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J’Um-Marè a tempo di Charleston

sabato 4 agosto
Nella disfida delle coreografie e della scenografia andata in onda venerdì sera 3 agosto J’Um-Marè ha scelto il Charleston, che è il ballo che meglio rappresenta il clima elettrizzante e di generale euforia che sta vivendo tutto il rione e ha vinto ancora. Non poteva mancare nel novero del buon lavoro compiuto da tutti i rioni una esibizione interpretata magistralmente dalle ragazze e dai ragazzi di J’Um-Marè che hanno lo stato d’animo ed il ritmo giusto per interpretare con gonne frastagliate, collane di perle, la classica e rizza piuma sul cappellino, lustrini, paillettes e frac, il ballo degli anni 20. Il segreto del successo, come sempre tanta professionalità, nell’eseguire il non facile tema, sufficiente a scaricare la tensione e a riconquistare, anche nuotando, a risultato acquisito, la piscina.

Ora J’Um-Marè vuol mangiare gli spaghetti a S.Adriano prima della grande festa di San Lorenzo!

Rodolfo Ridolfi

J’Um-Marè: condannati a stravincere come non era accaduto mai!

La Lady Rossa ed il Team del Barone tolgono qualsiasi illusione ai Rioni avversari e mettono le mani sulla graticola d’oro con largo anticipo. Dopo la scarpinata J’Um-Marè, che macina vittorie su vittorie, semina La Piaza, l’avversario più blasonato a 25 lunghezze di distanza.
Dopo aver conquistato la graticola d’oro, l’undicesima, nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia J’Um-Marè sente l’atmosfera olimpica e nell’anno dei giochi a Londra lega il suo nome alla 36^ edizione della Graticola d’oro apprestandosi a fregiarsi del primato delle dodici graticole, la terza consecutiva, cercando di polverizzare tutti i record precedenti. Il distacco degli altri rioni è ormai incolmabile e la superpotenza rossa vola su picchi inarrivabili per tutti gli altri che si devono accontentare della lotta per la seconda posizione attualmente occupata da la Piaza sul rione di D’Forc e Villanzeda che spera di recuperare qualcosa nei giochi della Piscina di mercoledì 1 agosto.

Rodolfo Ridolfi

Dopo i giochi in piazza, quelli allo stadio e il canto e il ballo in piscina, lo spread di J’Um-Marè prende il volo ed il barone rosso se la ride!

sabato 28 luglio
Ho riletto il mio resoconto di lunedì 23 scorso sulla Graticola d’oro colto dal dubbio di avere esagerato, trascinato dalla mia mai celata passione per il mio rione J’Um-Marè, nel raccontarne le gesta, urtando, magari, il legittimo orgoglio e la passione competitiva di tanti amici degli altri rioni. Così non è stato! Alla luce dei fatti, posso, addirittura, riscontrare di essere stato invece facile profeta. L’aeroplano del team del Barone Rosso, guidato da Martina, la lady rossa, ha confermato in pieno le sensazione ed i pronostici che avevo descritto volteggiando alto sui cieli della graticola dopo tre giornate di tenzoni. Così ora sono i numeri che parlano: dall’alto dei suoi 160 punti con 15 di vantaggio sulla Piaza e 18 su Vilanzeda che affida tutte le sue speranze ai giochi in acqua vola spedito. J’Um-Marè sembra abbia veramente in testa di polverizzare tutti i precedenti records sia quello del 1973 che quello dello scorso anno sempre in testa dall’inizio alla fine con uno Spread da capogiro rispetto ai rioni concorrenti. Segnaliamo intanto, per gli appassionati di statistiche, che nelle tre gare di venerdì: canto bambini, canto adulti e ballo, J’Um-Marè ha fatto cappotto. La dodicesima graticola per il rione rosso sembra più vicina, ma non si sa mai! Ci sono ancora molte gare ed insidie ed i rioni avversari tenteranno la grande rimonta. Intanto l’antica Marciana, J’Um- Marè, fa parlare il suo motto e si conferma ad “Excelsia”, mentre il barone rosso se la ride e vola a Campigno per disputare, in compagnia del fantasma del conte Lando, la Scarpinata dalle Scalelle a piazza Scalelle.

