Rodolfo Ridolfi il 1 luglio a Brisighella apre la rassegna Campaniana

mercoledì 22 giugno

Si apre il 1luglio alle ore 21 nel Chiostro del Convento dell’Osservanza di Brisighella con un dialogo fra Rodolfo Ridolfi ed Elisabetta Zambon la rassegna Vita, poesia, amore e follia di Dino Campana curata dalla Compagnia degli Accesi.

Rodolfo Ridolfi scelto come curatore, nel 2021, anno di Dante, di una prestigiosa edizione dei Canti Orfici voluta dalle Edizioni Il Papavero con il prezioso contributo del Prof. Luigi Bonaffini parteciperà alla serata di apertura della rassegna impegnato in un dialogo con Elisabetta Zambon sul tema “Campana tra poesia e vita”.

Grazie Luogotenente Paolo Tiberii e buona permanenza a Marradi

Tiberii nel 2012
venerdì 17 giugno
Dopo quarant’anni di pregevole servizio nell’Arma Benemerita, il maresciallo Paolo Tiberii, sessant’anni, di cui gli ultimi sedici vissuti a Marradi dove ha comandato la locale Stazione dei Carabinieri si godrà la meritata pensione. Paolo Tiberii, bolognese, dal 1985 al 1987 frequenta la scuola sottufficiali, poi la prima esperienza in Val Camonica, presso la stazione di Capo di Ponte. Nel 1988 è a Collio in val Trompia come brigadiere sciatore per raggiungere l’anno successivo Sondrio, come comandante della squadra di soccorso alpino dei carabinieri e in seguito come comandante dell’aliquota radiomobile.

Dal 1995 al 2001 opera al nucleo NAS di Torino e successivamente alla sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Vercelli. Nel luglio 2006 arriva a Marradi con l’incarico di comandante della stazione come maresciallo aiutante ed oggi si congeda con il grado di luogotenente con carica speciale. A Paolo Tiberii il ringraziamento del nostro giornale, dei lettori e del Direttore Responsabile per il proficuo lavoro e per i risultati positivi ottenuti nell’adempimento del suo importante servizio a favore della comunità marradese e l’augurio a Lui ed alla sua famiglia di una felice permanenza fra di noi.

P.S.

Raffaella Ridolfi Ridolfi (Forza Italia) vede con favore la ‘rinascita’ di Fratelli d’Italia a Marradi

giovedì 2 giugno

Raffaella Ridolfi, Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia di Firenze e Capogruppo di Siamo Marradi in Consiglio Comunale ha dichiarato:
Abbiamo accolto con favore la “rinascita” di Fratelli d’Italia a Marradi. Questo ci fa ben sperare per il futuro amministrativo a Marradi avendo noi, con grande impegno e dedizione, portato avanti fino ad oggi una puntuale, attenta e serrata opera di opposizione, denuncia, e proposta di centro destra nella sede istituzionale del Consiglio Comunale Marradese e nell’Unione dei Comuni.

Riteniamo che per il futuro, visto la compattezza del Pd ed Italia Viva nel sostenere una candidatura espressione dei renziani, imposta al PD dall’uscente Sindaco Triberti, sia quanto mai utile e necessario che quella parte di destra non più rappresentata ad oggi nel consiglio comunale marradese, vista l’uscita dalla maggioranza di governo che sosteneva il candidato Sindaco Triberti del Consigliere e poi assessore Fabio Gurioli e che fino a poco tempo fa esprimeva totale sostegno ad un progetto di paese oggi miseramente fallito, debba battere un colpo.

Dopo quattro anni, al netto della pandemia, e della propaganda portata avanti con grande costanza e pervicacia dal Sindaco, tutti gli indicatori reali ci mostrano un paese in forte declino ed agonizzante! È Finito il tempo di strisce pedonali e di lavori realizzati dalle ferrovie e magnificati come “opere in house – fatte in casa” dal Sindaco, non c’è merito o abilita, se non bieca appartenenza di partito, nell’attrarre finanziamenti dal partito che governa Regione, Città Metropolitana e Unione dei Comuni.

Non è più tempo di affidamenti di progetti che verranno non si sa quando, sempre se verranno, che hanno un ingannevole sapore meramente elettoralistico. Non è più tempo di far finta che i Bilanci del Comune non siano preoccupanti, non è più tempo di far finta che la macchina comunale sia poderosa quando invece la realtà dimostra che ci sono tantissime difficoltà legate al personale ridotto al lumicino.

