Importanti incarichi per la nostra parlamentare Erica Mazzetti e per Deborah Bergamini

gioved’ 31 agosto “Una nomina quella di Erica Mazzetti alla guida del dipartimento nazionale lavori pubblici di Forza Italia che accogliamo con profonda gratitudine. In questo primo anno da parlamentare del territorio ha dimostrato il suo valore, la sua disponibilità, la sua voglia di fare e anche la sua intraprendenza. Soprattutto nei momenti più complessi.
Plaudo ad Antonio Tajani e Alessandro Cattaneo che hanno voluto questa nomina e con l’occasione mi complimento anche con Deborah Bergamini nominata al dipartimento esteri.
Il tema che seguirà Mazzetti è delicato e determinante anche per il nostro territorio, che ha problemi infrastrutturali cronici.
Sono certo e convinto che collaboreremo in modo proficuo”.
Lo fa sapere in una nota Rodolfo Ridolfi, Capogruppo Centrodestra.

Premio Letterario Nazionale Dino Campana, al via la valutazione delle 60 opere partecipanti alla X^ edizione

La IX^ Edizione del Premio
Dino Campana 2022
lunedì 21 agosto

La Giuria della X^ Edizione del Premio letterario Nazionale Dino Campana, La Poesia ci salverà, indetto e organizzato dal Quotidiano Marradi Free News con il Patrocinio del Comune di Brisighella e l’Unione dei Comuni del Faentino e la collaborazione dell’ l’Accademia degli Incamminati, Rinascimento Poetico, il Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” e l’Associazione Culturale Opera In-Stabile, ha iniziato il lavoro di valutazione delle 60 opere in concorso, per il 2023 riservato a opere edite e inedite.
Al premio, che si svolge prevalentemente attraverso le modalità della rete per contribuire alla ricerca ed alla promozione dei talenti poetici, partecipano quest’anno autori provenienti dalla Emilia Romagna (20), Toscana (10), Veneto (6), Lombardia (4) Piemonte (1), Lazio (4) Marche (3), Campania (3), Friuli Venezia Giulia (2), Abruzzo (1) Calabria (1) Liguria (1), Sicilia (1) Umbria (1) Puglia (1) Trentino (1)
Della Giuria del Premio, che formulerà la graduatoria dei vincitori, fanno parte: Rodolfo Ridolfi, (Ideatore e Fondatore del Premio) Presidente; Federica Caseti Balucani (Soprano), Barbara Betti (Musicista Opera In Stabile), Gianna Botti (Scrittrice), Sandro Cosmai (Avvocato Opera In Stabile), Emanuela Dalla Libera (Poetessa), Paolo Gambi (Rinascimento poetico) Mirna Gentilini (Centro Studi “Enrico Consolini”), Pape Gurioli (Compositore Musicista), Stefano Mercatali (Pittore), Riccardo Monopoli (Attore Regista), Patrizia Ravagli (Accademia degli Incamminati), Raffaella Ridolfi (Marradi Free News), Lorenzo Somigli (giornalista), Massimo Scalini (Psichiatra), Elisabetta Zambon (Direttrice Cotidie Legere).
Al Premio letterario è abbinato il Premio speciale per la musicalità “Emilio Betti” voluto da Opera In-Stabile La Premiazione si terrà a Brisighella presso il Convento dell’Osservanza sabato 16 settembre alle ore 10 e sarà anche l’occasione per assistere all’azione poetica Nel viola della Notte della Compagnia degli Aaccesi e alla presentazione del libro Nel paesaggio italiano collocavo dei ricordi
🖊 A cura di Marradi Free News
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Nel 2003 Il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi assegnò al Centro Enrico Consolini di Marradi il Premio della Cultura.

