Meteo: neve, allertata la Protezione Civile.

giovedì 20 gennaio

La Regione Toscana ha emesso un avviso meteo valido dalle 12 di oggi, 20 gennaio, fino alle 12 di sabato 22 gennaio per le zone del Mugello ed Alto Mugello, la Val di Sieve, il Valdarno superiore ed inferiore ed il bacino dell’Ombrone-Bisenzio. Previste nevicate fino ad abbondanti sui versanti adriatici dell’Appennino fiorentino inizialmente a quote collinari in calo fino a quote di pianura. Previsto anche vento forte da NE con raffiche di burrasca. Il Centro intercomunale di Protezione civile Mugello è allertato, e dalla sala operativa a Borgo San Lorenzo si monitora la situazione in raccordo con Comuni e associazioni del volontariato, in costante collegamento con quella provinciale. Allertati personale e associazioni del volontariato, pronti ad entrare in azione mezzi spalaneve e spargisale. Si raccomandano comunque catene a bordo e attenzione e prudenza nella guida. Per tenere sempre a mente le cose da fare, o non fare, in caso di neve e ghiaccio, l’ufficio Associato della Protezione civile Mugello ha approntato un vademecum con le “norme generali di comportamento per i cittadini”: fornisce indicazioni, consigli e precauzioni da seguire in caso di maltempo e neve, per essere in grado di gestire situazioni di difficoltà e disagi e per evitare di crearne. E’ scaricabile dal sito della Comunità Montana Mugello

www.cm-mugello.fi.it, nella sezione della Protezione civile. Per ulteriori e maggiori informazioni ci si può rivolgere al Centro intercomunale di Protezione civile Mugello, tel. 055 8496283. 

Fermare le persecuzioni e le stragi dei cristiani nel mondo.

Cristo insanguinato

domenica 16 gennaio

I cristiani sono scomodi  perché sono protagonisti nel mondo della modernizzazione e della emancipazione culturale soprattutto nei Paesi mussulmani. Nel 2003 sostenevo ”… che sia meglio la pace della guerra è una verità che nessuno contesta, come il fatto che lo stato d’animo e la predisposizione alla pace sia più frequente fra i moderati ed i democratici piuttosto che fra gli estremisti ed i fondamentalisti. La verità purtroppo è che il fondamentalismo dei wahabiti mussulmani è andato oltre il Corano e la Suma e ha stabilito un regime anticristiano. Il Wahabismo considera la civiltà democratica occidentale e la tecnologia una sfida del Dio Cristiano ad Allah. L’Islam per tutti costoro è una religione di guerra. Il miliardario Bin Laden ed altri fanatici hanno scelto di seminare stragi permanenti ed inimmaginabile abbattendo le Twin Towers, colpendo Israele, l’Europa, in un folle ma lucido piano di annientamento di simboli materiali “satanici”, propri di un credo che deve essere imposto con il terrore. Una guerra di religione per noi cristiani e occidentali è inconcepibile, “blasfema”, e forte, giusto, alto e inequivocabile ci appare l’appello del Santo Padre condiviso anche da tanti uomini e donne che praticano religioni diverse dalla nostra, ma non è così per i fondamentalisti islamici che fanno dell’odio e dell’intolleranza e del così detto “martirio” la loro quotidiana ragione di vita Queste sono le intollerabili e farneticanti convinzioni che muovono  Bin Laden , e con quanto accade la povertà del sud del Mondo c’entra relativamente… “ . Trentasette  missionari e sacerdoti sono stati assassinati nel 2010, in Nigeria ci sono stati 15.000 morti per persecuzioni religiose. Nel Medio Oriente, in Egitto e nel Magreb la persecuzione e le stragi di cristiani sono all’ordine del giorno, in Pakistan le condanne a morte di cristiani sono frequenti. Nel mondo i tre quarti dei perseguitati per motivi religiosi sono cristiani. Non è un problema di eportazione di valori, non è un nuovo modello di colonialismo nei confronti di chi non conosce ancora, o non ha mai conosciuto questi valori, il problema sta nel fatto che il fondamentalismo ed il terrorismo vuole toglierceli a casa nostra. Difendere la nostra pace, allargare la convivenza, combattere questo mostruoso e spesso invisibile nemico che è il terrorismo internazionale, è un imperativo categorico e morale che deve trovare responsabilmente l’impegno di tutta la Nazione e l’Unione Europea.

Rodolfo Ridolfi

 

Marradesi illustri: Vincenzo Castaldi imperatore degli scacchi (Marradi 15 maggio1916-Firenze 6 gennaio 1970).

