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Musica y Mar a Marradi una produzione culturale di alto profilo del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”

domenica 21 luglio
a Marradi, venerdì 19 scorso, nella bella Piazza Le Scalelle si è tenuta la prima assoluta di uno spettacolo prodotto e realizzato dal Centro Studi Campaniani Enrico Consolini: “Musica y Mar”. L’evento ha narrato l’emozionante viaggio del famoso poeta Dino Campana verso il Sud America, offrendo ai numerosissimi spettatori un’originale esperienza di intreccio artistico multidisciplinare e multisensoriale indimenticabile.


Lo spettacolo, finanziato dal Ministero della Cultura e patrocinato dal Comune di Marradi, ha visto il debutto come regista e sceneggiatrice di Barbara Betti. La serata è stata orchestrata magistralmente grazie all’intensa interpretazione dell’attore Francesco Pelosini, la cui voce recitante ha guidato il pubblico attraverso le fasi del viaggio nel Nuovo Mondo utilizzando le parole stesse del poeta Dino Campana. Pelosini ha saputo incarnare l’essenza del poeta, trasmettendo con profondità e passione le sue emozioni e i suoi pensieri.

Ad arricchire ulteriormente l’atmosfera ci sono stati gli accompagnamenti musicali della Maestra Elisabetta Costantini Pelosini, la cui viola ha aggiunto una profondità sonora ed emotiva alla narrazione. Le note dello strumento hanno evocato il mare, protagonista e filo conduttore dello spettacolo, simbolo del collegamento tra i due mondi.

A impreziosire la narrazione e la musica, le performance di tango dei Maestri Patricio Lolli e Veronica Lorenzoni che hanno aggiunto un tocco di sensualità e passione. I loro passi di danza, precisi e intensi, hanno evocato l’anima stessa del tango, simbolo delle radici culturali sudamericane incontrate da Campana. Le loro esibizioni sono state accolte con applausi, segno dell’apprezzamento del pubblico per la loro straordinaria bravura e interpretazione.

Non meno rilevanti sono stati gli interventi vocali di Michel Vanni, che hanno arricchito ulteriormente l’atmosfera evocativa dello spettacolo. La sua voce melodiosa, ha completato il quadro artistico della serata, aggiungendo un ulteriore strato di emozione e coinvolgimento.

Il mare, elemento costante e simbolo del collegamento tra i due mondi, è stato il filo conduttore dello spettacolo. Protagonista silenzioso ma onnipresente, il mare ha rappresentato il legame emotivo e fisico tra il vecchio e il nuovo mondo, incarnando l’essenza stessa del viaggio di Campana. Lo spettacolo ha preso ispirazione dall’arco del viaggio di Campana, partendo da Marradi e passando per Genova, fino a raggiungere l’Argentina, Buenos Aires e la Pampa. Questo arco ha segnato un percorso di evoluzione e scoperta culturale, in cui il poeta ha abbandonato i vecchi stilemi per abbracciare l’avanguardia emergente.

Il talento degli artisti e l’impostazione innovativa dello spettacolo hanno saputo catturare l’attenzione degli spettatori, che hanno assistito in silenzio e con grande emozione per tutta la durata della performance. Gli applausi indirizzati più volte al cast, all’assessore alla cultura Maria Cristina Carratù e ai presidenti del Centro Studi Campaniani Gianna Botti e Walter Scarpi hanno più sottolineato il successo della serata. “Musica y Mar” è stato molto più di un semplice spettacolo: è stato un viaggio poetico e sensoriale che ha permesso al pubblico di rivivere le emozioni e le esperienze di Dino Campana nel suo percorso tra i due mondi. Un omaggio alla cultura, alla poesia e alla musica, che resterà impresso nella memoria di chi ha avuto la fortuna di assistervi.

