù. Tutta Marradi fin dalle nove si accalca sui marciapiedi di fronte all’ospedale e sembra che molta gente sia improvvisamente impazzita; “sono o non sono partiti?
Sì, devono essere sulla salita di Polcanto! Saranno arrivati a Borgo? Macché, nemmeno a Vicchio! Quanti sbaglieranno strada a Panicaglia? Devono essere a Ronta! A Razzuolo! Vorrei contare quelli a piedi sulla Colla di Casaglia! Ci sarà l’Avvocato a Camurano? Arrivano, eccoli, no è Parigino che si torna a casa! Largo, largo, eccoli! No è il cane di Lorenzone; lasciatelo passare che ha paura! È troppo tardi! No è troppo presto! Ormai è mezzogiorno e non arriva più nessuno! All’improvviso, sudato irriconoscibile, dondolante quasi come un ubriaco, accolto da mille braccia arriva il 1°; è il nostro Domenico Vanni! Non arriva a scendere che viene acclamato e portato in trionfo! Viva Vanni! La gloria c’è, la carriera non può mancare; tutti ne sono sicuri tranne proprio l’interessato!”.

Fra “quelli a piedi sulla Colla di Canaglia” ci deve essere stato Dino Campana. Riporto il mio commento nella recente ripubblicazione del “Quaderno”:

DALL’ALTO GIU’ PER LA CHINA RIPIDA
Dall’alto giù per la china ripida

O corridore tu voli in ritmo

Infaticabile. Bronzeo il tuo corpo dal turbine

Tu vieni nocchiero del cuore insaziato.

5 Sotto la rupe alpestre tra grida di turbe rideste

Alla vita premeva, gagliarda d’ebbrezze.

Bronzeo il tuo corpo dal turbine

Discende con lancio leggero

Vertiginoso silenzio. Rocciosa catastrofe ardente d’intorno

10 E fosti serpente anelante col ritmo concorde del palpito indomo

Fuggisti nell’onda di grido fremente, col cuor dei mille con te.

Come di fiera in caccia di dietro ti vola una turba
Dall’alto giù per la china ripida o corridore tu voli pedalando con ritmo infaticabile. Tu vieni, primo fra gli altri, col tuo corpo bronzeo nelle onde tempestose del gruppo turbinoso (o bronzeo per il turbine dell’aria che tu fendi?) (e come Caronte sbaragli le loro anime), e conduci (nocchiero) il tuo cuore che ha continua sete di gloria e di avventura (insaziato).Voli sotto la rupe alpestre tra grida di turbe risvegliatesi alla vita primeva fatta di gare e scontri atletici, che si infervorava d’ebbrezze.Il tuo corpo bronzeo, forte e pertinace, con uno scatto apparentemente leggero lascia il gruppo nel vertiginoso silenzio.I tornanti delle rocce catastrofiche ti videro come un serpente fra le curve, che anelante prendevi allo stesso ritmo dei tuoi palpiti; e tu fuggisti come sospinto dall’onda di grido fremente, rafforzando il tuo cuore coi mille cuori che ti acclamavano e a cui facesti provare la stessa emozione.
Gli altri staccati, volano in turba dietro a te, come fossero in caccia di una fiera.

Da Immagini del viaggio e della montagna nei C.O.
L’aria ride: la tromba a valle i monti

Squilla: la massa degli scorridori

Si scioglie: ha vivi lanci: i nostri cuori

Balzano: e grida ed oltrevarca i ponti.

E dalle altezze agli infiniti albori

Vigili, calan trepidi pei monti,

Tremuli e vaghi nelle vive fonti,

Gli echi dei nostri due sommessi cuori…..

Hanno varcato in lunga teoria:

Nell’aria non so qual bacchico canto

Salgono: e dietro a loro il monte introna:

. . . . . . . . . . . . . . . . .

E si distingue il loro verde canto

Bicicletta e Poesia di Silvano Salvadori.

