Archivi categoria: Cultura Spettacolo Sport

Stefano Mordini, regista marradese, domenica 2 settembre alla Sala Pasinetti alla 69^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nelle Giornate degli Autori, presenta il film “Acciaio” liberamente ispirato dall’omonimo romanzo.

Stefano Mordini il regista marradese
martedì 28 agosto

Stefano Mordini, il quarantaquatrenne regista marradese, che ha diretto “Provincia Meccanica” nel 2004 e “Come mio Padre” nel 2009, domenica 2 settembre alle ore 20,30, nell’ambito del Festival del Cinerma di Venezia, nelle Giornate degli Autori, Sezione autonoma promossa dalle associazioni dei registi italiani ANAC e 100 Autori, presenta alla sala Pasinetti il film “Acciaio”, liberamente ispirato dall’omonimo romanzo.
Riportiamo parte di un articolo comparso sul Corriere della Sera del novembre 2011

” …La spiaggia segreta è lì, nascosta tra dune e sterpi. Davanti, balenottero di pietra grigia, lo scoglio di Sorano. Ai lati, due torri per parte, a strisce bianche e rosse: a sinistra le ciminiere della centrale elettrica, a destra, sbuffanti fumi bianchi, quelle dell’acciaieria. La Lucchini. Lì dentro all’altoforno lavora anche Alessio. Un operaio, un bel giovanotto che ama le auto veloci e vuole una vita «come tutti». Suo unico sogno: Elena. Che però non è la ragazza della porta accanto. Di buona famiglia, bellissima e intelligente, laureata in economia, anche lei è in fabbrica, ma come dirigente. Due realtà troppo lontane. Un amore impossibile. Eppure eccoli lì Alessio e Elena, abbracciati sulla spiaggia, lui che le strappa il giubbetto di pelle nera, la trascina sulla sabbia a fare l’amore…
Scena perfetta, buona al primo ciak. Michele Riondino e Vittoria Puccini si rialzano. Soddisfatto Stefano Mordini, 43 anni, regista di Acciaio, tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Avallone (ed. Rizzoli), prodotto dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, Rai Cinema e Bnl. Set a Piombino, dentro i gironi dell’acciaieria, nei night di periferia, nei quartieri popolari dove i casermoni annullano il riserbo, incitano al voyeurismo.
E così Acciaio torna ad agitare i suoi scomodi fantasmi, i luoghi dove il libro già un anno fa suscitò vespai di polemiche. Alcuni si riconobbero e non si piacquero, altri agitarono le ragioni dei soliti panni sporchi da nascondere in casa. «Eppure la città ci ha accolto bene – racconta Mordini -. Abbiamo cercato di coinvolgere gli abitanti e loro ci hanno aperto le porte».
Tra le ragioni che fanno di questa storia qualcosa di molto cinematografico, Mordini cita la fabbrica. «Rispetto al libro le abbiamo dato rilievo maggiore. In un Paese dove le fabbriche sono in via di sparizione, gli operai non sono più una classe, il lavoro non è più una garanzia, questa di Piombino è una delle ultime realtà industriali da guardare con la giusta distanza, senza pregiudizi». Scelte sul posto anche le giovani protagoniste, Anna e Francesca, le quattordicenni dal cui sguardo passa tutta la vicenda. Adolescenti inquiete alla scoperta del sesso e di se stesse. «Volevo fossero due ragazze di qua – spiega -. Ne ho viste 800, ma quelle giuste le ho riconosciute subito». Eccole. Anna Bellezza è Francesca, Matilde Giannini Anna. Matilde più estroversa, studentessa di liceo, gira con Flaubert nello zainetto. Più selvatica e misteriosa Anna. Parla poco, osserva molto, sbandiera quasi come sfida la sua allergia a qualsiasi lettura. Eppure le due sono amiche. E non solo sul set. Com’è fare cinema? «Un gioco bellissimo…». Ma ci sono scene difficili. Il legame tra Anna e Francesca è molto fisico, si baciano, si carezzano. «Le ragazze lo fanno spesso, nulla di lesbico – precisa Mordini -. Ai provini chiedevo: che fai se una tua amica ti bacia? L’idea non ha scioccato nessuna». Più sconvolgente l’atteggiamento violento e l’attrazione morbosa del padre di Francesca per la figlia. «Un padre ossessivo e possessivo. Non accetta che lei diventi donna. La picchia per non metterle le mani addosso in altro modo. Questa è una storia di figli, di come vedono i genitori. I ragazzi si salvano tra loro».
Le riprese alla Lucchini, 2.200 operai, hanno visto la collaborazione di dirigenti e lavoratori. «È una realtà che conosco bene – interviene Riondino -. Io vengo da Taranto dove c’è un’acciaieria analoga a questa. La fabbrica l’ho vissuta a casa mia. Alessio è un operaio di oggi. Non vuole l’America, gli basta una vita uguale a quella degli altri. La conformità». Vota Forza Italia… «Lui pensa: Berlusconi fa muovere i soldi. E i soldi fanno vivere bene»…. Io all’acciaieria di Taranto ci ho lavorato. E anche a Piombino. Tre anni in cokeria, respirando polvere di carbone tutto il giorno. Contratti a termine per 36 mesi, poi ci hanno mandato via in 200». Nel ruolo di chi sta dall’altra parte della barricata, una dirigente che deve tagliare teste, la bella Vittoria Puccini. «Il suo legame con Alessio fa di lei una donna combattuta tra amore e carriera. Lei sa che tutto sta cambiando, cerca di avvisare Alessio, di salvarne il posto, ma lui rifiuterà. Purtroppo invece del posto, lui nell’altoforno perderà la vita». La struttura drammaturgica della storia rispecchia quella della fabbrica. «Nasci, cresci, consuma, crepa», sintetizza Mordini, che nella colonna sonora ha voluto inserire anche il Requiem di Mozart, diretto da Abbado con i Berliner, «Un Requiem per la classe lavoratrice… D’altra parte ho fiducia nei ragazzi di oggi. Meno condizionabili, non più schiavi della tv, capaci di cercare a modo loro, magari attraverso la rete, altre verità, altri stimoli”.

