L’anniversario della morte del grande “Maestro di Marradi” Francesco Galeotti

martedì 22 febbraio

Nell’area di Sant’Adriano, antica Scola, a poche centinaia di metri dalla “fabbrica dei marroni” diventata tristemente famosa in questi mesi per la più grande crisi occupazionale che abbia mai colpito colpito Marradi, a Casa Cappello, si erge, sopravvissuta alla distruzione del Castello, l’antica torre di Benclaro dove morì Maghinardo Pagano da Susinana nel 1302. Quell’antica torre di casa Cappello è uno dei temi più ricorrenti, insieme alle variopinte faraone ed ai girasoli, della straordinaria emozioni di colori che il grande pittore della Romagna-Toscana, Francesco Galeotti che a casa Capello ha trascorso molta parte della sua vita ci ha lasciato impressa sulle sue inconfondibili tele. In occasione dell’undicesimo anniversario della sua morte, 22 febbraio 2011, lo ricordiamo come Associazione Culturali “Opera In-Stabile” e Associazione “Il Maestro di Marradi”, che istituì, fin dal 2008, una personale sezione amici di Francesco Galeotti che realizzò, in occasione del suo novantesimo nel 2010, il libro monografico Francesco Galeotti: novant’anni di vita a colori e collaborò con l’Amministrazione Comunale e la moglie Maria, nel 2012, alla realizzazione della sala espositiva permanente di alcune sue opere ed al premio pittorico dedicato ai giovanissimi delle scuole medie. Francesco era nato il 25 maggio 1920 e se il Maestro di Marradi, ha colorato di porpore e di ori il nostro artistico passato, Francesco Galeotti occupa con grandi meriti un posto di rilievo per le sue meravigliose tele ricche di inconfondibili colori. Contadino, iniziò a dipingere fra le soste delle sue fatiche nel 1952. La sua predisposizione naturale lo avvicinarono al grande pittore macchiaiolo Eduardo Gordigiani durante i soggiorni a Popolano del maestro toscano. Ma la vera esplosione fantastica di Galeotti lo portò ad allontanarsi ben presto come sostenne, Anatole Jakovsky, dal lato aneddotico delle cose rappresentate, a tal punto che la forma e gli elementi che popolano le sue tavole acquistano una vita pressoché indipendente.
In questa ricorrenza mi piace riproporre infine quanto affermai e scrissi nel giugno del 1993 presentando la presenza di Francesco Galeotti a Firenze alla grande rassegna europea sui primitivi del XX secolo, da Rousseau il Doganiere a Ligabue: “….A Francesco Galeotti è affidato l’emblematico compito di rappresentare la Toscana con la sua opera Festa al girasole di faraone (1989). E’ un grande riconoscimento per la Marradi culturale che aggiunge un’ulteriore motivazione al suo buon diritto di continuare ad essere la Capitale culturale della Romagna-Toscana”. Galeotti ha travalicato con la sua pittura i confini nazionali e si è imposto all’attenzione internazionale con la presenza delle sue opere nelle collezioni private e museali di Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Per questo ad oltre sessant’anni di distanza dalla personale dei suoi disegni alla Galleria Strozzina di Firenze non possiamo dimenticare questo originale e straordinario che la presenza dei colori e del tratto inconfondibile di Galeotti, lo hanno consacrato e consegnato definitivamente alla Storia della Pittura degli ultimi cento anni.
Francesco Galeotti è stato un originale interprete dei sogni, della sottile ironia, ma anche della magia delle ombre. La genialità di Galeotti è spesso inconsapevole ma non per questo meno pura e poetica, davanti ai suoi quadri spesso si respira la stessa tensione orfica propria della poesia di Dino Campana. In questo undicesimo anniversario della sua scomparsa, l’auspicio è che con ulteriori e specifici eventi, si faccia conoscere sempre di più il valore dello straordinario patrimonio artistico e culturale che Francesco Galeotti ci ha lasciato.
Rodolfo Ridolfi

Ortofrutticola Mugello, Stella e Ridolfi (FI): “Lasciare a Marradi macchinari per produrre marron glacés”