Marradi dedicherà una sala a Francesco Galeotti: la soddisfazione degli “amici del pittore” e del Sindaco.

giovedì 28 giugno
L’Associazione “Il Maestro di Marradi” aveva istituito fin dal 2008 una personale sezione amici di Francesco Galeotti che ha realizzato il sito web sul pittore, in occasione del suo novantesimo compleanno il libro: “Francesco Galeotti: novant’anni di vita a colori” monografia che fu presentata sabato 19 giugno 2010 nel Teatro degli Animosi di Marradi, curata da Rodolfo Ridolfi, dove, alla presenza del Maestro Francesco Galeotti e della premurosa moglie Maria intervennero Paolo Bassetti Sindaco di Marradi, Cecilia Filippini, Mirna Gentilini e Rodolfo Ridolfi.
L’Associazione, molto vicina alla vedova del pittore, ha caldeggiato con una lettera formale fin dal 2009 un progetto che il Sindaco Paolo Bassetti e l’assessore alla cultura, che lo ha predisposto, e che come assessore all’ambiente realizzo l’ultimo evento pubblico cui il pittore partecipò, la mostra “Dolce acqua salata” dell’ottobre 2009, stanno realizzando. Il Progetto prevede anche una esposizione permanente delle opere di Galeotti nel centro Dino Campana stanno come conferma il comunicato dell’addetto stampa del Comune Jhonny Tagliaferri che molto volentieri riportiamo:
“ Sono nato in mezzo ai maiali, mucche, capre, conigli, galline e cani” era solito dire il marradese Francesco Galeotti. Si definiva ‘pittore contadino’, ma è stato uno dei più grandi esponenti della pittura naif e le sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo. Il pittore è scomparso un anno fa all’età di 90 anni, ed era talmente affezionato al proprio paese che tra le ultime volontà aveva espresso il desiderio di donare alcune sue opere alla comunità marradese. L’atto di donazione è stato formalizzato pochi giorni fa. Sono 15 in tutte le opere d’arte della sua collezione privata che sono state cedute dagli eredi al Comune di Marradi, che intende ricordare degnamente questo suo cittadino illustre dedicandogli un’esposizione permanente all’interno del Centro culturale ‘Dino Campana’ dove saranno custodite insieme ad altri oggetti e strumenti di lavoro appartenuti al pittore. Nei suoi dipinti, vere e proprie osservazioni colorate della natura appenninica, Galeotti ha raffigurato la vita rurale raccontandola attraverso i girasoli e le faraone, quali elementi del paesaggio e della vita agricola che animavano e coloravano la campagna e la quotidianità contadina, “elevandola ad incantata meraviglia e ad eterna fiaba”.
E Marradi rende omaggio al ‘pittore contadino’ non solo realizzando una mostra permanente, un catalogo e un premio di pittura riservato agli alunni delle scuole primarie ma anche, e forse soprattutto, sensibilizzando i cittadini ed in particolar modo le giovani generazioni a rispettare, conservare e valorizzare quell’ambiente e quei paesaggi da lui tanto amati “come prezioso patrimonio di vita, di cultura, di tradizione e fonte di ricchezza per l’incommensurabile risorsa ambientale preservata – sottolinea il sindaco Paolo Bassetti -. Siamo grati a Francesco Galeotti per l’amore che ha dimostrato alla sua terra con la sua arte e con questa splendida donazione, per noi – aggiunge – è una gioia immensa poter contribuire a ricordarlo con l’importanza che merita e voglio ringraziare a nome dell’Amministrazione e dei cittadini marradesi la moglie Maria Petronici che, rispettando le volontà del marito, ha donato queste 15 preziose opere. Dedicheremo a Galeotti, al suo talento e alla sua arte poetica – conclude il sindaco Bassetti – un’esposizione permanente al Centro culturale Campana e un premio di pittura per le scuole, celebrando così un nostro illustre concittadino che con le sue tele dai colori inconfondibili e gli immancabili girasoli e faraone ha tramutato la campagna in vera poesia facendola viaggiare in tutto il mondo”.

•Il Sindaco Paolo Bassetti inaugura la Mostra su Luigi Bandini in occasione del 120° della nascita e 60° della morte del Filosofo di Marradi al termine di un importante convegno al Centro Studi Campaniani.