Giuseppina Manin
Dal Corriere della Sera 26 ottobre 2011

Il 26 agosto 1888 terminarono i lavori della tratta ferroviaria Faenza-Marradi

I lavori di costruzione della Stazione ferroviaria di Marradi
domenica 26 agosto
Agli inizi del 1840 Il Granduca Leopoldo II di Toscana costruiva i primi tratti ferroviari lungo le direttrici interne, ma già si pensava a come poter valicare gli Appennini. Tra i molti progetti presentati quello più praticabile risultò quello del padre scolopio Giovanni Antonelli astronomo, fisico ed ingegnere che prevedeva di risalire la valle dell’Arno fino a Pontassieve, poi il fiume Sieve e valicare le montagne lungo la direttrice Dicomano – Villore (frazione di Vicchio) – Marradi, proseguendo poi tranquillamente lungo la valle del fiume Lamone fino a Faenza. Il tracciato era abbastanza semplice, sfruttava gli ampi fondovalle fatta eccezione per 10-15 km circa all’altezza del crinale appenninico, e prevedeva di collegare l’enclave granducale di Marradi, orograficamente parte della Romagna e quindi dello Stato della Chiesa, con la patria. Nel decennio successivo il dibattito in merito fu molto animato e controverso, ma alla fine le preferenze andarono al tracciato Pistoia – Bologna che, seppur molto più impegnativo nella parte toscana, era più corto e poteva sfruttare la già esistente ferrovia Maria Antonia. Il collegamento ferroviario diretto tra Firenze e Bologna fu realizzato 80 anni dopo. Nel 1863 venne inaugurata la Porrettana ma l’immenso successo ne dimostrò subito l’inadeguatezza, e le discussioni sui possibili tracciati di una seconda linea transappenninica ripresero vigore, particolarmente dal 1865 con il trasferimento della capitale del Regno d’Italia a Firenze, e poi a Roma nel 1971. Si fece un’opera di mediazione tra i progetti esistenti, ed altre accese discussioni nacquero riguardo al tracciato dal Mugello a Firenze. Le scelte possibili erano tra un percorso facile e diretto verso Roma via Pontassieve oppure un percorso difficile ma più utile per Firenze via San Piero- Vaglia. La linea fu infine finanziata dalla legge Baccarini ( Alfredo Baccarini di Russi deputato liberale eletto per la prima volta nel 1876, poi Ministro dei Lavori Pubblici nei gabinetti Cairoli (I, II e III) e nel IV Governo Depretis dal 1878-1883) Il 9 novembre 1880, mentre ancora la questione dell’avvicinamento a Firenze non era stata risolta, anzi era oggetto di intensi dibattiti parlamentari. Ebbero inizio così i lavori da Faenza verso Marradi, che fu raggiunta il 26 agosto 1888. Intanto, fu finalmente presa una decisione: la ferrovia doveva seguire il percorso diretto verso Firenze. I lavori della tratta Firenze – Borgo San Lorenzo iniziarono nel 1884 e si conclusero l’8 aprile 1890. Il 31 maggio 1890 si iniziarono anche i lavori della tratta centrale, quella tra Borgo San Lorenzo e Marradi, che sicuramente era la più impegnativa, prevedendo numerose gallerie. L’intera opera fu inaugurata il 23 aprile 1893. L’altezza di valico era di 519 metri, 100 in meno della Porrettana, la pendenza massima era del 25 per mille, simile all’altra linea ma rilevata su tratte corte ed intervallate, contro le rampe continue tra Pistoia e Pracchia dell’altra linea. Il collegamento su Firenze via Vaglia aveva ridotto la lunghezza ed il percorso totale dal capoluogo toscano a Bologna non arrivava a 150 chilometri, contro i 131 dell’altra linea. Nonostante ciò la Faentina rimase sempre una linea secondaria, di interesse prettamente locale o di servizio al traffico merci. Anche durante la prima guerra mondiale, quando il traffico ferroviario raggiunse picchi estremi per la capacità della rete dell’epoca, la Porrettana era interessata da oltre 70 coppie di convogli al giorno, mentre per la Faentina ne operavano solo 60. L’ elettrificazione fu iniziata ma mai completata in quanto inizialmente si preferì concentrare le risorse sull’elettrificazione della Porrettana; successivamente la prospettiva di una prossima apertura della direttissima suggerì di non riprendere i lavori. Naturalmente l’inaugurazione della direttissima Firenze – Bologna tolse molta importanza alla linea, riducendone di molto il traffico e ridimensionandone il ruolo. Le vicende belliche della seconda guerra mondiale infierirono profondamente sulla linea, prima con i bombardamenti alleati e poi con le distruzioni causate dai nazisti in ritirata. I danni furono tali, e l’interesse così basso, che la linea fu ripristinata solo il 13 ottobre 1957, con l’esclusione di quasi tutta la tratta Borgo San Lorenzo – Firenze via Vaglia; i binari terminavano a San Piero a Sieve, pochi chilometri dopo Borgo San Lorenzo. Agli inizi degli anni novanta gli enti locali hanno ottenuto da TAV S.p.A. il completamento del ripristino della vecchia linea come contropartita al passaggio della linea ad Alta Velocità-Alta Capacità Bologna-Firenze, che per chilometri corre parallela alla vecchia anche se quasi completamente in galleria. La linea è stata riaperta il 9 gennaio 1999 ma nonostante un certo successo come servizio metropolitano i problemi non sono finiti. Il collegamento diretto con la Stazione di Firenze Santa Maria Novella avrebbe dovuto essere ripristinato nello stesso 1999, ma è stato ritardato di 4 anni. Inoltre era stata garantita l’elettrificazione della linea ma si è scoperto che le opere ricostruite così come quelle progettate ex novo non prevedono l’altezza necessaria per la posa della catenaria. Il 2008 è stato un anno di novità per la Faentina. Con l’entrata in vigore dell’orario del 9 dicembre 2007 è stato attivato anche sulla tratta Faenza-Firenze S.M.N. il Memorario, ovvero l’orario cadenzato con cadenza bioraria, che ha visto l’introduzione di due nuove coppie di corse nei giorni feriali e una nuova coppia nei giorni festivi. Non è più necessario il cambio di treno a Borgo San Lorenzo e tutti i treni arrivano direttamente nella Stazione di Santa Maria Novella, fatta qualche eccezione per alcuni treni di rinforzo nelle ore di punta diretti verso la Stazione di Firenze Campo di Marte. Col nuovo orario sono state soppresse le fermate di Mimmole, Cercina, Fontebuona e le stazioni di Montorsoli e Salviati.