martedì 25 gennaio
“Italcanditi SpA prenda l’impegno di lasciare a Marradi i macchinari per la produzione di confezioni di Marron Glacés da destinare al mercato della produzione di alta qualità realizzato con prodotto fresco IGP di Marradi, attivando due linee specifiche “Marron Glacés di Marradi IGP” e “Marron Glacés italiani di alta qualità”. Nel caso di recepimento della proposta, il sindaco di Marradi inviti a partecipare ad un Consiglio comunale straordinario Italcanditi SpA e tutti gli attori istituzionali, per un formale e solenne impegno a rispettare quanto previsto nel piano aziendale”. È quanto chiedono il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Stella e la consigliera comunale di Marradi, Raffaella Ridolfi, in vista del nuovo tavolo di crisi con proprietà, sindacati e istituzioni convocato per venerdì prossimo.
“Respingiamo al mittente – proseguono – la proposta di mantenere la produzione dei Marron Glacés solo per il 2022, ritenendola meramente dilatoria e inadeguata a dare prospettive e certezze ai lavoratori ed al futuro di Marradi. Nel caso di indisponibilità sostanziale di Italcanditi SpA a cambiare strategie nel mantenimento integrale della produttività dello stabilimento di Marradi, riteniamo indispensabile la richiesta formale, da parte della Regione Toscana, dell’apertura di un tavolo di crisi a livello nazionale, attivandosi con i Ministeri competenti”.

19 gennaio 22° anniversario della morte di Bettino Craxi

Hammamet la tomba di Bettino Craxi
lunedì 17 gennaio
Il ventiduesimo anniversario della morte di Bettino Craxi alla vigilia dell’elezione del Presidente della Repubblica di Rodolfo Ridolfi
mercoledì 19 gennaio ricorre il ventiduesimo anniversario della morte di Bettino Craxi uno degli statisti italiani più illuminati e lungimiranti del nostro secolo uno degli interpreti più autentici e coerenti dell’impegno per l’affermazione della modernizzazione del nostro paese, l’interprete più originale ed autorevole, negli ultimi cinquanta anni di vita politica italiana. Il ricordo di Craxi accade, quest’anno, alla vigilia dell’elezione del successore di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica e fra i candidati a succedergli potrebbe essere il grande amico di Bettino Craxi: Silvio Berlusconi formalmente osteggiato dal Pd che lo ritiene un candidato divisivo. Il Pd dei catto comunisti che elesse Giorgio Napolitano nonostante Craxi avesse scritto su Napolitano: “L’on. Napolitano non poteva non avere un ruolo nel sistema di relazioni politiche tra il Pci, il potere sovietico ed i regimi comunisti dell’est, cui era connesso un sistema articolato di finanziamenti illegali di cui i comunisti italiani erano i primi, tra i partiti comunisti, ad avvantaggiarsene” ed ancora “…Per gli incarichi politici che ha rivestito, per le esperienze e le conoscenze che ha accumulato, e d’altro canto certamente non solo lui, non potrebbe senza dubbio non rendere su tutta la materia una preziosa testimonianza. Ricostruire in modo completo, chiaro ed onesto, i termini reali in cui si svolse la lotta politica in Italia e la lotta per il potere, è diventato sempre più necessario, specie di fronte a tante mistificazioni, a tante censure ed anche a tante ingiustizie”. Durante il processo Cusani, Bettino Craxi accusò l’allora Presidente della Camera Giorgio Napolitano di aver taciuto sul finanziamento illegale dell’Unione Sovietica verso il PCI. Negli anni ’90, il dossier Mitrokhin confermò che, solo nel periodo 1971-1977, il PCI ricevette dall’Unione Sovietica 22 milioni di dollari. “Napolitano è stato il Grandissimo Vecchio che ha esercitato il suo potere con spietata e disastrosa eleganza bolscevica. Ha sospeso la democrazia dal 2011, accettando i diktat tedeschi per il gusto di eliminare Berlusconi, visto come suo opposto antropologico, esistenziale, morale, geografico”. Si prestò a teorizzare l`intervento sovietico a Budapest perché così voleva Togliatti. Votò la radiazione dell`amico Massimo Caprara e degli altri del Manifesto, perché così esigeva il partito. Chiese scusa circa cinquanta anni dopo. Nel frattempo il Pci trasformandosi in Pds-Ds-Pd ha assistito al suo adeguamento progressivo pur rimanendo uguale. In fondo è la prova vivente che il Pd muta le forme esterne e lo stile, ma i catto comunisti, disposti anche a cambiare nome, non cambiano l`idea di se stessi come salvatori”. Così elessero il candidato più divisivo che avessero pur di garantire al Pd il dominio sull`Italia a tutti i costi”.
In questa occasione come non mai ci mancano le idee, il coraggio ed i propositi di Craxi statista e politico ci mancano perché sono oggi di grande attualità e animano un po’ tutte le forze politiche compresa una parte consistente di quelle che lo derisero, lo insultarono e si resero protagoniste, attraverso i metodi che oggi cominciano ad emergere in tutta la loro odiosa evidenza, del suo esilio dopo averlo ingiustamente indicato come l’unico “capro espiatorio” della corruzione politica in Italia.
Ventidue anni fa il 19 gennaio il leader del socialismo tricolore moriva ad Hammamet in Tunisia lasciando un vuoto incolmabile fra i riformisti italiani e chiudendo una importante pagina nella storia del riformismo autonomista, dopo Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Tutti gli anni ripetiamo, inascoltati che le Regioni, ed i Comuni dovrebbero rendere adeguato omaggio, ad un grande italiano quale Bettino Craxi è stato contribuendo a ripristinare la verità storica sulla sua vicenda politica ed umana. A ventidue anni di distanza dalla scomparsa di Craxi, nonostante qualche volta i commenti della stampa accreditino l’accanimento e la persecuzione che ci fu nei suoi confronti come una anomalia della vita politica italiana degli ultimi cinquanta anni, le istituzioni preferiscono rimuovere con il silenzio la verità storica che si ripropone in maniera sistematica come abitudine della cultura giacobina dei poteri forti, dei comunisti e dei loro eredi: rappresentare l’avversario come un essere malvagio, corrotto ed ingiusto. Fu così per De Gasperi, Saragat, Fanfani e Cossiga. E’ stato ed è così, per Silvio Berlusconi. La speranza di questo giorno è che prima o poi l’Italia ufficiale (Parlamento e Governo) ed il nuovo Presidente della Repubblica vorranno finalmente ricordare il grande statista nei modi e nelle forme più appropriate.