martedì 26 giugno
Gabriele Canè, direttore della Nazione, nella prefazione al libro “Bel Amì e Gigino” di Renato e Rodolfo Ridolfi ne 2001 scrisse: “Marradi, piccola navicella di montagna ancorata a due porti, la Toscana e la Romagna genera però, nell’arco di pochi decenni, cervelli eccelsi, unici, che calano dalla montagna per conquistare le grandi città e le vette dell’intelligenza nazionale….Quasi con un rammarico che figure tanto eminenti abbiano la condanna di essere ricordati più come amici di che come personaggi dotati di luce propria e che luce!” Così l’Amministrazione Comunale, rapresentata dal Sindaco Paolo Bassetti che ha aperto i lavori con il suo intervento di saluto, insieme alla Fondazione Primo Conti ed al Centro Studi Campaniani Enrico Consolini ha dato vita ad un approfondito Convegno su Luigi Bandini (Marradi 1892-Firenze 1952) il filosofo liberale autore di importanti opere come “Uomo e Valore” e “Dalla Massa all’individuo” che fu uno dei pochi veri amici di Dino Campana. Al convegno cui ha partecipato con una importante Comunicazione sulle carte Bandini la Presidente della Fondazione Primo Conti Gloria Manghetti direttore del prestigioso Gabinetto Viessieux, Rodolfo Ridolfi ha trattato la biografia e le opere del Professore di Marradi che fu anche Bibliotecario alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, ha detto fra l’altro: “E’ del 1942 la pubblicazione di Uomo e Valore la sua opera filosofica più importante dove Bandini parla di civiltà trafficante e di abbondanza di cose con l’intento di colpire la deformazione di un epoca che si caratterizza radicalmente economica fino a perdere di vista la morale è così che prendono corpo la potenza, lo stato la razza fino a raggiungere l’apoteosi nei regimi comunisti nazisti e fascisti dove l’uomo diventa oggetto collettivo, si spersonalizza, si deprime si livella. E’ il tentativo di salvare i valori dell’uomo e giungere ad uno stato liberale “Il valore dell’uomo risiede principalmente nell’individualità”. L’opera ricevette una critica favorevole da Civilta’ Cattolica nell’ottobre del 42 e dall’Osservatore Romano a gennaio del 1943. Uomo e valore fu ristampato nel 1949 ed apprezzato da Benedetto Croce e Luigi Einaudi, nella stessa collana di Rivoluzione Liberale di Piero Gobetti dopo che nel 1948 aveva pubblicato, con l’editore Felice Le Monnier, “Dalla massa all’individuo” una trasposizione in chiave politica i concetti espressi in Uomo e Valore Bandini stesso lo definì uno strumento di propaganda elementare di vedute liberali. L’opera fu recensita su Il Tempo da Panfilo Gentile il 10 maggio del 1948 in quello stesso anno, a Roma, Bandini aveva aderito al Movimento Federalista Europeo di Ferruccio Parri. Lo stesso Mario Pannunzio gli chiederà di collaborare al “Mondo” con una lettera del 21 aprile 1949.”
Mirna Gentilini, Presidente del Centro Studi, nella sua relazione sui rapporti fra Gigino e Campana, resa ancor più interessante e suggestiva poichè impreziosita con letture di Bandini e Campana, nelle quali ha avuto modo di esprimere tutto il suo talento il Giovane Paganini, ha aggiunto: “Nonostante siano diversi, Dino e Luigi, per l’aspetto esteriore, per inclinazioni e predisposizioni, sono due solitudini che riescono ad intendersi.
Dino è robusto, ben piazzato,vigoroso, resistente, amante dei piaceri della vita, schietto,ribelle, l’altro è cagionevole di salute , fisicamente debole e con un corpo deforme, non beve alcolici, ha modi signorili e cerca di conformarsi ai comportamenti dell’ambiente borghese in cui vive.
Li unisce prima di tutto l’amore per il sapere, per l’arte, per le lingue: conversano in francese, in inglese e specialmente in tedesco. Durante una discussione sulla dottrina dell’eterno ritorno di Nietzsche Campana gli indica profeticamente che la sua via è la filosofia mentre gli nega una qualsiasi disposizione alla poesia.
Li unisce la tenacia, il forte volere di non lasciarsi abbattere dalla vita, dal dolore: per Gigino quello causato dal corpo, prima per una grave malattia che gli procura una vistosa imperfezione fisica (ha la gobba) e poi per una salute cagionevole che condizionerà tutta la sua esistenza; per Campana il male dall’anima, il contrasto radicale con la vita, il bisogno continuo di evadere dal contingente e dal temporaneo.
Partendo da queste considerazione Bandini scrive poi nel 1938 una bellissima pagina sulla poetica di Campana che nella sua nitidezza risulta convincente e vera” Bandini
“E’ un vero amico e quando il poeta gli chiede aiuto, accetta perché conosce le sue sofferte vicende e perché ammira le sue poesie”.

Al termine del Convegno taglio del nastro ed inaugurazione della mostra resa possibile dalle carte messe a disposizione dalla Fondazione Primo Conti e dalla generosa disponibilità del pronipote di Luigi Bandini Sergio Consolini presente all’evento.
M.F.