venerdì18 agostoLa magica Sardegna di Dino Campana Baciai quel granito

Sono passati vent’anni da quando Il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi assegnò al Centro Enrico Consolini di Marradi il Premio della Cultura. L’ambitissimo riconoscimento che segnava il periodo d’oro dell’attività del Centro ed i prestigiosi impegni ed eventi promossi a favore degli studiosi e degli appassionati del grande poeta di Marradi, ho avuto il privilegio di viverlo da Presidente del Centro Campaniano. Per questo motivo mi piace ricordare quest’anno e celebrare insieme all’anniversario della nascita di Dino Campana, giovedì 20 agosto 1885, una delle pagine che più mi piacciono della poetica campaniana tornando ad una mia riflessione del 31 agosto del 2023 affidata all’Unione Sarda il quotidiano dell’Isola dove anche quest’anno trascorrerò un periodo di vacanze immaginando di nuovo come Dino Campana visse il suo rapporto con la Sardegna.
Gli stimoli letterari di Sebastiano Satta.
Sicuramente Campana non arrivò in Sardegna casualmente, suo fratello Manlio, aveva sposato Elisa Salaris figlia di una facoltosa famiglia sassarese e Dino amava recarsi in compagnia dei cognati a caccia fra quei monti. Ma nell’Isola arrivò motivato dalla grande determinazione di verificare di persona le immagini, le suggestioni, gli stimoli letterari ricevuti da Sebastiano Satta (Nuoro 1867-1914) i cui Canti Barbaricini erano ben noti al grande marradese; significativa la citazione di un verso della lirica Tedio (in Chiacchierata serale): Era il granito delle tombe la rosa centifoglie, che Campana scrive nel periodo torinese subito dopo essere stato in Sardegna.
Fra i tanti, percorsi, magici, di Dino Campana quello in Sardegna, nell’inverno del 1915 è senza dubbio suggestivo e fecondo di vera lirica. Campana scrive a Papini, in una lettera del primo febbraio di quell’anno, la Sardegna è un paese arido e scoraggiante: sono ora a Torino!
La Sardegna di Campana è un quadro intenso e vero della Gallura, della Maddalena, dell’Altipiano di Tempio con sullo sfondo i monti di Aggius il mare maddalenino cultura di vecchio bon sangue italiano.
Le lettere a Papini, Soffici e Aleramo, i versi del Taccuino
Dopo quella visita-soggiorno in Gallura, a proposito della Sardegna e della sua Prosa in poesia, contenuta nel Taccuino (del quale conservo una copia della preziosa edizione del 1949 curata dal Matacotta), Campana scrive da Livorno il 4 gennaio 1917 a Sibilla Aleramo: cara Rina….Mio amore mio amore La Gorgona è un dosso lontano sul mare abbandonata laggiù nei tramonti. Tu ora mi conosci e potremmo abitare lontani se non mi abbandoni col pensiero. Una volta in Sardegna entrai in una casa con fuori una vecchia lanterna di ferro che illuminava la parete di granito. Fuori la via metteva sulla costa pietrosa che scendeva dall’altipiano al mare. Questo ricordo che non ricorda nulla è cosi forte in me! La costa bianca di macigni aveva bevuto il tramonto cupo e rosso che chiudeva l’isola e ora colla lanterna rugginosa solo le stelle sull’altipiano brillavano a me a Garcia. (Augusto Garsia forlivese di quattro anni più giovane di Dino Campana che lo ricorda come compagno del suo soggiorno in Sardegna) Io baciai la parete di granito senza pensare e non so ancora perché. Ricordo che in quella casa stava la sarda moglie dell’alcoolizzato amico dell’amico del nostro amico. Bevemmo il moscato bianco salmastro di Sardegna ed è idiota come mi ricordo di tutto questo. La mia padrona e dell’Isola del Giglio dove io farei certamente bene ad andare ad abitare per un anno almeno. Tu non ne vedi la possibilità?….
Prosa in poesia riempie quasi cinque fogli del suo Taccuino e inizia la sua suggestiva descrizione con il motivo bizantino a lui così caro e ricorrente nella Notte dei Canti Orfici (il Taccuino è successivo alla pubblicazione dei Canti Orfici, Marradi-Ravagli 1914). Prosa in poesia con alcune pennellate racchiude, insieme all’incalzare della poesia campaniana che trasmette subito a chi la legge il movimento delle onde del mare, una Sardegna vera e forte, una cultura antica legata con la sua originalità a’n vecchio bon sangue italiano. Tutta mediterranea, dai toni forti e nello stesso tempo intriganti e magici, la Sardegna, pur non accolta nei Canti Orfici, perché scoperta e vissuta dopo il 1914, come la Toscana, la Romagna, la Liguria ed il Piemonte appartiene a pieno titolo ai luoghi campaniani. In una lettera dell’agosto 1913 a Sibilla Aleramo, Campana scriveva: Dalle rupi di Campigno, nelle cui rupi pietrose abita permanentemente il falco io spero di superarle e di volare sopra di esse con tutta la fierezza e la forza dell’aquila. Fra tutti gli aeroplani moderni, anche il mio seguirà il suo destino. O la morte o la Gloria!
Campigno, nelle montagne di Marradi non è poi così lontano dagli aspri picchi della Sardegna. Campana riuscì a volare in quella terra immergendosi in quella antica e straordinaria cultura armato della sua grande sensibilità, della sua straordinaria conoscenza, di un Taccuino e di una matita per immortalare l’Isola nella Gloria di un frammento della sua Poesia.