Non è più accettabile che il Comune venga gestito sommariamente e alla buona anche dal punto amministrativo. E’ tempo che i Fratelli d’Italia di Marradi nelle loro rappresentanze e nei loro aderenti, sperando vivamente in un’intensa opera di dialogo che vorranno intraprendere Jacopo Cellai e Claudio Gemelli, al di là delle bandiere, decidano se continuare a sostenere per il futuro il PD ed Italia Viva, oppure inizino un dialogo assai serrato con noi che ci siamo spesi per non far cadere Marradi nel “fondamentalismo” renziano locale, garantendo una visione alternativa e di buon governo della cosa pubblica.

Noi ci auguriamo quanto prima di poter mettere a disposizione e di condividere con tutti coloro che sono e sono stati i nostri alleati, quel progetto e quel programma di Paese realizzabile e realistico che abbiamo portato avanti dal 2018 ad oggi privilegiando sempre i contenuti e soprattutto la capacità ed il merito che dovranno essere la strada maestra per garantire un futuro possibile per Marradi.

Renato Ridolfi (1919- 2018) nel 103° genetliaco della nascita

venerdì 6 maggio
Renato Ridolfi scriveva il 19 maggio del 1978 su un periodico della Romagna Toscana questo semplice ma suggestivo articolo dal titolo “Ho incontrato un uomo”. E con la riproposizione del suo scritto vogliamo doverosamente ricordarlo nel 103° anniversario della nascita come una “bella penna” giornalista e scrittore, ma anche “penna nera” ufficiale degli alpini, insegnante, animatore delle più importanti attività teatrali marradesi fin dagli anni ’30.

Autore di numerosissime pubblicazioni di storia locale e di monografie sui grandi marradesi. Era nato il 7 maggio 2019, scriveva e studiava il dialetto locale senza dimenticare di essere anche un ottimo latinista. E’ stato maestro di molte generazioni di marradesi illustri e fra questi i Sindaci Enrico Consolini, Paolo Bassetti e del Cardinal Gualtiero Bassetti.