La FIDAPA di Marradi presenta il libro di Gabriella Costa Quell’anello di acque lucenti

venerdì 19 luglio

Sabato 27 luglio 2024 alle ore 21,00 presso il Centro Studi Campaniani Via Castelnaudary n. 5 – MARRADI (FI) la Fidapa con il patrocinio del Comune di Marradi e del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” presenta l’ultimo libro di Gabriella Costa Quell’anello di acque lucenti edito da youcanprint 2024.
Alla presentazione affidata a Silva Gurioli intervengono insieme all’autrice la Presidente della Fidapa di Marradi Anna Maria Torriani e Gianna Botti coopresidente del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”

Nel lavoro di Gabriella un racconto di 140 pagine l’Autrice esplora percorsi esistenziali contrassegnati da diversi tipi di amore. Quello di Gavin Maxwell per la vita selvaggia davanti a un’isola della Scozia, quello possessivo di Kathleen Raine per lui, che sfocia in una maledizione. Anche i due protagonisti del viaggio ispirato da Maxwell e dalla sua “trilogia delle lontre” sono in un momento delicato della loro storia d’amore che si chiarisce man mano che essi si inoltrano nella natura incredibile delle Highlands. Nel secondo racconto, l’amore si esprime in una chiave del tutto diversa ed è strumento di guarigione. Insomma, l’amore si accende per la natura, come per un essere umano. Può essere passione cieca, talora distruttiva, oppure cura e fonte di felicità seppur effimera. Una analisi psicologica narrata con stile delicato ma intenso e coinvolgente.

Rodolfo Ridolfi ricorda la strage nazi fascista di Crespino-Fantino-Lozzole e Campergozzole 17-18 luglio 1944