Rodolfo Ridolfi

Francesco Galeotti “Botti..,auguri..,doni di Magi..,e anche…una Strenna di colori e poesia”

giovedì 26 luglio
Sono passati vent’anni e sei mesi da quando Renato Ridolfi pubblicava un commento alla presentazione del primo Libro, curato da Nevio Iori, su Francesco Galeotti il grande pittore marradese cui l’Amministrazione Comunale si appresta a dedicare una sala espositiva permanente nel Centro Dino Campana. Vi riproponiamo quell’articolo integralmente così come Maria, la vedova di Francesco, ce lo ha voluto consegnare:

Eduardo Gordigiani premia l’allievo Francesco Galeotti

” Marradi ha dedicato una giornata calorosa alla presentazione del libro che Nevio Iori ha dedicato al pittore-contadino di sant’Adriano, il naif cantore dei girasoli e delle faraone che sempre hanno ravvivato l’aia sofferta del casolare di Casa Cappello. E tutta la Comunità ha festeggiato ed elogiato il semplice personaggio per l’alto onore da lui apportato alla amata terra, che ha visto, con orgoglio, crescere, maturare ed esplodere nel campo dell’arte pittorica il suo Francesco Galeotti.

La locandina del 1991
La guerra, dopo la prigionia, lo aveva restituito alla sua terra sconvolta, ai sui campi faticosi, ai suoi cari disperati che rimettevano un po’ di sorriso sulle labbra e nel cuore angosciato. Finalmente era tornato a casa e con gli occhi gonfi di rossa gioia aveva fatto il giro del podere.
C’era molto da fare per riportare in buona salute e rigoglio la terra danneggiata.
Fu nel solco con i fratelli; nella stalla con le vecchia madre quasi ringiovanita, perche il suo Checco era nuovamente a tavola con tutti nella grande cucina davanti al nero camino diventato, per incanto, più caldo e luminoso sotto il paiolo crogiolante di patate, marroni e pere volpine. L’amore per la terra, che lo aveva coccolato per vent’anni, lo confortava, ora, nella dura fatica e lo inorgogliva. Ma insieme. In mezzo a tanta quiete e semplicità profumate di muschi, gli si affacciarono impulsi di poesia che lo fecero avvicinare al grande pittore Eduardo Gordigiani. Checco diviene, infatti, il suo accompagnatore nelle gite tra i boschi e i monti di Marradi che l’insigne maestro percorre e dipinge in tele portentose.
Lo segue, loascolta, lo guarda con estrema umiltà ed attenzione.
Si entusiasma e si prova a coglierne il colore e a fissarlo in nature morte.
E’ una partenza felice!

Galeotti prima maniera “La mamma che fa la polenta”

Le abbiamo viste ed apprezzate nella sua stanzetta studio ricavata nella torre millenaria di Cà di Cappello, residenza estiva di Maghinardo Pagano da Susinana.
Ed è nell’oscurità di quel tugurio, ingombro di sacchi, di cesti, divecce e di topi, che comincia ad entrare la luce dorata dei suoi girasoli e il chicchiettare delle sue gallinelle ciarliere come le comari del borgo.
Poi prendono corpo le allegorie campestri e paesane scaturite dalla semplicità di un cuore agreste, suggerite dalla filosofia delle zolle e degli sterpi, tendente a sapori di libertà, all’umiltà dell’incontro, alla sublimità della vita.
Ci ha regalato, dunque, una strenna delicata e preziosa per questo capodanno e per altri ancora.
Lavoratore assiduo col pennello, come con gli attrezzi del podere, eccolo, oggi, col buon raccolto.
Le sue tele sono sparse in tutto il mondo e parlano del pittore contadino di Marradi, che indica all’umanità nevrotica ed insoddisfatta i valori della serenità dello spirito acquietato nel calore e nel colore di una incontaminata natura”.

Capodanno 1992 Renato Ridolfi