Autore e regista di numerose riviste ed operette fra le quali: Il Canzoniere, 1957, e Suona la naja, 1987. Interprete, in gioventù, de “La resa di Titi” e “L’Antenato”. Ha scritto i libri: “Cose di Casa nostra, 1977”; “Campigno” Escursione storico leggendaria, 1985; La Battaglia delle Scalelle, 1987; “Bel Ami” e “Gigino Il giornalista ed il filosofo amici marradesi di Dino Campana”, febbraio 2001; “La cantata de Le Scalelle”, novembre 2002; con la nipote Raffaella; “Camminando per Marradi tra cento ricordi e mille nostalgie”, settembre 2003; “Nondum matura est-ricordando le favole di Fedro in dialetto marradese”, novembre 2005; “Nelle sere invernali, progetto “scaccia noia” tra aneddoti e curiosita”, ottobre 2006; Quaderne -Il mio Zibaldone 2015. Signori il Canzoniere…! (pubblicato postumo nel 2019 un anno dopo la sua morte). Corrispondente del giornale “II Telegrafo” nel 1938, della “Nazione” dal 1952 al 1954 e poi de “La Giustizia”. Cultore del dialetto, ha contribuito, in questo ambito, con Oriana Fallaci, a New York alla stesura del libro “Insciallah”.
Viveva a Marradi paese cui ha dedicato tanta passione anche come assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione dal 1960 al 1965 e come consigliere di amministrazione dell’Ospedale San Francesco. Fra i fondatori dell’U.G.M (Unione Giovanile Marradese), del Club Sportivo Culturale, della Pro Loco e della Sagra delle Castagne, ha coltivato sempre grande amore per la letteratura greca e latina e per i grandi marradesi del passato.
Ho incontrato un uomo
Venendo dalla ceramicante Faenza per la statale 302, s’incontra, a ridosso dell’Appennino tosco-romagnolo, la Prioria di Popolano, un casale dai natali remoti, a cavallo del fiume Lamone,
all’ombra della sua calda torre campanaria, ultimo avanzo di un famoso castello murato.
Qui, presso la Dogana, mi sono imbattuto in un uomo, portamento modesto, faccia buona, abito da lavoratore, vecchia bicicletta a mano, sua pendolare amica di lavoro. Un tredoziese emigrato da noi, ch’io avevo già notato musicante della banda paesana e intento a piallare sul bancone di un falegname mio conoscente. Un saluto, una battuta banale, un luogo comune. Siamo sul ponte; lo sguardo fisso nell’acqua gorgogliante verso l’Adriatico. Il discorso cade sull’intarsio e sull’intaglio.
Il nostro schivo interlocutore è insigne maestro. «Ma la coltivo a tempo perso questa passione! È un riposo, ecco, uno svago!» Le sgorbie e i ferri taglienti si muovono decisi sul legno stagionato, che tra scaglie e trucioletti sprigiona rose delicate, boccioli freschi e foglioline leggere, come rinverdito da una miracolosa primavera. Arte delicata, abilità suggestiva! Il mazzo di rose, subconsciamente profumato, è stupendo, e, insieme ad altri cento e più visitatori lo abbiamo apprezzato ed applaudito nella mostra artigianale aperta in occasione della «1a Giornata del Marradese Lontano». Espressione soave di arte genuina scaturita da un essere oscuro, restio, senza boria, originalmente posseduto dalla sublime passione per il bello; umilmente deciso a mantenere dolce, pulita, umana la vita societaria costellata, purtroppo, di storture, traumi fastidiosi e nocivi; fermamente proteso all’esaltazione dell’arte, alla celebrazione dell’artigianato che ci parlano dell’uomo che non è sempre e per forza malvagio, egoista, usurpatore. Arte e artigianato che addolciscono con tenui colori di
soffusa bellezza le fosche stanze della tragica vita quotidiana; ci distraggono dalla sofferenza di giorni grigi; ci ripropongono il rispetto di noi, della natura madre e non matrigna. Attività che sublimano ideali persi di vista tra la nebbia fitta e inquinata di un progredire egoisticamente propugnato e indirizzato al privilegismo. Momenti che riaffermano il valore dell’uomo soggetto e non oggetto della realtà contingente, artefice delle proprie fortune e non distruttore del cosmo, intelligente manipolatore di arnesi e pacifici attrezzi, non creatore di delitti e di caos. Quell’artista, Luigi Nannini, così si chiama, figura un po’ ricurva sulle spalle, mi fa apparire più fulgido il messaggio che esce anche da una grandinata di trucioli bianchi, giallastri come pezzetti di sole che vanno a scoprire l’opera d’arte. Di opera d’arte si tratta di legno scolpito che è roba rugiadosa. Cristo sofferente e sanguinante, cornice fastosa da serrare un caro ricordo; un cantuccio di armonia bellezza che fa più lieta la casa e dà all’anima segni spaziosi di gioia soave. È un artista, ma non vuole esserlo, non gli importa di esserlo. Questo fa più bella l’opera sua. Sfugge alle domande precise. È un appassionato e nient’altro.
Ha un dono che gli è venuto così… per fatalità! Scolpisce, perché un desiderio forte forte lo spinge. – Ma artista… no no! Che vale? Si nota, però una certa commozione quando parla delle sue creature. Son tutte belle; ognuna rappresenta un momento… Le fissa e tace. Parole e pensieri son scivolati veloci sulle onde gorgoglianti sotto il ponte. Sull’acqua chiacchierina ora s’accendono mille briciole di luce ch’han lasciato la grande lampada della cantonata. Il fiume le porta coi pezzetti di luna che raccoglie al mare romagnolo. Grazie e mi scusi se sono stato importuno e impertinente.
Posso offrirle…? Non possiamo lasciarci così, asciutti asciutti. Traversiamo la strada. Da Carlo un bicchiere di Sangiovese, rosso come la passione dell’artista, sigla il commiato. Arrivederci e mi scusi. Ma tornerò perché la sua arte, il suo modo di concepirla mi piace. Forse anch’io, se avessi potuto lavorare il legno e trarne quel che tanto ho sognato, sarei stato schivo come Lei. Anch’io sono un timido. Mi scusi! Buona notte! In fondo al bicchiere svanisce il sogno di questo incontro e ritrovo la strada erta e faticosa, ma il cuore corre leggero e vola gonfio di soddisfazione: ho trovato un vero uomo.

Renato Ridolfi

Iscriz. nel rg. del Tribunale di Firenze il 3/06/2010 n. 5780, Direttore Responsabile RAFFAELLA RIDOLFI