mercoledì 17 luglio
La strage di Crespino-Fantino-Lozzole e Campergozzole
17-18 luglio 1944
di Rodolfo Ridolfi*
Sono passati ottant’anni anni da quella tragica estate del 1944 che ebbe come epicentro il territorio della piccola frazione di Crespino Sul Lamone. Marradi e Palazzuolo Sul Senio non dimenticano e continuano doverosamente ogni anno ad onorare i martiri della furia nazi-fascista.
“..Quando fui eletto sindaco, nell’autunno del ‘88, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del Sacrario di Crespino, riproposi il dossier che nessun sindaco prima era riuscito a portare a positiva conclusione ed ottenni, il 3 Luglio del ‘91, con decreto del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi con la seguente motivazione: Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste. Ho riletto in questi giorni sulla pubblicazione “Marradi Capitale Culturale della Romagna Toscana” -1993 -quanto ebbi a dire, parlando a Crespino insieme al sottosegretario di Stato agli interni del governo Andreotti, Valdo Spini …I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica.
Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana è scritto: Per le vicende della guerra Marradi, unico Comune della Provincia di Firenze, ha ottenuto nel luglio 1991 la medaglia d’oro al merito civile”.— Marradi, estate 1944.
Gli eventi e le testimonianze
Il 17 luglio 1944 a Monte Lavane gli alleati effettuarono un lancio di armi, munizioni e vestiario destinati ai partigiani che, attaccati da ingenti forze nazifasciste, ingaggiarono un duro combattimento di otto ore Quello stesso giorno ed il giorno successivo, a Crespino, antico Borgo sorto intorno all’antica Abbazia vallombrosana di Santa Maria a Crespino sul Lamone, si consumò un’assurda tragedia. I nazisti si macchiarono dell’orrendo crimine di strage che non risparmiò neppure Don Fortunato Trioschi, arrestato insieme ai suoi parrocchiani e costretto a scavarsi la fossa prima di essere trucidato. I fatti sono da inquadrare nella recrudescenza nazista che in seguito alla caduta di Mussolini e all’8 settembre ’43 avevano fatto scattare “l’operazione Alarico” l’invasione e l’occupazione militare dell’Italia. Insieme a Don Trioschi, il 17 luglio, furono uccisi sul greto del Lamone, dove oggi sorge il sacrario, Luigi e Vittorio Bellini, Giuseppe e Lorenzo Ferrini, Giovanni Malavolti, Giuseppe e Guglielmo Nati, Angelo, Attilio Lorenzo fu Luigi e Lorenzo fu Pietro Pieri, Giuseppe Barlotti, Dante Chiarini, Pietro Tagliaferri, Ottavio Scarpelli, Luigi Vinci, Gherardo Visani, Adolfo Rosselli, Sante Bosi, Giulio Sartoni, Bruno Santoni e due persone non identificate. Abramo Tronconi fu fucilato a Fantino. Alfredo Beltrami, sua moglie Cecilia, e la figlia Lorena, furono fucilati il 17 luglio nel podere Il Prato con Alfredo Righini fucilato nell’aia.
I Beltrami erano, padre, madre e sorella di Umberto il partigiano di cui Pietro Monti, detto Marconi, definito da Arturo Frontali, come il testimone che tutto ricorda della strage di Crespino, racconta: “Ha preso una bomba a mano e gliel’ha tirata (alla Croce Rossa) ed ha ucciso il tedesco ed insomma tutti e due, l’autista ed il ferito”. Il 18 luglio nel podere I Mengacci, di proprietà di Giovanni Buccivini Capecchi, i mezzadri, Francesco Botti, suo figlio Bruno diciassettenne, il quindicenne Pierino Caroli e suo padre Vincenzo, che era iscritto al partito fascista e che mostrò invano ai tedeschi la tessera, furono trucidati nonostante il disperato tentativo della coraggiosa mamma Palmira Gentilini Botti che, con le lettere dei figli militari in mano, cercava di far capire ai tedeschi che i suoi famigliari non c’entravano con i partigiani. Giuseppe Caroli e Adele Donatini furono fucilati al Cerreto di Fantino il 18 luglio come Dionisio Rossi. Carlo Quadalti contadino della Casa Nuova fu fucilato quello stesso giorno nel podere La Castellina dove si trovava per la mietitura a dare una mano ad Arturo Raspanti. La Wehrmacht aveva stabilito il proprio comando a Crespino, nella villa di Carlo Mazza, proprietario terriero della zona. I partigiani che operavano nell’area, ed ai quali erano associati i giovani renitenti alla leva repubblichina sbandati, erano quelli della 36^ Brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini. Valeria Trupiano nel suo pregevole lavoro A sentirle sembran storielle Luglio 1944 La memoria della strage di civili nell’area di Crespino del Lamone del 2008 riporta quanto contenuto nel bollettino partigiano della Bianconcini datato Imola 21 ottobre 1945. Ventotto pagine consegnate alla Trupiano dall’ex partigiano Bruno.
Il bollettino, con la relazione ufficiale, contiene il diario delle azioni e dei sabotaggi giornalieri operati dalla brigata, gli spostamenti, le imboscate, le catture ed uccisioni di nazisti e spie fasciste, gli attacchi e le uccisioni di partigiani e di civili da parte dei tedeschi. A proposito della giornata del 17 luglio tra le varie azioni partigiane realizzate nel territorio viene descritta la seguente “Elementi misti delle compagnie di Paolo e di Marco attaccano il traffico sulla strada Faentina. Un automezzo tedesco distrutto, 2 soldati uccisi e sei feriti. Da parte nostra un ferito. A seguito di tale azione i tedeschi per rappresaglia massacrarono 35 coloni raccolti nei dintorni. La versione partigiana ha molto in comune con quella raccontata dagli abitanti di Crespino. Nel libro di Don Bruno Malavolti Estate di Fuoco, nella parte di Arturo Frontali che ricostruisce i fatti attraverso le testimonianze, si fa capire che alcuni giovani partigiani e soldati sbandati, dopo l’8 settembre, continuavano ad appoggiarsi al paese e al podere dei Mengacci. Verso la fine di aprile, alcuni di questi partigiani uccisero due tedeschi in località Casaglia. Sembra che una delle vittime fosse il comandante di un gruppo appartenente alla Marina tedesca, che era acquartierato a Villa Ersilia a Marradi. L’episodio, tuttavia, rimase impunito per l’intercessione di una nobildonna tedesca sfollata a Ronta che ebbe il merito di convincere gli occupanti a stipulare con il paese una sorta di patto di tregua. L’accordo venne tuttavia violato dai partigiani del posto che ai primi di luglio, presso il ponte di Spedina, catturarono altri due soldati, scaraventandone uno da un burrone e lasciandosi scappare il secondo che, raggiunti i suoi commilitoni, dette l’allarme. Successivamente, la mattina del 17 luglio, la stessa banda, appostata su una collinetta, attaccò una pattuglia tedesca uccidendo un soldato e scagliando una bomba a mano contro l’autoambulanza sopraggiunta dal vicino ospedale militare di Villa Fantino. Il 17 luglio, dopo appena un’ora dall’agguato, una seconda pattuglia tedesca, rinforzata da squadre provenienti da Marradi, arrivava sul posto, interrogava due contadini intenti alla mietitura, mentre uno affermava di avere visto i partigiani imboscarsi e fuggire dopo l’attentato, l’altro taceva e veniva ucciso perché ritenuto complice. La rappresaglia partì poi dal podere Prato con lo sterminio dell’intera famiglia Beltrami, cui apparteneva uno dei partigiani responsabili dell’attacco. I tedeschi rastrellarono tutti gli uomini che trovarono, li raccolsero presso Villa Mazza, sede del comando, poi li trasferirono sulle rive del Lamone e qui li fucilarono. Soltanto uno dei prigionieri, Giuseppe Mariano Maretti, sopravvisse all’esecuzione, morendo poi nel 1948 in seguito alle ferite riportate quel giorno. Convocato il parroco, Don Fortunato Trioschi, e altri due contadini sul luogo dell’eccidio, i tedeschi li costrinsero a scavare una fossa e li fucilarono sul posto. Il 18 luglio l’operazione proseguì a Fantino con l’invasione di casa Caroli, in località Mengacci: gli uomini, quattro, furono trattenuti nell’edificio, mentre le donne e i bambini furono portati, attraverso il castagneto, in una grotta naturale e lì sorvegliati con una mitragliatrice. Quando le donne ed i bambini, che erano stati rilasciati, tornarono verso il podere in fiamme, trovarono una scena agghiacciante: due uomini assassinati con il colpo di pistola alla nuca e due legati ai materassi e asfissiati. Un altro reparto, nazifascista, frattanto, era impegnato nella ricerca e nell’assassinio di contadini rimasti a Castellara, Castellina, Cerreto, Lozzole e Campergozzole. La mattanza si concluse la sera del 18 luglio, con un bilancio di 44 vittime nell’area Crespino, Fantino e Lozzole. Anche se la documentazione tedesca non fa espressamente riferimento alla strage, sembra di poter ricostruire la presenza sul territorio di unità di polizia tedesca o miste italo-tedesche, come il III Polizei Freiwilligen Bataillon Italien, il cui trasferimento presso l’Appennino è dato certo. Nella memoria comune, i partigiani avevano, come ha riportato nel suo libro Valeria Trupiani, “le loro colpe: rubavano in casa dei benestanti, ostentavano simboli comunisti compiendo operazioni contro i soldati tedeschi senza avere il coraggio di affrontarli a viso aperto”. Tuttavia la Trupiani ha anche aggiunto: “Quei giovani, che abbiamo denominato, così detti partigiani, avevano il diritto e il dovere di nascondersi tra le montagne per non farsi catturare e rischiare la morte o la deportazione in Germania”. Forse la strage sarebbe accaduta lo stesso ma in quelle vicende i partigiani non ebbero un comportamento esemplare, ne tanto meno eroico.