Pape Gurioli nella Giuria del Premio Grisafi Mattii con Preziosi e Mara Maionchi a Montegiorgio (Fermo)

sabato 25 agosto
Paolo Notari con Daniela Gurini presenta, Sabato 25 Agosto 2012 ore 21.00 all’Ippodromo San Paolo Montegiorgio (Fermo), la 4° Edizione Memorial Livia Grisafi Mattii (Festival delle voci nuove)
Ospiti: il comico Carmine Faraco, Opera Pop,
la cantante Lighea, un talento fermano il pianista Luca Romagnoli, musicista, pianista, concertista
e produttore Pape Gurioli Special guest: Gatto Panceri
Della Qualificatissima giuria, tra gli altri composta da:
Antonio Preziosi, Mara Maionchi, Platinette, Fabrizio Pausini, fa parte anche Pape Gurioli

“1862 L’Italia in Divenire” Concerto organizzato da Opera In-Stabile con il Die Fiorellen Quintett alle ore 18 nella Corte delle Domenicane.

La locandina dell'evento
venerdì 24 agosto
“ 1862 L’ITALIA IN DIVENIRE” I POMERIGGI MUSICALI DELLA REGINA MARGHERITA FRANZ SCHUBERT Quintetto Op. 114 detto “LA TROTA” Violino-Viola- Violoncello Contrabbasso-Pianoforte

LA PRESIDENZA DI “OPERA IN-STABILE” COMUNICA A TUTTI GLI OSPITI CHE IL CONCERTO DEL “FIORELLEN QUINTETT” IN PROGRAMMA DOMENICA 2 SETTEMBRE 2012 ALLE ORE 18,OO SI SVOLGERA’ ALLA STESSA ORA NELLA CHIESA DELLA SS.ma ANNUNZIATA delle MONACHE DOMENICANE DI CLAUSURA a circa 100 mt. dal “CENTRO STUDI CAMPANIANI”