Rodolfo Ridolfi 18 agosto 2023

Dino Campana incanta Firenzuola: La buia notte della Chimera di Enrico Gurioli.

Enrico Gurioli con Tiziana Raspanti e Silvia Secco
domenica 6 agosto

Si è tenuta il 5 agosto a Firenzuola, organizzata dall’Associazione Pier Giuseppe Sozzi ed il Museo della Scuola, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Firenzuola, nel giardino della Biblioteca Comunale Oriana Fallaci davanti ad un numeroso pubblico, l’attesa presentazione del Libro di Enrico Gurioli “La buia notte della Chimera”. Dopo l’introduzione di Tiziana Raspanti Presidente del Museo della Scuola, l’autore ha dialogato con la poetessa Silvia Secco della Associazione Culturale Versante Ripido.
Enrico Gurioli collaboratore a contratto dei quotidiani del Gruppo Monrif: Il Resto Del Carlino, La Nazione, Il Giorno- QN. primo e unico giornalista italiano a scrivere stabilmente per il Times of Malta, il prestigioso giornale anglofono maltese ha definito l’evento una di quelle situazioni in cui si respira aria di libertà e di grande attenzione verso idee non necessariamente allineate con l’egemonia culturale dominante. Ho sostenuto e continuo a sostenere che ognuno di noi ha il Dino Campana che si merita. Così è stato; e io ho raccontato il suo libero canto.
Esiste un pregiudizio storicamente accettato su Dino Campana: quello legato alla sua follia. Morto nel 1932 presso il manicomio di Castelpulci, sin dai primi tempi della sua comparsa nella vita letteraria italiana, tramite la raccolta dei Canti Orfici (1914) , il poeta di Marradi era stato percepito come un’entità anomala, diversa, dalla genialità disturbata.
Per cercare di scardinare questa granitica interpretazione, Enrico Gurioli analizza la vita di Campana dimostrando quanto la sua mente fosse in realtà lucida: amante dei viaggi, dell’arte e dell’esoterismo, sceglieva di porsi in maniera anticonvenzionale, con gesti spesso sopra le righe, alimentando così il suo stesso mito e le dicerie che lo riguardavano. A cosa sarebbe dovuto dunque il definitivo internamento? L’autore trova la risposta in un incontro cruciale per il poeta marradese, quello con la sua impossibile chimera: la scrittrice Sibilla Aleramo. Un amore repentino, bruciato in pochissimo tempo, ma così intenso da fargli perdere definitivamente la ragione.

Rodolfo Ridolfi

Iscriz. nel rg. del Tribunale di Firenze il 3/06/2010 n. 5780, Direttore Responsabile RAFFAELLA RIDOLFI