*già sindaco di Marradi

MUSICA Y MAR il 19 luglio alle ore 21,30 in Piazza Scalelle

lunedì 15 luglio

ll Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” presenta, venerdi 19 Luglio alle ore 21,30 in Piazza Scalelle a Marradi, una Pièces dedicata al viaggio del poeta Dino Campana verso il Sud America e ritorno.
Un’Arco Teso tra due mondi, il vecchio e il nuovo mondo, che parte dalla mostra inaugurata il 9 Maggio alla Biblioteca Marucelliana di Firenze dove, per la prima volta, il mondo musicale dell’epoca, gli amici compositori e musicisti di Campana, sono riuniti e ricollocati nel loro tempo.
Un racconto che da Marradi e poi da Genova si lascia alle spalle, anche se mai del tutto, i vecchi stilemi e l’evoluzione nell’avanguardia culturale emergente per andare incontro ad un mondo nuovo in cui la cultura, viscerale, dirompente, affamata, erompe attraverso il tango delle origini per diventare in breve tempo affermazione espressiva di libertà e sentimenti anche in Europa.
Un viaggio, un arco attraverso la linea dell’equatore, che segna un tempo indefinito, ancora da scoprire.
Filo conduttore e protagonista il mare: unico elemento costante, collegamento dei due mondi e parte unica, embrionale, emozionale di Campana.