Vincenzo Castaldi

sabato 15 gennaio

Vincenzo Castaldi Maestro Internazionale di scacchi è nato a  Marradi, il 15 maggio 1916 e morto  la notte di Epifania del 1970, quarantun anni orsono. E’ stato uno dei più significativi campioni che L’Italia  abbia mai avuto, ha vinto sette titoli nazionali. Castaldi inizia la sua avventura scacchistica nel 1936, da studente in medicina quando consegue un secondo posto al torneo di Brinidisi, vince il campionato italiano nelle due prime edizioni cui partecipa, per porsi subito alla ribalta dello scenario internazionale come prima scacchiera alle olimpiadi di Stoccolma del 1937, dove  piega campioni assoluti come Sammy Reshevsky e Savielly Tartakower. Con Castaldi l’Italia ha un giocatore di statura internazionale. Sono gli anni in cui si pontifica la nascita dell’Impero, dove il nostro Castaldi viene premiato “con belle parole e semplicità fascista” dal Grand’Ufficiale ingegner Luigi Miliani, che sottolinea “l’espressione della vigorosa giovinezza italiana in ascesa verso le più alte leve”, così come riportato dal cronista dell’epoca, che non manca di ricordare come “nell’applauso fervido, unanime, che ha salutato il nuovo campione è vibrata la salda fede che egli saprà cogliere per la Patria nuovi e maggiori successi.” Anche Firenze, come scrive Bilguer 74 “… era immersa nel clima autarchico di quell’Italietta. Ma aveva risorse culturali immense. Al caffè delle Giubbe Rosse potevi incontrare Luzi, Bigongiari, Montale, Vittorini. Oltre ai giocatori di scacchi. A Firenze si stampava “L’Italia Scacchistica”, che era creatura tutta toscana, nata per volere del viareggino Alberto Batori e del fiorentino Stefano Rosselli del Turco. Da quell’ambiente prese le mosse Vincenzo Castaldi. E tanti altri ancora, nomi più o meno noti dello scacchismo italiano: da Francesco Scafarelli a Clarice Benini, dai Maestri Bruzzi, Cambi, Ceccato e Mondaini, ai tanti altri forti giocatori come Di Vincenzi, Cecconi, Longo, Borghesi, Bianchi, senza dimenticare gli esuli, fiorentini d’elezione, come l’ungherese Krausz ed il conte russo Obolenski, maestro di Sergio Mariottti. Il dopoguerra vide Castaldi gareggiare spesso e volentieri anche all’estero, sempre in tornei di prim’ordine: lo zonale di Hilversum 1947 (vittoria con Pachman), Venezia 1948, dove colse un prestigioso successo sull’ex campione del mondo Max Euwe (da lui definito come “il più grande dei giocatori senza talento”), le Olmpiadi di Dubrovnik del 1950, Hastings 1950/51, Vienna 1951, Firenze 1952, Venezia (secondo posto) e San Benedetto del Tronto 1953, lo zonale di Monaco 1954, Amburgo 1955, il torneo a squadre Claire Benedict (edizioni del 1955, 1957 e 1959). A tutto questo vanno aggiunti altri cinque titoli italiani, colti nel 1947, 1948, 1952, 1953, 1959.Castaldi era combattente di razza, poco avvezzo al pareggio, un purosangue che puntava senza paura al finale, fase della partita in cui senz’altro sapeva eccellere. Der Wild, “il selvaggio”, lo soprannominarono i tedeschi, e molti confusero quella sua pervicacia testarda, che è puro spirito di lotta, in uno stile aggressivo, che a dire il vero non traspare dal suo gioco, tendenzialmente chiuso, dove contrazioni della posizione scattano a molla in contrattacchi reattivi. Castaldi, medico dentista continuò a frequentare il circolo di Firenze e prese a giocare anche per corrispondenza. Solo in due occasioni decise di scendere dal suo Aventino. La prima fu Reggio Emilia 1963/64, dove pur fuori allenamento seppe sconfiggere due dei vincitori del torneo, Janos Flesch e Rudolf Teschner, avversari di notevole spessore internazionale. Giocò ancora a Roma nel 1964 un forte torneo chiuso, in cui raggiunse comunque un dignitoso quinto posto. Dopo quel torneo più nulla. Si tuffò nel bridge, rifugio ultimo di tanti ex scacchisti, dove l’amarezza della sconfitta si divide in due ed il peso degli anni non incide come nelle sessantaquattro caselle. Proprio ad un tavolo di bridge lo colpì un infarto la notte del 6 gennaio 1970, stroncandolo a soli 53 anni.”

Iscriz. nel rg. del Tribunale di Firenze il 3/06/2010 n. 5780, Direttore Responsabile RAFFAELLA RIDOLFI