Trent’anni fa la medaglia d’oro al Merito Civile al Gonfalone di Marradi: 3 luglio 1991

Valdo Spini appunta la Medaglia d'oro sul Gonfalone del Comune di Marradi
Valdo Spini appunta la Medaglia d’oro sul Gonfalone del Comune di Marradi

Giovedì 1 luglio

“Piccolo centro attraversato dalla linea gotica, sopportava con fierissimo e dignitoso contegno spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di quarantadue civili inermi, trucidati a scopo di rappresaglia dalle truppe d’occupazione naziste.”

Nel libro Testimonianze, ricordi dei comuni toscani del 1994 pubblicato dalla Regione Toscana si legge: “Per le vicende della guerra Marradi, unico Comune della Provincia di Firenze, ha ottenuto nel luglio 1991 la medaglia d’oro al merito civile”.

gonfaloneAntonio Cassigoli, nel libro “Marradi nella Resistenza testimonianze e sacrifici” del luglio 1984, scriveva nella premessa: “Marradi, risorta nel segno della libertà e delle riconquistate istituzioni democratiche merita che la Nazione riconosca, anche ufficialmente e tangibilmente, questo suo sanguinoso, immane e doloroso contributo alla rinascita della Patria nel segno del sacrificio” e continuava nel capitolo Una medaglia per il gonfalone. “Tutti i sindaci che si sono avvicendati alla guida del Comune di Marradi dalla liberazione in poi-Pierino Zacchini, Mario Bellini, Antonio Cassigoli e poi ancora Mario Bellini, Goffredo Nannini, Giuseppe Tarabusi, Arturo Zambelli, Enrico Consolini, Lorenzo Liverani ed ancora Enrico Consolini- si sono premurati, chi più chi con minore insistenza, di richiedere un riconoscimento al Comune, in quanto tale, per le lotte, le sofferenze, le distruzioni, le morti, le deportazioni che funestarono il territorio marradese durante l’infausto e glorioso 1944. Ricordiamo, per tutte, la richiesta avanzata, il 4 dicembre 1970 dal sindaco On. Goffredo Nannini che la rinnovava nel 1972”. Nel 1984 ricorreva il quarantesimo anniversario dell’eccidio di Crespino, ma il riconoscimento non ci fu nonostante le speranze. Bisognerà attendere la decisiva e risolutiva azione del sindaco Rodolfo Ridolfi che, dopo avere ottenuto un intervento finanziario del Ministero della Difesa a favore del sacrario di Crespino, pazientemente ma con determinazione ripropose il dossier ed ottene il 3 Luglio del 1991 con decreto del Presidente della Repubblica la Medaglia d’oro al merito civile per il Comune di Marradi.

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Il direttore responsabile di Free News on line e di Marradi Free comm.Rodolfo Ridolfi ricorda: “…parlando a Crespino alla presenza di Valdo Spini, Sottosegretario agli Interni del governo Andreotti, dissi:“…I sacrifici di tutto il popolo marradese durante il terribile conflitto hanno raggiunto limiti inimmaginabili. La ritrovata libertà, il senso di responsabilità e la ripresa positiva del pacifico, quotidiano travaglio sono state premiate con alto riconoscimento di virtù civica”. Quella medaglia, dunque, che oggi ci onora, fu meritata da tutti gli eroi discreti, quasi anonimi, di quella stagione, dalle vittime dei bombardamenti, dalle donne e dagli uomini morti in seguito ai cannoneggiamenti, dagli undici giovani fucilati nel cimitero di Marradi dai deportati nei campi di sterminio, dai martiri dell’eccidio di Crespino e da coloro che senza colpa alcuna furono innocenti vittime dell’odio e della violenza.”

Nel frattempo domenica 16 si commemora il 77° anniversario dell’eccidio di Crespino che fu un atto di inaudita ferocia compiuto il 17 luglio 1944 da militari tedeschi che per rappresaglia trucidarono 44 civili inermi, dopo averli prelevati dalle loro case di Crespino e dal vicino borgo di Fantino in Comune di Palazzuolo Sul Senio.

 

P.S.