Caro Marradi ti scrivo….. di Giuliana Parrini

Giuly
sabato 15 gennaio
Riceviamo da una nostra lettrice e molto volentieri pubblichiamo:
Caro Marradi ti scrivo…..
anche se questa è una lettera che non avrei voluto scrivere mai.
Ho letto ieri la notizia che la Fabbrica dei marroni, sta per essere chiusa, e il
dispiacere che ho provato è stato tanto.
Non sono nata a Marradi, ma i miei bisnonni, i miei nonni, i miei genitori, tutti
miei familiari sì, e in questo momento anch’io sono di Marradi.
Da quando sono nata, e ormai di tempo ne è passato, non c’è stato un anno
in cui non sia venuta tra i miei monti, a bearmi della loro bellezza
incontaminata, eppure tanto ricca di Storia.
Anche quest’anno, sono andata insieme a mio figlio, a raccogliere marroni in
un bellissimo castagneto, quei marroni che sono i migliori di tutti, i più dolci,
che riconoscerei tra cento altri, e che a pieno diritto sono arrivati a essere
conosciuti in tutto il mondo.
Per me, raccogliere quei marroni è stato un momento di ritorno alle origini,
per rinsaldare ancora più forte il legame che mi ha sempre tenuta unita a te,
Marradi, ma per la gente del posto vuol dire molto molto di più.
Oggi il mio pensiero va a quelle persone per le quali il frutto di quei magnifici
castagneti, che io amo tanto, sono lavoro, sostentamento, vita.
E’ difficile accettare che la Fabbrica dei marroni venga chiusa e che tante
persone perdano il loro lavoro.
E’ difficile pensare che un paese che è stato distrutto dai bombardamenti
della guerra, che ha dovuto vedere la meglio gioventù emigrare verso la
Svizzera, per poter avere ancora un futuro, che è stato abbandonato, come
tanti paesi dell’Appennino, a un destino di dimenticanza, debba ancora
passare questo momento così doloroso.
Penso a quelle donne e a quegli uomini che stanno tremando per il loro
futuro, penso ai loro figli e mi dico che se vivere in una società civile, dove
noi ci pregiamo di vivere, vuol dire questo, vuol dire buttare in mezzo a una
strada decine e decine di persone, senza che la coscienza non ne venga
scossa, allora forse sarebbe meglio ripensare la società e costruirla con valori
che servano al bene di tutti e non solo di pochi.
Ma Marradi, anche se è solo un paese, è MARRADI.
Il paese distrutto dai bombardamenti della guerra, è stato ricostruito, i giovani
emigrati in Svizzera sono tornati, i suoi abitanti si sono rimboccati le maniche
per reinventarsi, con tenacia, per costruire nuove idee, per alimentare
quella linfa vitale che scorre da sempre con le acque del Lamone.
Come ha sempre fatto, Marradi non si arrenderà, lotterà contro l’indifferenza
e l’ingiustizia di chi pensa di poter anche oggi dire impunemente “Mors tua
vita mea” incurante del Prossimo.
Giuly

Una parola muore
Una parola muore appena detta,
dice qualcuno.
Io dico che solo quel giorno
comincia a vivere

Emily Dickinson

Iscriz. nel rg. del Tribunale di Firenze il 3/06/2010 n. 5780, Direttore Responsabile RAFFAELLA RIDOLFI