Nasce il Blog della Biblioteca Marradi 93 che su Facebook è “Miky”.

martedì 16 giugno
Il 22 agosto 1993 Marradi inaugurò la biblioteca oggi ospitata nei locali di Via Castelnaudary. In quel tempo era collocata nei prestigiosi locali di Piazza Scalelle, nel cuore del centro storico e fu realizzata per iniziativa del Sindaco Paolo Bassetti e del suo vice, che era anche assessore alla cultura, Rodolfo Ridolfi, con il contributo della Regione Toscana, della Comunità Montana e del Centro Studi Campaniani. La Biblioteca raccoglieva, fra l’altro, la più ricca selezione di volumi di poesia contemporanea presente nell’ambito di tutto il comprensorio. Nacque così un unico centro culturale all’interno del quale i cittadini e gli studiosi potevano consultare i materiali campaniani, il fondo Anacleto Francini che è stato riordinato da Franco Scalini, i volumi ed i materiali di storiografia locale, affidati in quel tempo alle cure del compianto, appassionato ricercatore Giuseppe Tarabusi, autore del pregevole volume “Marradi com’era”. Oggi quel progetto di unità culturale si è sviluppato ed arricchito nei locali delle ex scuole elementari Giovanni Pascoli, soprattutto dal 2008, per impulso nuovamente del Sindaco Paolo Bassetti e degli assessori alla Cultura Giovanna Bandini e poi Silva Gurioli, con l’apertura della sala degli amici di Lanfranco Raparo, coordinati con competenza dalla Prof.ssa Livietta Galeotti, con la realizzazione del museo artisti per Dino Campana, un’altra grande realizzazione del Centro Studi Campaniani e della sua presidente Prof.ssa Mirna Gentilini, con il Centro Studi del castagno del Prof. Elvio Bellini; tutte importanti iniziative che concorrono a mantenere viva, insieme alla biblioteca comunale e all’archivio storico, l’unicità e la pluralità culturale di Marradi. A diciannove anni di distanza ci piace ritornare a quell’iniziale progetto culturale riassumendo le parole dell’Assessore alla cultura del tempo che ringraziò quanti contribuirono all’importante realizzazione ed in particolare Maria Luisa Pierantoni e Olga Consolini della “biblioteca per tutti” che misero a disposizione una parte consistente dei volumi di narrativa; il prof.Plinio Sidoli che donò una bellissima collezione di libri d’arte; il prof.Elvio Bellini dell’Accademia dei Georgofili, autore di importanti pubblicazioni scientifiche e le prof.sse Mirna, Anna Gentilini, Luciana Ciani ed Emilia Chiarini del Centro Studi Campaniani che curarono l’allestimento della biblioteca. Il ringraziamento di allora va oggi esteso a chi ha gestito e gestisce la biblioteca e l’archivio. Ma da allora i nuovi mezzi di comunicazione e di relazione si sono sempre più affermati, soprattutto fra le giovani generazioni, ed è così che nel 2010, debuttava, sulla rete, il primo quotidiano online nel territorio della Romagna Toscana: “Marradi Free News”, nato con lo scopo di offrire una puntuale lettura e rappresentazione della realtà di Marradi e della Romagna Toscana che è passato da ben 3907 visite uniche e 61077 contatti nel 2011, all’ulteriore trend di crescita dei primi cinque mesi del 2012 che hanno registrato 9587 accessi unici e 87543 contatti come certificano i dati statistici CEST. Abbiamo quindi pensato di aggiungere, all’importante servizio pubblico della biblioteca comunale, in collaborazione con Marradi Free News, una biblioteca on line sulla storia locale rispolverando ed affiancando il network con il podcasting un sistema che permette di scaricare in modo automatico risorse audio e video utilizzando un programma gratuito che utilizzeremo fondamentalmente per i libri che si occupano di Marradi o comunque messici a disposizione gratuitamente da autori marradesi, che riverseremo nella rete collocandoli nel Blog, contrazione dei termini “web”e “log” (diario, giornale di bordo), un normale sito Internet che non richiede conoscenze tecniche e che abbiamo appunto chiamato “Blog Biblioteca Marradi 93” per richiamare la storia del progetto culturale originario “Marradi Capitale Culturale della Romagna Toscana”. L’obbiettivo è quello di raggiungere quella fascia di età giovane che legge poco su carta, segue sempre meno la T.V. e utilizza Internet come fonte primaria di Informazione. Per favorire l’impatto immediato e la relazionalità diffusa abbiamo anche scelto gli strumenti di twitter, google + e face book . Su Facebook il Blog Biblioteca Marradi 93 si presenterà come Miky Biblioteca.

Paolo Scacco