Terminati i lavori al Sotto Teatro si riapre con il Concerto dell’Orchestra Cherubini il 7 giugno

 

Prova-Muti_CherubiniL’amministrazione Comunale di Marradi, ha terminato i lavori nel Teatro degli Animosi che comprendevano l’intervento sul tetto  con efficientamento energetico, e quello per recuperare il locale sottostante il teatro in disuso da molti anni, eliminando le barriere architettoniche e riqualificandone l’ingresso. Un ambiente che, una volta risistemato, sarà restituito ad attività culturali, ricreative e per il tempo libero.. Nello storico Teatro costruito nel 1792 su commessa della Accademia degli Animosi, che chiuso dal 1970 al 1990 fu totalmente ristrutturato,  reso funzionale  inaugurato con la programmazione  di stagioni teatrali concertistiche ed eventi culturali  di alto profilo ai quali si aggiungerà  l’importante concerto, voluto dal Sindaco di Marradi per festeggiare la fine dei lavori,  dell’Orchestra Giovanile Cherubini di Piacenza-Ravenna fondata e diretta dal  maestro Riccardo Muti  che si svolgerà domenica 6 giugno nel pomeriggio a numero chiuso sia nel Teatro che in Piazza Scalelle e/o  Mercato Coperto.

L’anno di Dante Alighieri: Campana, Dante e l’orfismo.

ICampana-a-New-York-Miracco-Bonaffini-Ridolfi1domenica 6 giugno

Il 2021 anno di Dante mi riporta ad evidenziare due eventi di cui sono stato testimone e protagonista a Marradi nel 1992: “Campana, Dante e l’Orfismo: Componenti Dantesche nei Canti Orfici” affidato alla magistrale lezione del Prof. Luigi Bonaffini del Brooklin College di New York. Con Bonaffini, il più autorevole e competente studioso della componente dantesca in Dino Campana, ho poi condiviso il Convegno che si svolse Il 18 agosto del 2008 a New York all’Istituto Italiano di Cultura dove Bonaffini, autore fra l’altro di due edizioni in lingua inglese dei Canti Orfici, parlò sulla Poesia di Dino Campana e sull’influenza di Dante nell’opera del poeta di Marradi ed io parlai sull’influenza di Walt Whitman nei Canti Orfici.  I Canti Orfici sono un grande album di un paesaggio influenzato da citazioni culturali tutte toscane Giotto, Michelangelo, Leonardo, Piero della Francesca immerse nel presagio dei suoi “divini primitivi” Dante e Frate Francesco. oppure in quelli barbarici e bizantini della Romagna: ”Volevo nel paesaggio collocare dei ricordi” afferma Campana. Campana stesso afferma di voler creare una poesia italiana di stampo europeo. La più pura tradizione italiana per lui significava soprattutto Dante su cui la poesia moderna doveva innestarsi Infatti i riferimenti espliciti a Dante sono numerosi nell’opera di Campana. L’immagine di Francesca è un leit motif che ricorre più volte nella Notte e nella Verna, mentre non mancano i versi danteschi citati per intero. Il dantismo di fondo dei Canti orfici si trova ad esempio nelle similarità tra la salita alla Verna e l’ascesa purgatoriale di Dante: Ma tornando alla Verna, il ‘pellegrinaggio’ si modella sulla ‘poesia di movimento’ dantesca fin nel senso di vastità vuota, luminosa, donde si dislaga la montagna del Purgatorio, che Dante uscito dalla tenebra infernale prova con una insistenza quasi inebriata, dove pentimento e dolore e ricordo della terra e del passato formano uno stato d’animo inscindibile coi presentimenti del futuro. Ed è stato poi notato il nesso tra la “poesia di movimento” di Dante, come la chiama Campana, ed il motivo del viaggio nei Canti Orfici. La presenza di Dante nei Canti orfici è da considerarsi di importanza fondamentale alla comprensione della struttura e del sottofondo mitico-religioso del libro. Il viaggio dantesco illumina continuamente il viaggio di Campana, in un continuo intreccio dei piani narrativi e simbolici, ed è il filo su cui si dipana la visione di Campana. Campana intendeva Dante, come suggerisce la lettera di Campana ad Emilio Cecchi: Ora io dissi: Die tragodie des letzten Germanen in Italien mostrando di aver nel libro conservato la purezza morale del Germano (ideale non reale), (Cercavo idealmente una patria non avendone.).” Campana indica Dante e Leopardi come veri Germani o tipi morali superiori, dei quali si considerava discendente diretto, anzi uno dei pochi che conservasse la loro “purità d’accento” nella poesia. La vera arte può nascere solo dalla fusione dello spirito germanico o nordico e quello latino: “Se una nuova civiltà latina dovrà esistere, essa dovrà assimilare la Kultur.” Stranamente, lo scrittore che meglio rappresenta questa fusione di culture è proprio Dante: È il carillon di una torre gotica. Anche Dante nel V Canto ebbe questa fantasia cavalieresca che trionfa dell’Inferno latino. Come sempre la poesia di Dante risulta dalla lotta tra il nordico e il latino Ed è ancora Dante lo scrittore che personifica l’arte crepuscolare per eccellenza: L’arte crepuscolare (era già l’ora che volge il desio) in cui tutto si affaccia e si confonde, e questo stadio prolungato nel giorno aiutato dal vin de la paresse che cola dai cicli meridionali e nella gran luce tutto è evanescente e tutto naufraga, sì che noi nel più semplice suono, nella più semplice armonia possiamo udire le risonanze del tutto. II riferimento a Dante è ripetuto in un altro brano dei Taccuini sull’arte crepuscolare: … in queste sere in cui è profondamente dolce la voce dell’organetto, la canzone di nostalgia del marinaio, dopo che il giorno del sud ci ha riempito du vin de la paresse. Il marinaio è, naturalmente, quello dell’ottavo canto del Purgatorio (“era già l’ora che volge il disio”), mentre l’organetto è senz’altro un riferimento alla “dolce armonia da organo” (Par. XVII, 43). Il nome di Dante, come esponente della migliore poesia italiana, appare di nuovo in una lettera a Sibilla Aleramo: Je serais heureux si je pouvais vous faire partager mes admirations pour cette ligne sevère et musicale des Appenines qui marque depuis Dante et Michel Ange l’esprit de nos meilleurs.

Il Direttore Responsabile Rodolfo Ridolfi

Il 7 maggio 1919 nasceva Renato Ridolfi un doveroso ricordo in occasione del genetliaco

renatosabato 8 maggio

Nel 102° anniversario della nascita lo ricordiamo ufficiale degli alpini, insegnante, animatore delle attività teatrali marradesi fin dagli anni ’30. Autore di numerosissime pubblicazioni di storia locale e di monografie sui grandi marradesi.  Scriveva e studiava il dialetto locale ma era anche un ottimo latinista. E’ stato maestro di molte generazioni di marradesi e fra questi del Cardinal Gualtiero Bassetti.

Ricordino della prima Comunione
Ricordino della prima Comunione

Autore e regista di numerose riviste ed operette fra le quali: Il Canzoniere, 1957, e Suona la naja, 1987. Interprete, in gioventù, de “La resa di Titi” e “L’Antenato”. Ha scritto i libri: “Cose di Casa nostra, 1977”; “Campigno” Escursione storico  leggendaria, 1985; La Battaglia delle Scalelle, 1987; “Bel Ami” e “Gigino Il giornalista ed il filosofo amici marradesi di Dino Campana”, febbraio 2001 insieme al figlio Rodolfo; “La cantata de Le Scalelle”, novembre 2002; con la nipote Raffaella; “Camminando per Marradi tra cento ricordi e mille nostalgie”, settembre 2003; “Nondum matura est-ricordando le favole di Fedro in dialetto marradese”, novembre 2005; “Nelle sere invernali, progetto “scaccia noia” tra aneddoti e curiosita”, ottobre 2006; Quaderne -Il mio Zibaldone 2015. Signori il Canzoniere…! (pubblicato postumo nel 2019 un anno dopo la sua morte). Corrispondente del giornale “II Telegrafo” nel 1938, della “Nazione” dal 1952 al 1954 e poi de “La Giustizia”. Cultore del dialetto, ha contribuito, in questo ambito, con Oriana Fallaci, a New York alla stesura del libro “Insciallah”. Viveva a Marradi paese  cui ha dedicato tanta passione anche come assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione dal 1960 al 1965 e come consigliere di amministrazione dell’Ospedale San Francesco. Fra i fondatori dell’ U.G.M (Unione Giovanile Marradese), del Club Sportivo Culturale, della Pro Loco e della Sagra delle Castagne, ha coltivato sempre grande amore per la letteratura greca e latina e per i grandi marradesi del passato.

Iscriz. nel rg. del Tribunale di Firenze il 3/06/2010 n. 5780, Direttore Responsabile RAFFAELLA RIDOLFI